Definizioni della funzione esponenziale

Nella matematica, la funzione esponenziale (fra le infinite funzioni esponenziali di base a {\displaystyle a} positiva diversa da 1 s'intenderà nel seguito quella "naturale" ossia con base e = 2 , 718281 {\displaystyle e=2,718281\ldots } ) può essere caratterizzata in vari modi. Le seguenti definizioni sono le più comuni. Questo articolo discute il motivo per cui ogni caratterizzazione ha senso, e del perché ogni definizione implica l'altra. Come caso speciale di queste considerazioni, si vedrà che le tre definizioni più comuni della costante matematica e sono anche equivalenti tra di loro.

Definizioni più comuni

Le sei più comuni definizione della funzione esponenziale exp ( x ) = e x {\displaystyle \exp(x)=e^{x}} con x {\displaystyle x} reale sono:

1. Si definisce e x {\displaystyle e^{x}} come il limite
e x = lim n ( 1 + x n ) n . {\displaystyle e^{x}=\lim _{n\to \infty }\left(1+{\frac {x}{n}}\right)^{n}.}
2. Si definisce e x {\displaystyle e^{x}} come il valore della serie
e x = n = 0 x n n ! = 1 + x + x 2 2 ! + x 3 3 ! + x 4 4 ! + {\displaystyle e^{x}=\sum _{n=0}^{\infty }{x^{n} \over n!}=1+x+{\frac {x^{2}}{2!}}+{\frac {x^{3}}{3!}}+{\frac {x^{4}}{4!}}+\cdots }
(Con n ! {\displaystyle n!} si indica il fattoriale di n {\displaystyle n} . Una dimostrazione che e è irrazionale utilizza questa rappresentazione.)
3. Si definisce e x {\displaystyle e^{x}} come l'unico numero y > 0 {\displaystyle y>0} tale che
1 y d t t = x . {\displaystyle \int _{1}^{y}{\frac {dt}{t}}=x.}
Ne deriva che è l'inversa della funzione logaritmo naturale, che è definita da questo integrale.
4. Si definisce e x {\displaystyle e^{x}} come l'unica soluzione del problema di Cauchy
y = y , y ( 0 ) = 1. {\displaystyle y'=y,\quad y(0)=1.}
( y {\displaystyle y'} denota la derivata di y {\displaystyle y} .)
5. La funzione esponenziale f ( x ) = e x {\displaystyle f(x)=e^{x}} è l'unica funzione misurabile secondo Lebesgue con f ( 1 ) = e {\displaystyle f(1)=e} che soddisfa
f ( x + y ) = f ( x ) f ( y )  per ogni  x  e  y {\displaystyle f(x+y)=f(x)f(y){\text{ per ogni }}x{\text{ e }}y}
(Hewitt and Stromberg, 1965, esercizio 18.46). Alternativamente, è l’unica funzione continua "da qualche parte" con queste proprietà (Rudin, 1976, capitolo 8, esercizio 6). Il termine "continua da qualche parte" significa esiste almeno un punto x {\displaystyle x} in cui f ( x ) {\displaystyle f(x)} è continua. Come mostrato sotto, se f ( x + y ) = f ( x ) f ( y ) {\displaystyle f(x+y)=f(x)f(y)} per ogni x {\displaystyle x} e y {\displaystyle y} e inoltre f ( x ) {\displaystyle f(x)} è continua in un punto x {\displaystyle x} allora f ( x ) {\displaystyle f(x)} è necessariamente continua ovunque.
(Come controesempio, se non la continuità o la misurabilità, è possibile dimostrare l'esistenza di una funzione non misurabile e discontinua ovunque con questa proprietà usando una base di Hamel per i numeri reali sul campo dei razionali, come descritto da Hewitt e Stromberg.)
Poiché f ( x ) = e {\displaystyle f(x)=e} per x {\displaystyle x} razionali per la proprietà precedente (vedere sotto), si potrebbe anche usare la monotonicità o altre proprietà per rinforzare la scelta di e x {\displaystyle e^{x}} per numeri irrazionali, ma tali alternative si rivelano insolite.
Si possono anche sostituire le condizioni che f ( 1 ) = e {\displaystyle f(1)=e} e che f {\displaystyle f} sia una funzione misurabile secondo Lebesgue o continua da qualche parte con la singola proprietà f ( 0 ) = 1 {\displaystyle f'(0)=1} . Questa condizione, insieme a f ( x + y ) = f ( x ) f ( y ) {\displaystyle f(x+y)=f(x)f(y)} , implicano facilmente entrambe le condizioni nella quarta caratterizzazione. Infatti, si ha la condizione iniziale f ( 0 ) = 1 {\displaystyle f(0)=1} dividendo entrambi membri dell'equazione
f ( 0 ) = f ( 0 + 0 ) = f ( 0 ) f ( 0 ) {\displaystyle f(0)=f(0+0)=f(0)f(0)}
per f ( 0 ) {\displaystyle f(0)} , e f ( x ) = f ( x ) {\displaystyle f'(x)=f(x)} deriva da f ( 0 ) = 1 {\displaystyle f'(0)=1} e la definizione della derivata come segue:
f ( x ) = lim h 0 f ( x + h ) f ( x ) h = lim h 0 f ( x ) f ( h ) f ( x ) h = lim h 0 f ( x ) f ( h ) 1 h = f ( x ) lim h 0 f ( h ) 1 h = f ( x ) lim h 0 f ( 0 + h ) f ( 0 ) h = f ( x ) f ( 0 ) = f ( x ) . {\displaystyle {\begin{aligned}f'(x)&=\lim _{h\to 0}{\frac {f(x+h)-f(x)}{h}}\\&=\lim _{h\to 0}{\frac {f(x)f(h)-f(x)}{h}}\\&=\lim _{h\to 0}f(x){\frac {f(h)-1}{h}}\\&=f(x)\lim _{h\to 0}{\frac {f(h)-1}{h}}\\&=f(x)\lim _{h\to 0}{\frac {f(0+h)-f(0)}{h}}\\&=f(x)f'(0)=f(x).\end{aligned}}}
6. Sia e {\displaystyle e} l'unico numeri reale che soddisfa
lim h 0 e h 1 h = 1. {\displaystyle \lim _{h\to 0}{\frac {e^{h}-1}{h}}=1.}
Si può mostrare che questo limite esiste. Questa definizione è particolarmente adatta per calcolare la derivata della funzione esponenziale. Si definisce quindi e x {\displaystyle e^{x}} la funzione esponenziale con questa base.

