Edith Maryon

Edith Louisa Maryon

Louisa Edith Church Maryon, conosciuta semplicemente come Edith Maryon (Londra, 9 febbraio 1872 – Dornach, 2 maggio 1924) è stata una scultrice ed esoterista inglese.

Insieme a Ita Wegman ha fatto parte della cerchia più intima dei fondatori della Società Antroposofica gravitanti attorno a Rudolf Steiner e fece parte della loggia Mystica Aeterna[1].


Vita e opere

Seconda di sei figli, Edith nacque a Londra da John Maryon, di professione sarto, e Louisa Church.[2] A Londra frequentò una scuola femminile, proseguendo gli studi in Svizzera in un collegio linguistico di Ginevra. Nel corso degli anni 1890 si formò come scultrice a Londra presso la Scuola Centrale di Design, e dal 1896 al Royal College of Art, mettendo in mostra il suo talento alla Royal Academy.[3] Le opere di quel periodo, che raffigurano ritratti estremamente plastici realizzati con uno stile tradizionalista di ispirazione classica,[4] rivelavano la sua propensione per i temi del cristianesimo, tra cui un modello dell'Arcangelo Michele, rilievi come Il Cercatore della Saggezza Divina e la Croce del Golgota.[3]

La scultura simbolo dell'antroposofia, Il Rappresentante dell'Umanità, ad opera di Rudolf Steiner e Edith Maryon[5]

Nel 1909 entrò a far parte di un ramo dell'Ordine Ermetico della Golden Dawn, un'organizzazione esoterica chiamata «Stella Matutina», guidata da Robert Felkin.[6] Attraverso la sua mediazione entrò in contatto col fondatore dell'antroposofia, Rudolf Steiner,[7] con cui ebbe degli incontri personali tra il 1912 e il 1913 a Berlino e a L'Aia.[8]

Dopo l'estate del 1914 Maryon si trasferì quindi a Dornach, sede del movimento antroposofico, dove lavorò con Steiner alla costruzione del tempio noto come Goetheanum.[3] Con lui partecipò anche alla progettazione e successivo intaglio della scultura in legno conosciuta come Il Rappresentante dell'Umanità.[6] L'opera, di nove metri di altezza, da collocare secondo le intenzioni degli autori nel primo Goetheanum poi andato distrutto, è ora in mostra permanente nel secondo Goetheanum: presenta un Cristo al centro, quale rappresentante appunto dell'umanità, che si tiene in equilibrio tra le figure di Lucifero e Ahrimane, le quali incarnano le opposte tendenze della natura già descritte da Goethe, verso l'espansione da un lato e la contrazione dall'altro.[9] La scultura intendeva superare la visione del Cristo quale giudice implacabile espressa nel Giudizio Universale di Michelangelo, descrivendolo piuttosto come la Guida in cui gli uomini si riconoscono e attraverso il quale giudicano se stessi.[10]

Tra il 1920 e il 1922 Maryon progettò la costruzione delle cosiddette «case inglesi» sulla collina di Dornach nei pressi del Goetheanum, destinate a far fronte alla carenza di alloggi degli impiegati, alcune delle quali oggi chiamate «case euritmiche». All'euritmia, cioè all'arte del movimento ideata dai coniugi Steiner, sono ispirate inoltre alcune sue sculture colorate in legno.[2]

In occasione del tradizionale Convegno di Natale tenutosi alla fine del 1923 tra i membri fondatori della Società Antroposofica, Steiner nominò Maryon direttrice della Sezione di Arti Figurative del Goetheanum (German Sektion für Bildende Künste).[11] Malata da tempo, tuttavia, Maryon non poté esercitare il nuovo ufficio, morendo di tubercolosi il maggio seguente.[2]

Ai funerali il Dottore tenne un discorso commemorativo su di lei. Di seguito uno stralcio:

«Il movente che indusse Edith Maryon a ricercare nella Società Antroposofica ciò che può venir in essa trovato, consisteva nell’essere ella stata già prima membro di un gruppo esoterico; più tardi tutta una serie di membri di tale gruppo entrò a far parte del nostro movimento antroposofico. Indi Edith Maryon venne da Londra brevemente visitando prima il Movimento antroposofico in Germania. A tutta prima fu difficile inserirvisi, poiché non comprendeva la lingua tedesca. Ma ella superò con ferrea volontà propria codesto ostacolo, e così relativamente in breve tempo poté impadronirsi di tutto ciò che viene dato appunto alla Sezione germanica del Movimento antroposofico e renderselo famigliare.»

