Cupio dissolvi

La locuzione latina cupio dissolvi (letteralmente, "(io) desidero dissolvermi, essere dissolto"), che nel suo uso sostantivato significa "desiderio d'essere dissolto"[1], deriva da una frase biblica scritta in greco da Paolo di Tarso nella Lettera ai Filippesi, 1, 23-24 e latinizzata da San Girolamo nella Vulgata[1]:

Novum Testamentum Graece[2] Vulgata Clementina[3] Bibbia CEI[4]
23 συνέχομαι δὲ ἐκ τῶν δύο, τὴν ἐπιθυμίαν ἔχων εἰς τὸ ἀναλῦσαι καὶ σὺν Χριστῷ εἶναι, πολλῷ [γὰρ] μᾶλλον κρεῖσσον·

24 τὸ δὲ ἐπιμένειν [ἐν] τῇ σαρκὶ ἀναγκαιότερον δι’ ὑμᾶς.

23 Coarctor autem e duobus: desiderium habens dissolvi, et esse cum Christo, multo magis melius:

24 permanere autem in carne, necessarium propter vos.

23 Sono messo alle strette infatti tra queste due cose: da una parte il desiderio di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio;

24 d'altra parte, è più necessario per voi che io rimanga nella carne.

L'espressione cupio dissolvi, frequentemente riportata dalla Patristica latina, ha preso il sopravvento sulla variante desiderium habens dissolvi, perché probabilmente risalente a traduzioni latine anteriori alla Vulgata[1].

Tertulliano nel De patientia (200-212 circa)[5] cita Paolo con le seguenti parole:

(LA)

«Cupio, inquit apostolus, recipi iam et esse cum domino.»

(IT)

«Desidero, dice l'apostolo, già essere accolto e stare col Signore.»

(Tertulliano, De patientia, 9, 5[6])

Nella lezione del Codex Vaticanus Ottobonianus Latinus 25 del XIV secolo il riferimento, dopo il verbo reggente, riprende il testo paolino della Vulgata e diventa: «Cupio dissolvi et esse cum Christo, dicit apostolus»[6].

Col tempo la frase ha assunto un significato ascetico di annullamento mistico in Cristo e, nell'uso profano, ha preso anche il senso di "desiderio di annientarsi, di autodistruggersi"[1].

Note

  1. ^ a b c d Cupio dissolvi, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana..
  2. ^ (EN) Novum Testamentum Graece (NA28). Philippians, 1, su academic-bible.com, German Bible Society. URL consultato il 7 marzo 2021.
  3. ^ (LA) Biblia Sacra Vulgata, Epistola B. Pauli Apostoli ad Philippenses. Capitulum 1, su catholicbible.online, Baronius Press. URL consultato il 7 marzo 2021.
  4. ^ Filippesi 1, 23-24, su laparola.net.
  5. ^ Tertulliano, Quinto Settimio Florente, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
    «Incerta è la cronologia delle opere di Tertulliano. [...]; un gruppo di trattatelli morali che affrontano i problemi della comunità cristiana [...] si estende tra il 200 e il 212: De baptismo, De oratione, De patientia, De poenitentia, De idololatria, De virginibus velandis, De cultu feminarum
  6. ^ a b (LAFR) Tertullien, De la patience, introduction, texte critique, traductione et commentaire par Jean-Claude Fredouille, Paris, Les Éditions du Cerf, 1984, p. 92, ISBN 2-204-02176-8.

Voci correlate

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