Estensione a domini più grandi

Un modo di descrivere la funzione esponenziale su domini più grandi dei numeri reali è di definirla prima in ( R ) {\displaystyle \mathbb {(} R)} usando una delle precedenti caratterizzazioni e dopo estenderla in un modo che vada bene per ogni funzione analitica.

È possibile anche usare la caratterizzazione direttamente sul dominio più grande, sebbene potrebbero comparire alcuni problemi. (1), (2), e (4) hanno tutte senso per una arbitraria algebra di Banach. (3) presenta dei problema per i numeri complessi, perché ci sono percorsi d'integrazione che non sono equivalenti, e (5) non è sufficiente. Per esempio, la funzione f {\displaystyle f} definita (per x {\displaystyle x} e y {\displaystyle y} reali) come

f ( x + i y ) = e x ( cos ( 2 y ) + i sin ( 2 y ) ) = e x + 2 i y {\displaystyle f(x+iy)=e^{x}(\cos(2y)+i\sin(2y))=e^{x+2iy}}

soddisfa la condizione nella (5) senza essere la funzione esponenziale di x + i y {\displaystyle x+iy} . Per rendere (5) sufficiente per il dominio dei numeri complessi, si dovrebbe assumere che esista un punto in cui f {\displaystyle f} sia una mappa conforme o altrimenti aggiungere la condizione

f ( i ) = cos ( 1 ) + i sin ( 1 ) . {\displaystyle f(i)=\cos(1)+i\sin(1).}

In particolare, la condizione alternativa nella (5) che f ( 0 ) = 1 {\displaystyle f'(0)=1} è sufficiente dal momento che implicitamente assume che f {\displaystyle f} sia conforme.

