Henry Wimshurst

Henry Wimshurst (1804[1] – 21 agosto 1884[2]) è stato un ingegnere navale (per la precisione un costruttore navale) britannico del XIX secolo.

Wimshurst era in affari al Ratcliffe Cross Dock nella zona est di Londra.[3][4] È ricordato principalmente come il costruttore della SS Archimedes, la prima nave a vapore guidata da un'elica a vite al mondo.[5]

Mentre Wimshurst non può prendersi il merito del sistema rivoluzionario di propulsione di Archimedes, che fu un’invenzione di Francis Pettit Smith, ma fu un "ardente sostenitore" di Smith e della sua svolta tecnologica.[2] In seguito avrebbe sostenuto di aver proposto una versione migliorata a due pale dell'elica originale di Smith, che è stata successivamente installata sulla nave.[6]

Dopo aver completato Archimedes nel 1839, Wimshurst costruì una seconda nave a vapore guidata da un'elica a vite nel 1840, "Novelty", descritta come la prima nave mercantile a propulsione a elica del mondo[7] e la prima nave a vapore con elica a vite a fare un viaggio commerciale.

Lo stesso Wimshurst ha avuto una mentalità inventiva e ha depositato una serie di brevetti nel corso della sua carriera. Nel 1854, costruì un motore a vapore rotativo sperimentale, che quando fu installato in una nave a propulsione di 300 tonnellate, secondo quanto riferito, raggiunse un numero di giri di 45 e una velocità massima di 14 miglia all'ora nei test condotti dalla ditta di Boulton & Watt. A titolo di confronto, un paio di motori convenzionali ad azione diretta successivamente installati sulla stessa nave ha raggiunto un numero di giri di 28 e una velocità massima di soli 8 miglia all’ora.[8] Alcuni anni prima, nel 1850, Wimshurst sviluppò uno strumento per misurare la potenza esercitata da un albero a elica: un precursore del torsiometro, uno strumento per misurare la potenza trasmessa dalle turbine.[9]

Henry Wimshurst era il padre di James Wimshurst,[1] un inventore del tardo XIX secolo che sviluppò la macchina di Wimshurst e un primo dispositivo per generare raggi X.

Note

  1. ^ a b (EN) Centenary of James Wimshurst, in Nature, vol. 129, n. 3258, 9 aprile 1932, p. 536, DOI:10.1038/129536a0. URL consultato il 17 luglio 2018.
  2. ^ a b (EN) E. C. S., Calendar of Industrial Pioneers, in Nature, vol. 110, n. 2755, 19 agosto 1922, p. 267, DOI:10.1038/110267b0. URL consultato il 17 luglio 2018.
  3. ^ UK National Archives BT356/11458
  4. ^ (EN) Contracts for Pitch Iine Timber and Dantzic Oak Thickstuff, in The London Gazette, n. 21003, 27 luglio 1849, p. 2369. URL consultato il 17 luglio 2018.
  5. ^ Smith, p. 70.
  6. ^ Fox, p. 146.
  7. ^ Smith, p. 72.
  8. ^ Brooman, p. 36.
  9. ^ Seaton, p. 25.

Bibliografia

  • (EN) Albert Edward Seaton, The screw propeller: and other competing instruments for marine propulsion., Londra, Charles Griffin & Company, 1909, OCLC 934755903. URL consultato il 17 luglio 2018.
  • (EN) Edgar Charles Smith, A short history of naval and marine engineering, 1ª ed., Cambridge, Babcock and Wilcox, 1937, OCLC 1044057252. URL consultato il 17 luglio 2018.
  • (EN) R. A. Brooman, Succesful trials of Wimshurst rotary engine, in The Mechanics' Magazine, vol. LXI, Luglio-Dicembre, Londra, Robertson, Brooman & Co., 1854, p. 36. URL consultato il 17 luglio 2018.
  • (EN) Stephen R. Fox, Transatlantic: Samuel Cunard, Isambard Brunel, and the great Atlantic steamships, 1ª ed., New York, HarperCollins, 2003, ISBN 978-0-06-019595-3, LCCN 2002191928, OCLC 231981040. URL consultato il 17 luglio 2018.
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