Diritto d'offesa

Diritto d'offesa
Titolo originaleSkokie
PaeseStati Uniti d'America
Anno1981
Formatofilm TV
Generedrammatico
Durata112 min
Lingua originaleinglese
Crediti
RegiaHerbert Wise
SoggettoErnest Kinoy
SceneggiaturaErnest Kinoy
Interpreti e personaggi
  • Eli Wallach: Bert Silverman
  • Kim Hunter: Bertha Feldman
  • Carl Reiner: Abbot Rosen
  • Danny Kaye: Max Feldman
  • George Dzundza: Frank Collin
  • John Rubinstein: Herb Lewisohn
  • Stephen D. Newman: Aryeh Neier
  • David Hurst: Sol Goldstein
  • Brian Dennehy: Arthur Buchanan
  • Ed Flanders: Sindaco Albert J. Smith
  • James Sutorius: David Hamlin
  • Lee Strasberg: Morton Weisman
  • Marin Kanter: Janet Feldman
  • Robin Bartlett: ragazza JDL
  • Ruth Nelson: Nonna Jannsen
  • Robin Morse: Penny
  • Michele Shay: Sheila
  • Douglas Alan-Mann: Sacerdote
  • Jack Callahan: Padre Kelly
  • Dan Conway: Presentatore televisivo
  • Richard Cusak: Membro del Consiglio
  • Harry Elders: Giudice
  • Beatrice Fredman: Sopravvissuta
  • Robert J. Jones Jr.: Reporter
  • Pamela Keith: Reporter
FotografiaAlex Thomson
MontaggioRobert M. Reitano, Stephen A. Rotter
MusicheRalph Berliner
ScenografiaRichard Bianchi
Effetti specialiGarnet Baril, William Cobb
ProduttoreRobert Berger, Herbert Brodkin, Thomas De Wolfe
Casa di produzioneTitus Productions
Prima visione
Data17 novembre 1981
Rete televisivaCBS
Modifica dati su Wikidata · Manuale

Diritto d'offesa (Skokie) è un film TV del 1981 diretto da Herbert Wise, ispirato ai cosiddetti "fatti di Skokie"[1], che sfociarono in una sentenza del 14 giugno 1977 della Corte suprema degli Stati Uniti d'America.

Trama

La pacifica cittadina di Skokie, nella periferia nord di Chicago, viene sconvolta quando Frank Collin, astuto politico neonazista, la sceglie come luogo del prossimo raduno del suo Partito Nazionalsocialista d'America. Quasi il 40% della popolazione di Skokie è ebrea, con molti sopravvissuti all'Olocausto e la marcia viene vista come un monito e un promemoria dei loro giorni come prigionieri nei campi di concentramento. La comunità ebraica decide quindi di opporsi a tutti i costi alla manifestazione, per assicurarsi che l'Olocausto non venga mai dimenticato o che simili fatti non vengano più permessi.

I leader moderati Bert Silverman (Eli Wallach) e l'abate Rosen (Carl Reiner) consigliano alla comunità ebraica di ignorare i neonazisti, consigliando una strategia di "quarantena", isolando l'incontro, ignorando totalmente la presenza neonazista e rifiutando di essere provocati. La loro logica è semplice: se la comunità ebraica rifiuta di riconoscere la manifestazione rifiuta anche qualsiasi pubblicità sui mass media e l'incontro sarà inutile e presto dimenticato.

Ma Max Feldman (Danny Kaye, in una magistrale interpretazione drammatica), sopravvissuto all'Olocausto, contesta la loro tesi. Quasi 40 anni prima, in Germania, gli fu detto di ignorare i nazisti e prima che se ne rendesse conto era in un campo di concentramento. Ma questa volta agirà ed è pronto a spargere sangue se necessario. Guidati da questo portavoce de facto, la maggior parte dei membri della comunità accetta di protestare.


Note

  1. ^ Copia archiviata. URL consultato il 23 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2008).

Collegamenti esterni

  Portale Nazismo
  Portale Televisione