Dimostrazione che ogni caratterizzazione è ben definita

Qualcuna di queste definizioni richiedono delle giustificazioni per dimostrare che sono ben definite. Per esempio, quando il valore della funzione è definito come il risultato di un limite (di una successione o di una serie), si deve provare che tale limite esiste.

Caratterizzazione 2

Poiché

lim n | x n + 1 / ( n + 1 ) ! x n / n ! | = lim n | x n + 1 | = 0 < 1. {\displaystyle \lim _{n\to \infty }\left|{\frac {x^{n+1}/(n+1)!}{x^{n}/n!}}\right|=\lim _{n\to \infty }\left|{\frac {x}{n+1}}\right|=0<1.}

segue dal criterio del rapporto che n = 0 x n n ! {\displaystyle \sum _{n=0}^{\infty }{\frac {x^{n}}{n!}}} converge per ogni x {\displaystyle x} .

Caratterizzazione 3

Dal momento che l'integrando è una funzione integrabile di t {\displaystyle t} , l'espressione è ben definita. Ora si deve mostrare che la funzione da R + {\displaystyle \mathbb {R} ^{+}} a R {\displaystyle \mathbb {R} } definita come

1 ( ) d t t {\displaystyle \int _{1}^{(\cdot )}{\frac {dt}{t}}}

è biettiva. Siccome t 1 {\displaystyle t^{-1}} è positivo per t > 0 {\displaystyle t>0} , questa funzione è monotona crescente, quindi iniettiva. Se inoltre valgono i due integrali

1 d t t = + , 1 0 d t t = , {\displaystyle \int _{1}^{\infty }{\frac {dt}{t}}=+\infty ,\quad \int _{1}^{0}{\frac {dt}{t}}=-\infty ,}

allora è chiaramente anche suriettiva. Infatti, nel caso in esame questi integrali valgono nel nostro caso, come si deduce dal criterio dell'integrale e dalla divergenza della serie armonica.

Equivalenza delle definizioni

Le seguenti dimostrazioni dimostrano l'equivalenza delle tre caratterizzazioni date precedentemente per e {\displaystyle e} . La dimostrazione consiste di due parti. Prima, si stabilisce l'equivalenza delle definizioni 1 e 2 e successivamente l'equivalenza fra 1 e 3.

Equivalenza delle definizioni 1 e 2

I seguenti ragionamenti sono adattati da una dimostrazione in Rudin, teorema 3.31, p. 63–-5.

Sia x 0 {\displaystyle x\geq 0} un fissato numero reale non negativo. Si definisce

s n = k = 0 n x k k ! ,   t n = ( 1 + x n ) n . {\displaystyle s_{n}=\sum _{k=0}^{n}{\frac {x^{k}}{k!}},\ t_{n}=\left(1+{\frac {x}{n}}\right)^{n}.}

Per il teorema binomiale,

t n = k = 0 n ( n k ) x k n k = 1 + x + k = 2 n n ( n 1 ) ( n 2 ) ( n ( k 1 ) ) x k k ! n k = 1 + x + x 2 2 ! ( 1 1 n ) + x 3 3 ! ( 1 1 n ) ( 1 2 n ) + + x n n ! ( 1 1 n ) ( 1 n 1 n ) s n {\displaystyle {\begin{aligned}t_{n}&=\sum _{k=0}^{n}{n \choose k}{\frac {x^{k}}{n^{k}}}=1+x+\sum _{k=2}^{n}{\frac {n(n-1)(n-2)\cdots (n-(k-1))x^{k}}{k!\,n^{k}}}\\[8pt]&=1+x+{\frac {x^{2}}{2!}}\left(1-{\frac {1}{n}}\right)+{\frac {x^{3}}{3!}}\left(1-{\frac {1}{n}}\right)\left(1-{\frac {2}{n}}\right)+\cdots +{\frac {x^{n}}{n!}}\left(1-{\frac {1}{n}}\right)\cdots \left(1-{\frac {n-1}{n}}\right)\leq s_{n}\end{aligned}}}

