Carlo Antonio Manzini

Le comete, 1665

Carlo Antonio Manzini (talvolta scritto Mangini o Mansini) (Bologna, 5 ottobre 1600 – 1677) è stato un astronomo e matematico italiano. Nobile bolognese[1], era il fratello di Luigi Manzini (1604–1657), famoso teologo e scrittore[2] e del romanziere Giovanni Battista Manzini.[1]

Biografia

Figlio di Girolamo Manzini e Camilla Vitali, nacque a Bologna il 5 ottobre 1600. Si addottorò in filosofia a Bologna il 22 dicembre 1625. Ammiratore di Galileo, si dedicò sin da giovane allo studio della matematica, dell'astronomia e dell'ottica e si legò d'amicizia con Mario Bettini, Bonaventura Cavalieri e Ovidio Montalbani.[1] Entrò in contatto anche con due dei principali costruttori di telescopi del periodo: Francesco Fontana ed Eustachio Divini.[3] Trasferitosi a Firenze, fu aggregato all'Accademia degli Apatisti e divenne segretario del cardinale Scipione Pannocchieschi, protettore dell'Accademia. Davanti all'Accademia pronunciò due importanti discorsi sul vuoto.[4] A Firenze compose, per i padri Certosini, una vita di Bruno di Colonia, fondatore dell'Ordine. Ritornato a Bologna si dedicò completamente allo studio dell'astronomia, costruendosi un piccolo osservatorio nella sua residenza di Battedizzo. Fu uno dei fondatori dell'Accademia matematica dei Vespertini di Bologna e fece parte di varie importanti accademie letterarie: quelle bolognesi dei Gelati e della Notte e quella romana degli Umoristi. Morì a Bologna nel 1677.

Gli è stato intitolato il cratere Manzini sulla Luna.

Opere

  • (LA) Tabulae primi mobilis, quibus nova dirigendi ars, et praecipue circuli positionis inventio non minus facilis, quam exacta ostenditur, Bologna, Nicolò Tebaldini, 1626.
  • Della sicura incertezza nella declinatione dell'ago magnetico dal meridiano, del modo di terminar l'ombre gnomoniche con altre invenzioni utili, Bologna, eredi Evangelista Dozza, 1650.
  • (LA) Stella Gonzaga sive geographica ad terrarum orbis ambitum, et meridianorum differentias, Bologna, eredi Evangelista Dozza, 1654.
  • L'occhiale all'occhio. Dioptrica pratica, Bologna, eredi Vittorio Benacci, 1660.
  • Comete, Bologna, Giovanni Battista Ferroni, 1665.

La raccolta dei manoscritti di Manzini è conservata nella Biblioteca comunale dell'Archiginnasio di Bologna (Mss., B.1399).[1]

Note

  1. ^ a b c d DBI.
  2. ^ Autore in particolare de Il Niente, che fu pubblicato a Venezia nel 1634 e suscitò ampie controversie in Italia e Francia.
  3. ^ Riccardo Bellè (2009), p. 454.
  4. ^ Gian Luigi Betti (1999), p. 156.

Bibliografia

  • The description of a way, said to be new and universal for working convex spherical glasses upon a plain, for all practicable lengths, without other dishes or concave moulds, in Philosophical Transactions, III (1668), pp. 837-840;
  • Angelico Aprosio, La Biblioteca Aprosiana, Bologna 1673, p. 594;
  • Valerio Zani, Memorie, imprese e ritratti de' signori Accademici Gelati di Bologna, Bologna 1677, pp. 94-96;
  • Pellegrino Antonio Orlandi, Notizie degli scrittori bolognesi e dell'opere loro stampate e manoscritte, Bologna 1714, p. 79;
  • Giovanni Targioni Tozzetti, Notizie degli aggrandimenti delle scienze fisiche accaduti in Toscana nel corso di anni 60 del secolo XVII, I, Firenze 1780, pp. 171, 243, 247;
  • Giovanni Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, V, Bologna 1786, pp. 206 s.;
  • Serafino Mazzetti, Memorie storiche sopra l'Università e l'Istituto delle scienze di Bologna, Bologna 1840, p. 393;
  • Alessandro Lazzeri, Intellettuali e consenso nella Toscana del Seicento. L'Accademia degli Apatisti, Milano 1983, p. 18;
  • Gian Luigi Betti, Nel mondo di Galileo. Le carte Marsili della Biblioteca comunale di Bologna e altri documenti inediti, in L'Archiginnasio, LXXXI (1986), pp. 325-344;
  • Gian Luigi Betti, Tra Università e Accademie. Note sulla cultura bolognese di fine Seicento, in Strenna storica bolognese, XXXVII (1987), pp. 88 s.;
  • Gian Luigi Betti, Carlo Antonio Manzini biografo del fratello Giovan Battista ed alcune lettere del cardinale Mazzarino, ibid., XLI (1991), pp. 57-73;
  • Gian Luigi Betti, La penna e l'archibugio. Note su Giovan Battista, Carlo Antonio e Luigi Manzini, ibid., XLIV (1994), pp. 37-53;
  • Gian Luigi Betti, Lettere di argomento scientifico conservate nell'archivio della famiglia Manzini presso l'Archivio di Stato di Bologna, in Nuncius, X (1995), pp. 691-714;
  • Gian Luigi Betti, Le vide dans deux discours académiques de Carlo Antonio Manzini prononcés à l'Académie florentine des "Apatistes", in Egidio Festa, Vincent Jullien, Maurizio Torrini (a cura di), Géométrie, atomisme et vide dans l'école de Galilée, Fontenay-aux-Roses, ENS Éditions, 1999, pp. 153-165.
  • Riccardo Bellè, L'occhiale all'occhio. Un testo del XVII secolo sulla costruzione dei telescopi, in Atti della Fondazione Giorgio Ronchi, vol. 64, n. 3, 2009, pp. 453-480.

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