Equiscomponibilità

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In matematica, l'equiscomponibilità è una relazione riguardante figure geometriche come superfici o solidi: si dicono figure equiscomponibili due figure che si possono suddividere in sequenze di parti mutuamente congruenti.

In particolare se P 1 {\displaystyle P_{1}} e P 2 {\displaystyle P_{2}} sono due regioni poligonali equiscomponibili e se denotiamo con A {\displaystyle A} la funzione area si ha

A ( P 1 ) = A ( P 2 ) , {\displaystyle A(P_{1})=A(P_{2}),}

infatti ciascuna delle due aree viene fornita dalla somma delle aree delle parti in cui si può suddividere e le due somme presentano addendi uguali.

Similmente se R 1 {\displaystyle R_{1}} ed R 2 {\displaystyle R_{2}} sono due regioni poliedrali equiscomponibili e se denotiamo con V {\displaystyle V} la funzione volume si ha

V ( R 1 ) = V ( R 2 ) . {\displaystyle V(R_{1})=V(R_{2}).}

Chiaramente l'equiscomponibilità è una relazione riflessiva, simmetrica e transitiva, cioè una relazione di equivalenza.

Essa è una relazione molto più estesa della congruenza fra figure piane e solide. Essa viene utilizzata spesso per il calcolo di aree e volumi, ad esempio in varie dimostrazioni del teorema di Pitagora.

Voci correlate

  • Area
  • Volume
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