(usando x 0 {\displaystyle x\geq 0} per ottenere la disuguaglianza finale) in modo che

lim sup n t n lim sup n s n = e x , {\displaystyle \limsup _{n\to \infty }t_{n}\leq \limsup _{n\to \infty }s_{n}=e^{x},}

dove l'esponenziale e x {\displaystyle e^{x}} è definito con la seconda caratterizzazione. Si deve utilizzare il limite superiore perché non si sa ancora se realmente t n {\displaystyle t_{n}} converge. Ora, per l'altro verso della disuguaglianza, si nota che dall'espressione di prima con t n {\displaystyle t_{n}} , se m n {\displaystyle m\leq n} , si ottiene

1 + x + x 2 2 ! ( 1 1 n ) + + x m m ! ( 1 1 n ) ( 1 2 n ) ( 1 m 1 n ) t n . {\displaystyle 1+x+{\frac {x^{2}}{2!}}\left(1-{\frac {1}{n}}\right)+\cdots +{\frac {x^{m}}{m!}}\left(1-{\frac {1}{n}}\right)\left(1-{\frac {2}{n}}\right)\cdots \left(1-{\frac {m-1}{n}}\right)\leq t_{n}.}

Fissato m {\displaystyle m} , si manda n {\displaystyle n} all'infinito e si ricava

s m = 1 + x + x 2 2 ! + + x m m ! lim inf n t n {\displaystyle s_{m}=1+x+{\frac {x^{2}}{2!}}+\cdots +{\frac {x^{m}}{m!}}\leq \liminf _{n\to \infty }t_{n}}

(ancora, si deve usare il limite inferiore poiché non si conosce se il limite effettivamente esiste). Ora, presa la disuguaglianza appena ottenuta, si prende m {\displaystyle m} tendente all'infinito e tenendo conto dell'altra si ha

lim sup n t n e x lim inf n t n , {\displaystyle \limsup _{n\to \infty }t_{n}\leq e^{x}\leq \liminf _{n\to \infty }t_{n},}

cosicché

lim n t n = e x . {\displaystyle \lim _{n\to \infty }t_{n}=e^{x}.}

Si può quindi estendere questa equivalenza ai numeri negativi notando che ( 1 r n ) n ( 1 + r n ) n = ( 1 r 2 n 2 ) n {\displaystyle \left(1-{\frac {r}{n}}\right)^{n}\left(1+{\frac {r}{n}}\right)^{n}=\left(1-{\frac {r^{2}}{n^{2}}}\right)^{n}} e prendendo il limite per n {\displaystyle n} che tende all'infinito. Il termine d'errore di questa limite è rappresentato da

( 1 + x n ) n = e x ( 1 x 2 2 n + x 3 ( 8 + 3 x ) 24 n 2 + ) , {\displaystyle \left(1+{\frac {x}{n}}\right)^{n}=e^{x}\left(1-{\frac {x^{2}}{2n}}+{\frac {x^{3}(8+3x)}{24n^{2}}}+\cdots \right),}

dove il grado dei polinomi (in x {\displaystyle x} ) nel termine con denominatore x k {\displaystyle x^{k}} è 2 k {\displaystyle 2k} .

Equivalenza delle definizioni 1 e 3

Si definisca la funzione logaritmo naturale in termini dell'integrale definito come sopra. Per il teorema fondamentale del calcolo integrale,

d d x ln x = d d x 1 x 1 t d t = 1 x . {\displaystyle {\frac {d}{dx}}\ln x={\frac {d}{dx}}\int _{1}^{x}{\frac {1}{t}}\,dt={\frac {1}{x}}.}

Inoltre, ln 1 = 1 1 1 t d t = 0. {\displaystyle \ln 1=\int _{1}^{1}{\frac {1}{t}}\,dt=0.}

Sia x {\displaystyle x} un numero reale fissato, e sia

y = lim n ( 1 + x n ) n . {\displaystyle y=\lim _{n\to \infty }\left(1+{\frac {x}{n}}\right)^{n}.}

Si mostrerà che ln ( y ) = x {\displaystyle \ln(y)=x} , il quale implica che y = e x {\displaystyle y=e^{x}} , dove e x {\displaystyle e^{x}} è secondo la definizione 3. Si ha

ln y = ln lim n ( 1 + x n ) n = lim n ln ( 1 + x n ) n . {\displaystyle \ln y=\ln \lim _{n\to \infty }\left(1+{\frac {x}{n}}\right)^{n}=\lim _{n\to \infty }\ln \left(1+{\frac {x}{n}}\right)^{n}.}

