Giorgio Panto

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Giorgio Panto (Meolo, 1º ottobre 1941 – Crevan, 26 novembre 2006) è stato un imprenditore e politico italiano.

Gli inizi nell'azienda di famiglia

Panto era il figlio più giovane di un piccolo imprenditore di Meolo che negli anni quaranta e cinquanta sviluppò un'industria specializzata nella fabbricazione di tapparelle, coadiuvato da un paio di fratelli.

Negli anni cinquanta la ditta Panto dava lavoro a circa 100 operai, in un paese di 5.000 abitanti: era il più importante datore di lavoro della zona.

Giorgio aveva un vivo interesse all'attività dell'azienda e terminati gli studi superiori si dedicò all'acquisto del legname, reperito in Austria e Germania. Dopo la morte del padre, prese le redini dell'azienda e la trasferì a Rovarè nel comune di San Biagio di Callalta fuori Treviso, dove la sviluppò fino a diventare la principale azienda italiana di porte e prodotti in legno da giardino, impiegando oltre 500 persone ed esportando in tutta Europa.

L'espansione europea e l'editoria televisiva

Alla fine degli anni ottanta ottiene una certa celebrità sponsorizzando il primo varietà erotico italiano: Colpo grosso, condotto da Umberto Smaila.

Nel 1993 rileva la rete Antenna Tre Triveneto dall'imprenditore Bernardi. Al 2006 Antenna Tre copre il Friuli-Venezia Giulia e parte del Trentino-Alto Adige, della Lombardia e del Veneto.

Negli anni seguenti accresce il suo impero finanziario grazie all'affermazione della Panto s.p.a., una delle più grandi aziende italiane produttrici di infissi e mobili da giardino, e l'acquisizione dei canali TeleAltoVeneto e TeleNordest.

La politica

Uomo politicamente schierato a destra, il suo attivismo politico inizia negli anni novanta. Nel 1994 rifiuta però di candidarsi alle Politiche sotto la bandiera di Forza Italia.

L'anno seguente è candidato alla presidenza della regione Veneto con la lista di Autonomia Veneta e raggiunge il 3,7% delle preferenze.

Nel 1996 diventa anche presidente della LIFE, un'associazione di imprenditori, i quali si caratterizzano per le battaglie contro il fisco e la burocrazia, ma che abbandona l'anno seguente a seguito di forti polemiche in seno al movimento.

Dalla Lega Nord alla fondazione di Progetto Nordest

Ha fatto parte, come simpatizzante, ma senza mai ricoprire cariche, della Lega Nord. Nel giugno 2004, i rapporti con il Carroccio, specie con le sezioni trevigiane, si incrinano, e fonda un movimento di sua ideazione: Progetto Nordest, le cui basi si fondano sull'autonomismo e lontano dal sistema bipolare italiano, di cui è stato candidato alla presidenza del Veneto in vista delle elezioni regionali del 2005, in cui Panto ottenne il 6% dei voti e il PNE il 5,6%, sufficiente a eleggere due consiglieri regionali.

Le elezioni del 2006

Alle elezioni politiche del 2006, condite tra l'altro, in campagna elettorale, di un'aspra querelle con la Lega Nord a suon di spot sulle sue reti, si è candidato al Senato con lo stesso partito, ottenendo il 3%, un risultato lontanissimo all'8% necessario per eleggere un senatore ma, raccogliendo 92.079 voti per la Camera, sufficiente ad infliggere un duro colpo alla coalizione di centro-destra: con i voti della sua lista Progetto Nordest la Casa delle Libertà avrebbe infatti superato la coalizione di Romano Prodi accedendo al premio di maggioranza.[1]

Alle elezioni amministrative del 2006 si è candidato alla guida della Provincia di Treviso, ottenendo il 10,3% dei consensi.

La morte

Muore il 26 novembre 2006 ai comandi del suo elicottero, mentre, sorvolando la Laguna di Venezia nelle vicinanze dell'isola di Crevan, si cimenta in un ultimo tentativo di "manovra a doppio sfioro" delle pale rotoriche della superficie lagunare.[2]

Già nel 1989 era precipitato con un Piper nella campagna del Padovano, uscendone illeso e conservando l'elica deformata del velivolo nel suo ufficio.

Il 1º aprile 2007 l'assemblea dei delegati provinciali di Progetto Nordest commemora la sua morte e lo nomina presidente onorario, mentre la guida del partito è affidata al segretario Mariangelo Foggiato.

Note

  1. ^ Panto: io, l'ex leghista che ha fatto perdere il Polo, su ilgiornale.it, 13 aprile 2006. URL consultato il 13 aprile 2021.
  2. ^ Muore Panto, il tycoon del Nordest, su lastampa.it, 27 novembre 2006. URL consultato il 13 aprile 2021.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

  • Giorgio Panto.com, sito a lui dedicato dopo la sua scomparsa, su giorgiopanto.com. URL consultato il 2 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 21 ottobre 2016).
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