Basilosaurus

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Basilosaurus


Basilosaurus cetoides

Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Ordine Cetacea
Sottordine Archaeoceti
Famiglia Basilosauridae
Genere Basilosaurus
Specie

Basilosaurus cetoides

Basilosaurus drazindai

Basilosaurus isis

Il Basilosaurus (il cui nome significa lucertola re) o Zeuglodon, in riferimento ai suoi denti seghettati, è un genere estinto di cetaceo.

Scoperta

I primi resti fossili del basilosauro furono rinvenuti nel deserto egiziano nel 1832 ed erroneamente ritenuti appartenenti ad un sauro (da cui il nome greco di Basilosaurus, che significa lucertola re). Tuttavia ad una più attenta analisi si scoprì che i denti della creatura avevano due radici, mentre tutti sauri hanno denti con una sola radice.

Descrizione

Il basilosauro era lungo pressappoco come un'attuale balena dall'estremità del muso fino all'estremità della pinna caudale, aveva un corpo snello e serpentiforme, ed una testa di dimensioni relativamente piccole (1,2 metri circa). Delle due sottospecie note, B. cetoides misurava 17-20 metri di lunghezza e aveva un peso di circa 5,8 tonnellate, mentre B. isis misurava 15-18 m di lunghezza e aveva un peso di circa 6,5 tonnellate.[1][2] B. cetoides è la specie tipo per il genere.[3][4]

Basilosaurus si distingue dagli altri generi di basilosauridi per le sue dimensioni corporee maggiori e le vertebre toraciche posteriori, lombari e caudali anteriori più allungate; inoltre, non aveva le metapofisi orientate verticalmente viste nel suo parente più stretto, il basilosauride noto come Basiloterus. Basilosaurus è considerato il più grande degli archeoceti.[5][6]

Probabilmente sotto la pelle era fornito di uno strato di grasso che gli permetteva di non disperdere il calore corporeo nelle acque fredde. Visse nell'Eocene superiore, circa 41-33 milioni di anni fa nei mari dell'Africa e del Nordamerica. Si ritiene che si nutrisse di pesci (anche squali), granchi, altri cetacei[1] e a profondità maggiori calamari.

Dentatura

Il basilosauro aveva 44 denti. B. isis aveva la seguente formula dentaria:

3.1.4.2
3.1.4.3

I molari superiori e inferiori e dal secondo al quarto premolare hanno doppia radice e corona alta.[7]

Nella parte anteriore le mascelle erano dotate di denti simili ad arpioni che servivano per infilzare le prede, mentre nella parte posteriore si trovavano denti dal bordo seghettato adatti a frantumare le ossa delle vittime. Il basilosauro aveva due "braccia" trasformate in pinne e due arti posteriori molto piccoli che rivelano un'origine sulla terraferma. Forse servivano nei rituali di corteggiamento.[senza fonte]

Galleria d'immagini

  • Cranio di Basilosaurus cetoides, sono ben visibili i denti seghettati
    Cranio di Basilosaurus cetoides, sono ben visibili i denti seghettati
  • Ricostruzione di Basilosauro, fatta nel 1845 da Albert Koch, utilizzando ossa provenienti da almeno 5 scheletri, per una lunghezza totale di 114 piedi. L'animale venne chiamato Hydrarchos
    Ricostruzione di Basilosauro, fatta nel 1845 da Albert Koch, utilizzando ossa provenienti da almeno 5 scheletri, per una lunghezza totale di 114 piedi. L'animale venne chiamato Hydrarchos
  • Ricostruzione moderna di Basilosauro, seguendo le ultime conoscenze
    Ricostruzione moderna di Basilosauro, seguendo le ultime conoscenze