Qui si è usata la continuità di ln ( y ) {\displaystyle \ln(y)} , che segue dalla continuità di 1 / t {\displaystyle 1/t} :

ln y = lim n n ln ( 1 + x n ) = lim n x ln ( 1 + ( x / n ) ) ( x / n ) . {\displaystyle \ln y=\lim _{n\to \infty }n\ln \left(1+{\frac {x}{n}}\right)=\lim _{n\to \infty }{\frac {x\ln \left(1+(x/n)\right)}{(x/n)}}.}

Qui invece si è usato il fatto che ln ( a n ) = n ln ( a ) {\displaystyle \ln(a^{n})=n\ln(a)} , che può essere dimostrato tramite induzione matematica per i numeri naturali oppure usando l'integrazione per sostituzione. (L'estensione a potenze reali deve aspettare finché ln {\displaystyle \ln } e exp {\displaystyle \exp } sono definiti come uno l'inverso dell'altro, in modo che a b {\displaystyle a^{b}} possa essere espresso per b {\displaystyle b} reale come e b ln ( a ) {\displaystyle e^{b\ln(a)}} .)

ln y = x lim h 0 ln ( 1 + h ) h , dove  h = x n = x lim h 0 ln ( 1 + h ) ln 1 h = x d d t ln t | t = 1 = x . {\displaystyle {\begin{aligned}\ln y&=x\cdot \lim _{h\to 0}{\frac {\ln \left(1+h\right)}{h}},\qquad {\text{dove }}h={\frac {x}{n}}\\&=x\cdot \lim _{h\to 0}{\frac {\ln \left(1+h\right)-\ln 1}{h}}=x\cdot {\frac {d}{dt}}\ln t{\Bigg |}_{t=1}=x.\end{aligned}}}

Equivalenza della definizione 2 e 4

Sia n {\displaystyle n} un numero intero non negativo. Per la definizione 4 e utilizzando l'induzione, d n y d x n = y {\displaystyle {\frac {d^{n}y}{dx^{n}}}=y} .

Dunque d n y d x n | x = 0 = y ( 0 ) = 1. {\displaystyle {\frac {d^{n}y}{dx^{n}}}{\Bigg |}_{x=0}=y(0)=1.}

Usando la serie di Taylor,

y = n = 0 f ( n ) ( 0 ) n ! x n = n = 0 1 n ! x n = n = 0 x n n ! . {\displaystyle y=\sum _{n=0}^{\infty }{\frac {f^{(n)}(0)}{n!}}x^{n}=\sum _{n=0}^{\infty }{\frac {1}{n!}}x^{n}=\sum _{n=0}^{\infty }{\frac {x^{n}}{n!}}.}

Questo mostra che la definizione 4 implica la 2.

Secondo la definizione 2,

d d x e x = d d x ( 1 + n = 1 x n n ! ) = n = 1 n x n 1 n ! = n = 1 x n 1 ( n 1 ) ! = k = 0 x k k ! , dove  k = n 1 = e x {\displaystyle {\begin{aligned}{\frac {d}{dx}}e^{x}&={\frac {d}{dx}}\left(1+\sum _{n=1}^{\infty }{\frac {x^{n}}{n!}}\right)=\sum _{n=1}^{\infty }{\frac {nx^{n-1}}{n!}}=\sum _{n=1}^{\infty }{\frac {x^{n-1}}{(n-1)!}}\\[6pt]&=\sum _{k=0}^{\infty }{\frac {x^{k}}{k!}},\qquad {\text{dove }}k=n-1\\[6pt]&=e^{x}\end{aligned}}}

Inoltre, e 0 = 1 + 0 + 0 2 2 ! + 0 3 3 ! + = 1. {\displaystyle e^{0}=1+0+{\frac {0^{2}}{2!}}+{\frac {0^{3}}{3!}}+\cdots =1.} Questo dimostra che la definizione 2 implica la 4, concludendo la dimostrazione.

