Arvicanthis niloticus

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Topo del Nilo
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
SuperordineEuarchontoglires
OrdineRodentia
SottordineMyomorpha
SuperfamigliaMuroidea
FamigliaMuridae
SottofamigliaMurinae
GenereArvicanthis
SpecieA.niloticus
Nomenclatura binomiale
Arvicanthis niloticus
E.Geoffroy, 1803
Sinonimi

A.testicularis centralis, A.abyssinicus centrosus, Mus discolor, A.testicularis jebelae, A.testicularis kordofanensis, A.luctuosus, Isomys variegatus major, A.abyssinicus mearnsi, Isomys variegatus minor, A.abyssinicus muansae, A.abyssinicus nubilans, Mus ochropus, A.abyssinicus pelliceus, A.abyssinicus raffertyi, Pelomys reichardi, A.abyssinicus rossii, A.abyssinicus rubescens, A.abyssinicus tenebrosus, Hypudaeus variegatus, A.zaphiri

Il topo del Nilo[2] (Arvicanthis niloticus E.Geoffroy, 1803) è un roditore della famiglia dei Muridi diffuso nell'Africa subsahariana.[1][3]

Descrizione

Dimensioni

Roditore di medie dimensioni, con la lunghezza della testa e del corpo tra 127 e 188 mm, la lunghezza della coda tra 92 e 155 mm, la lunghezza del piede tra 30 e 36 mm, la lunghezza delle orecchie tra 13 e 22 mm e un peso fino a 160 g.[4]

Aspetto

La pelliccia è ruvida. Le parti superiori sono giallastre; le punte dei singoli peli nerastre danno un aspetto generale brizzolato. Lunghi peli interamente giallastri o arancioni sono presenti sul fondoschiena. Una striscia dorsale scura più o meno distinta si estende dal capo alla base della coda. Le parti ventrali sono biancastre, con la base dei peli nerastra. Le zone dove sorgono le vibrisse, intorno agli occhi e una piccola macchia dietro ogni orecchio sono color arancione. Le zampe sono rosa. La coda è più corta della testa e del corpo, densamente ricoperta di peli, i quali nascondono quasi completamente le scaglie, nerastra sopra e bianco-giallastra sotto. Il cariotipo è 2n=62 FN=56, 60 e 62.

Biologia

Comportamento

È una specie terricola e attiva sia di giorno che di notte. Costruisce tane superficiali, lunghe e fornite di numerose entrate, le quali non vengono mai chiuse. All'interno solitamente sono presenti un maschio ed una femmina, tranne che nei periodi invernali, quando per riscaldarsi si associano più individui. Vengono utilizzate principalmente come rifugi temporanei o come luoghi dove nutrirsi. Solitamente si trova lungo percorsi sulle sponde dei canali od altri ambienti favorevoli.

Alimentazione

Si nutre di granaglie, vegetali e frutta. Viene considerata una piaga per gli agricoltori, in particolare per le piantagioni di canna da zucchero, la quale base viene spesso rossicchiata.

Riproduzione

Si riproduce principalmente tra giugno e novembre. Le femmine danno alla luce 5-6 piccoli per almeno 3-4 volte l'anno. L'aspettativa di vita allo stato selvatico è di 2,5-3 anni.

Distribuzione e habitat

Questa specie è diffusa lungo il Nilo e nella fascia subsahariana dal Senegal fino all'Etiopia a est e lo Zambia a sud. È presente anche in tre aree montane isolate del Sahara.
La popolazione dello Yemen sud-occidentale è stata probabilmente introdotta.

Vive nelle Savane, distese erbose e di arbusti. È molto comune vicino agli insediamenti umani. In Etiopia è stato osservato fino a 1.600 metri di altitudine.

Tassonomia

Sono state riconosciute 6 sottospecie[5]:

Conservazione

La IUCN Red List, considerato il vasto areale, la tolleranza al degrado del proprio habitat e la popolazione numerosa, classifica A.niloticus come specie a rischio minimo (Least Concern).[1]

Note

  1. ^ a b c (EN) Granjon, L. 2008, Arvicanthis niloticus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) Arvicanthis niloticus, su gd.eppo.int.
  3. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Arvicanthis niloticus, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  4. ^ Wilson & al., 2017.
  5. ^ Glover M.Allen, A checklist of African Mammals, in Bulletin of the Museum of Comparative Zoology at Harvard College, vol. 83, 1939.

Bibliografia

  • Dale J. Osborn & Ibrahim Helmy, The contemporary land mammals of Egypt (including Sinai), in Fieldiana. Zoology, new series, n. 5, 1980.
  • Don E. Wilson, Russell A. Mittermeier, Thomas E. Lacher, Jr, Handbook of the Mammals of the World. Volume 7 Rodents II, Lynx Ediciones, 2017. ISBN 978-84-16728-04-6

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