Note

  1. ^ a b Manja Voss, Mohammed Sameh M. Antar, Iyad S. Salmour e Philip D. Gingerich, Stomach contents of the archaeocete Basilosaurus isis: Apex predator in oceans of the late Eocene, in PLOS ONE, vol. 14, n. 1, 2019, e0209021, Bibcode:2019PLoSO..1409021V, DOI:10.1371/journal.pone.0209021, PMC 6326415, PMID 30625131.
  2. ^ P. D. Gingerich e Thewissen, J. G. M., 15. Paleobiological perspectives on Mesonychia, Archaeoceti, and the origin of whales (PDF), in The Emergence of Whales: Evolutionary Patterns in the Origin of Cetacea, New York, Springer, 1998, p. 423–449, DOI:10.1007/978-1-4899-0159-0, ISBN 978-1-4899-0159-0.
  3. ^ I. S. Zalmout, H. A. Mustafa e P. D. Gingerich, Priabonian Basilosaurus isis (Cetacea) from the Wadi Esh-Shallala Formation: first marine mammal from the Eocene of Jordan, in Journal of Vertebrate Paleontology, vol. 20, n. 1, 2000, pp. 201–204, DOI:10.1671/0272-4634(2000)020[0201:pbicft]2.0.co;2, OCLC 4908948040.
  4. ^ Basilosaurus, su bbc.co.uk, BBC Nature. URL consultato il 24 agosto 2013.
  5. ^ P. D. Gingerich, M. Arif, M Akram Bhatti, M Anwar e William J Sanders, Basilosaurus drazindai and Basiloterus hussaini, New Archaeoceti (Mammalia, Cetacea) from the Middle Eocene Drazinda Formation, with a Revised Interpretation of Ages of Whale-Bearing Strata in the Kirthar Group of the Sulaiman Range, Punjab (Pakistan), in Contributions from the Museum of Paleontology, University of Michigan, vol. 30, n. 2, 1997, p. 55–81, OCLC 742731913.
  6. ^ (EN) Basilosaurus description, su PBDB.
  7. ^ Julia M. Fahlke, Bite marks revisited – evidence for middle-to-late Eocene Basilosaurus isis predation on Dorudon atrox (both Cetacea, Basilosauridae) (PDF), in Palaeontologia Electronica, vol. 15, n. 3, 2012.

Bibliografia

  • J. W. Gidley, A recently mounted Zeuglodon skeleton in the United States National Museum, in Proceedings of the United States National Museum, vol. 44, n. 1975, 1913, pp. 649–654, DOI:10.5479/si.00963801.44-1975.649.
  • R. Kellogg, Description of two squalodonts recently discovered in the Calvert Cliffs, Maryland; and notes on the shark-toothed cetaceans, in Proceedings of the United States National Museum, vol. 62, n. 2462, 1923, pp. 1–69, DOI:10.5479/si.00963801.62-2462.1, OCLC 82628874.
  • Frederic A. Lucas, The pelvic girdle of Zeuglodon, Basilosaurus cetoides (Owen) with notes on other portions of the skeleton, in Proceedings of the United States National Museum, vol. 23, n. 1211, 1900, pp. 327–331, DOI:10.5479/si.00963801.23-1211.327, OCLC 75278090.
  • R. Lydekker, 4. On Zeuglodont and other Cetacean Remains from the Tertiary of the Caucasus, in Proceedings of the Zoological Society of London, vol. 60, n. 4, 1892, pp. 558–581, DOI:10.1111/j.1096-3642.1892.tb01782.x, OCLC 819196877.
    • On Zeuglodont and other cetacean remains from the Tertiary of the Caucasus, su paleodb.org (archiviato dall'url originale il 16 marzo 2016).
  • E. B. Sanger, On a molar tooth of Zeuglodon from the Tertiary beds on the Murray River near Wellington, S.A., in Proceedings of the Linnean Society of New South Wales, vol. 1, n. 5, 1881, pp. 298–300, DOI:10.5962/bhl.part.15884 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2016).
    • On a molar tooth of Zeuglodon from the Tertiary beds on the Murray River near Wellington, S.A., su paleodb.org (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2016).

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Collegamenti esterni

  • Zeuglodon, su sapere.it, De Agostini. Modifica su Wikidata
  • (EN) Basilosaurus, su Fossilworks.org. Modifica su Wikidata
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