Equivalenza delle definizioni 1 e 5

La seguente dimostrazione è la versione semplificata di una in Hewitt e Stromberg, esercizio 18.46. Prima, si prova che la misurabilità (o l'integrabilità secondo Lebesgue) implica la continuità per una funzione f ( x ) {\displaystyle f(x)} non nulla che soddisfa f ( x + y ) = f ( x ) f ( y ) {\displaystyle f(x+y)=f(x)f(y)} , e che la continuità implica f ( x ) = e k x {\displaystyle f(x)=e^{kx}} per qualche k {\displaystyle k} , e alla fine da f ( 1 ) = e {\displaystyle f(1)=e} si ricava k = 1 {\displaystyle k=1} .

Prima di tutto si dimostra un po' di proprietà elementari di f ( x ) {\displaystyle f(x)} con l'ipotesi che f ( x + y ) = f ( x ) f ( y ) {\displaystyle f(x+y)=f(x)f(y)} e f ( x ) {\displaystyle f(x)} non è identicamente zero:

  • Se f ( x ) {\displaystyle f(x)} è non nulla in un punto y {\displaystyle y} , allora è non nulla ovunque. Dimostrazione: f ( y ) = f ( x ) f ( y x ) 0 {\displaystyle f(y)=f(x)f(y-x)\neq 0} implica f ( x ) 0 {\displaystyle f(x)\neq 0} .
  • f ( 0 ) = 1 {\displaystyle f(0)=1} . Dimostrazione: f ( x ) = f ( x + 0 ) = f ( x ) f ( 0 ) {\displaystyle f(x)=f(x+0)=f(x)f(0)} e f ( x ) {\displaystyle f(x)} non è zero.
  • f ( x ) = 1 / f ( x ) {\displaystyle f(-x)=1/f(x)} . Dimostrazione: 1 = f ( 0 ) = f ( x x ) = f ( x ) f ( x ) {\displaystyle 1=f(0)=f(x-x)=f(x)f(-x)} .
  • Se f ( x ) {\displaystyle f(x)} è continua in un punto y {\displaystyle y} , allora è continua ovunque. Dimostrazione: f ( x + δ ) f ( x ) = f ( x y ) [ f ( y + δ ) f ( y ) ] 0 {\displaystyle f(x+\delta )-f(x)=f(x-y)[f(y+\delta )-f(y)]\rightarrow 0} con δ 0 {\displaystyle \delta \rightarrow 0} per la continuità in y {\displaystyle y} .

La seconda e terza proprietà significano che è sufficiente di dimostrare che f ( x ) = e x {\displaystyle f(x)=e^{x}} per x {\displaystyle x} positivi.

Se f ( x ) {\displaystyle f(x)} è una funzione integrabile secondo Lebesgue, allora si può definire

g ( x ) = 0 x f ( x ) d x . {\displaystyle g(x)=\int _{0}^{x}f(x')\,dx'.}

Da ciò segue che

g ( x + y ) g ( x ) = x x + y f ( x ) d x = 0 y f ( x + x ) d x = f ( x ) g ( y ) . {\displaystyle g(x+y)-g(x)=\int _{x}^{x+y}f(x')\,dx'=\int _{0}^{y}f(x+x')\,dx'=f(x)g(y).}

Poiché f ( x ) {\displaystyle f(x)} è non nulla, si può scegliere qualche y {\displaystyle y} tale che g ( y ) 0 {\displaystyle g(y)\neq 0} per risolvere l'espressione precedente in f ( x ) {\displaystyle f(x)} . Pertanto:

f ( x + δ ) f ( x ) = [ g ( x + δ + y ) g ( x + δ ) ] [ g ( x + y ) g ( x ) ] g ( y ) = [ g ( x + y + δ ) g ( x + y ) ] [ g ( x + δ ) g ( x ) ] g ( y ) = f ( x + y ) g ( δ ) f ( x ) g ( δ ) g ( y ) = g ( δ ) f ( x + y ) f ( x ) g ( y ) . {\displaystyle {\begin{aligned}f(x+\delta )-f(x)&={\frac {[g(x+\delta +y)-g(x+\delta )]-[g(x+y)-g(x)]}{g(y)}}\\&={\frac {[g(x+y+\delta )-g(x+y)]-[g(x+\delta )-g(x)]}{g(y)}}\\&={\frac {f(x+y)g(\delta )-f(x)g(\delta )}{g(y)}}=g(\delta ){\frac {f(x+y)-f(x)}{g(y)}}.\end{aligned}}}

L'espressione finale deve tendere a zero se δ 0 {\displaystyle \delta \rightarrow 0} , dato che g ( 0 ) = 0 {\displaystyle g(0)=0} e g ( x ) {\displaystyle g(x)} è continua. Segue che f ( x ) {\displaystyle f(x)} è continua.