(Rudolf Steiner, Parole commemorative per Charlotte Ferreri ed Edith Maryon, Dornach, 3 maggio 1924, O.O. 261, trad. it. di Luisa Fliess)

Nel 1990 è stata istituita la Fondazione «Edith Maryon» per ricordare il suo impegno nell'edilizia sociale.[12]

Galleria delle opere

  • Un poeta dell'Umbria
    Un poeta dell'Umbria
  • Evelyn e Gloria
    Evelyn e Gloria
  • La danza di Anitra
    La danza di Anitra
  • Il giardino incantato
    Il giardino incantato
  • Il messaggero della morte
    Il messaggero della morte
  • Il cerchio dei pixie
    Il cerchio dei pixie
  • Il trionfo della pace
    Il trionfo della pace
  • Ai festini delle streghe
    Ai festini delle streghe

Note

  1. ^ Fabrizio Fiorini, Rudolf Steiner e la Massoneria. La Mystica Aeterna, Mimesis ed., Milano, 2022, p. 94.
  2. ^ a b c Edith Maryon, in Dizionario storico della Svizzera.
  3. ^ a b c Judith von Halle, John Wilkes, The Representative of Humanity, between Lucifer and Ahriman: the Wooden Model at the Goetheanum, pag. 73 e segg., Rudolf Steiner Press, 2010.
  4. ^ (DE) Edith Maryon, su anthrowiki.at.
  5. ^ Rudolf Steiner, Cristo in relazione a Lucifero e Arimane, su napolinetwork.it, 1915.
  6. ^ a b Giorgio Tarditi Spagnoli, Mystica Aeterna: storia del Servizio di Misraim Archiviato il 30 agosto 2018 in Internet Archive., § 8.9, 2018.
  7. ^ Giorgio Tarditi Spagnoli, Cabala e Antroposofia Archiviato il 30 agosto 2018 in Internet Archive., § 12, 2018.
  8. ^ Cfr. anche la corrispondenza tra Maryon e Steiner, su fvn-rs.net.
  9. ^ (EN) Judith von Halle, The Representative of Humanity, su rudolfsteinerpress.com.
  10. ^ Rudolf Steiner, L'iniziazione di Faust (PDF), su larchetipo.com, 1915, p. 16.
  11. ^ (EN) Atti del Convegno del Natale 1923, su wn.rsarchive.org..
  12. ^ Fondazione Edith Maryon, su maryon.ch.

Bibliografia

  • Rex Raab, Edith Maryon, Sculptor and Associate of Rudolf Steiner: a Biography, Dornach, Verlag am Goetheanum, 1993 ISBN 3-7235-0648-8
  • Rembert Biemond, «Edith Maryon», in Anthroposophy in the 20th Century: Kulturimpuls in Biographical Portraits, a cura di Bodo von Plato, Dornach, Verlag am Goetheanum, 2003 ISBN 3-7235-1199-6
  • Peter Selg, Edith Maryon. Rudolf Steiner und die Dornacher Christus-Plastik, Dornach, Verlag am Goetheanum, 2006 ISBN 9783723512869
  • Judith von Halle, John Wilkes, The Representative of Humanity, between Lucifer and Ahriman: the Wooden Model at the Goetheanum, Rudolf Steiner Press, 2010 ISBN 9781855842397

Voci correlate

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Collegamenti esterni

  • (ITDEFR) Edith Maryon, su hls-dhs-dss.ch, Dizionario storico della Svizzera. Modifica su Wikidata
  • (EN) Opere di Edith Maryon, su Open Library, Internet Archive. Modifica su Wikidata
  • Rudolf Steiner, Parole commemorative per Charlotte Ferreri ed Edith Maryon (PDF), su liberaconoscenza.it, 1924.
  • (DE) Edith Maryon, su anthrowiki.at.
  • (EN) Fondazione Edith Maryon, su maryon.ch.
Controllo di autoritàVIAF (EN) 69729961 · ISNI (EN) 0000 0000 4205 0875 · Europeana agent/base/28436 · ULAN (EN) 500194703 · LCCN (EN) no2001079037 · GND (DE) 119006219 · BNE (ES) XX5402849 (data) · BNF (FR) cb15952720g (data)
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