Si dimostra ora che f ( q ) = e k q {\displaystyle f(q)=e^{kq}} , per qualche k {\displaystyle k} , per ogni numero razionale positivo q {\displaystyle q} . Sia q = n / m {\displaystyle q=n/m} per gli interi positivi n {\displaystyle n} e m {\displaystyle m} . Allora

f ( n m ) = f ( 1 m + + 1 m ) = f ( 1 m ) n {\displaystyle f\left({\frac {n}{m}}\right)=f\left({\frac {1}{m}}+\cdots +{\frac {1}{m}}\right)=f\left({\frac {1}{m}}\right)^{n}}

per induzione matematica su n {\displaystyle n} . Dunque, f ( 1 / m ) m = f ( 1 ) {\displaystyle f(1/m)^{m}=f(1)} e quindi

f ( n m ) = f ( 1 ) n / m = e k ( n / m ) . {\displaystyle f\left({\frac {n}{m}}\right)=f(1)^{n/m}=e^{k(n/m)}.}

per k = ln [ f ( 1 ) ] {\displaystyle k=\ln[f(1)]} . Si noti che se ci si restringe alla funzione a valori reali f ( x ) {\displaystyle f(x)} , allora f ( x ) = f ( x / 2 ) 2 {\displaystyle f(x)=f(x/2)^{2}} è positiva ovunque e allora k {\displaystyle k} è reale.

Infine, per continuità, dal momento che f ( x ) = e k x {\displaystyle f(x)=e^{kx}} per ogni x {\displaystyle x} razionale, deve essere vero per ogni numero reale poiché la chiusura dei razionali sono i reali (cioè, si può scrivere ogni x {\displaystyle x} reale come il limite di una successione di razionali). Se f ( 1 ) = e {\displaystyle f(1)=e} allora ne deriva che k = 1 {\displaystyle k=1} . Questo è equivalente alla definizione 1 (o 2, o 3), a seconda di quale caratterizzazione si usa per e.

Definizione 2 implica definizione 6

Secondo la definizione 2,

lim h 0 e h 1 h = lim h 0 1 h ( ( 1 + h + h 2 2 ! + h 3 3 ! + h 4 4 ! + ) 1 ) = lim h 0 ( 1 + h 2 ! + h 2 3 ! + h 3 4 ! + ) = 1. {\displaystyle \lim _{h\to 0}{\frac {e^{h}-1}{h}}=\lim _{h\to 0}{\frac {1}{h}}\left(\left(1+h+{\frac {h^{2}}{2!}}+{\frac {h^{3}}{3!}}+{\frac {h^{4}}{4!}}+\cdots \right)-1\right)=\lim _{h\to 0}\left(1+{\frac {h}{2!}}+{\frac {h^{2}}{3!}}+{\frac {h^{3}}{4!}}+\cdots \right)=1.}

Definizione 6 implica definizione 4

Secondo la definizione 6,

d d x e x = lim h 0 e x + h e x h = e x lim h 0 e h 1 h = e x . {\displaystyle {\frac {d}{dx}}e^{x}=\lim _{h\to 0}{\frac {e^{x+h}-e^{x}}{h}}=e^{x}\cdot \lim _{h\to 0}{\frac {e^{h}-1}{h}}=e^{x}.}

Ma si ha inoltre e 0 = 1 {\displaystyle e^{0}=1} , dunque la definizione 6 implica la definizione 4.

Bibliografia

  • Walter Rudin, Principles of Mathematical Analysis, 3rd edition (McGraw–Hill, 1976), chapter 8.
  • Edwin Hewitt e Karl Stromberg, Real and Abstract Analysis (Springer, 1965).
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