Institut für Sexualwissenschaft

L'Institut für Sexualwissenschaft era un istituto privato tedesco di ricerca sessuologica, con sede a Berlino, attivo dal 1919 fino al 1933, quando fu distrutto dai nazisti con un rogo di libri (Bücherverbrennung). Il nome può essere variamente reso in italiano come "Istituto per la ricerca sessuale", o "Istituto per la sessuologia", o "Istituto per la scienza della sessualità".

Origini e scopi

Lo stesso argomento in dettaglio: Wissenschaftlich-humanitäres Komitee, Magnus Hirschfeld e Paragrafo 175.

L'istituto era situato nel parco Tiergarten di Berlino e diretto dal dottore di origine ebrea Magnus Hirschfeld. Dal 1897 Hirschfeld, insieme ad alcuni collaboratori) egli aveva istituito Wissenschaftlich-humanitäres Komitee (Comitato scientifico-umanitario), che si occupava di promuovere una campagna per la promozione dei diritti degli omosessuali, osteggiati dal paragrafo 175 del codice penale tedesco, che trattava l'omosessualità maschile come un crimine. Il Comitato pubblicava inoltre il giornale Jahrbuch für sexuelle Zwischenstufen.
Hirschfeld era inoltre un ricercatore: raccolse oltre 10.000 questionari relativi alla sessualità e pubblicò i risultati nel 1914 nel suo Die Homosexualität des Mannes und des Weibes. Egli, nel corso degli anni, raccolse una immensa ed unica, per l'epoca, biblioteca sui temi dell'amore e dell'erotismo omosessuale.

L'Istituto per la ricerca sessuale venne inaugurato nel 1919 da Hirschfeld e dal suo collaboratore Arthur Kronfeld, un famoso psicoterapista e più tardi professore nella celebre clinica della Charité.
Oltre a essere una grande biblioteca per ricercatori contenente un grande archivio di documenti, l'Istituto possedeva sezioni mediche, psicologiche ed etnologiche. La struttura era dotata di un apposito consultorio. L'Istituto veniva visitato da circa 20.000 persone l'anno e forniva circa 1.800 consulti. I visitatori più indigenti venivano seguiti gratuitamente. Inoltre l'Istituto patrocinava l'educazione sessuale, la contraccezione, la cura per le malattie trasmesse sessualmente e l'emancipazione femminile, oltre ad essere un precursore assoluto dei diritti civili e l'accettazione sociale degli omosessuali e dei transgender.

L'Istituto e il transessualismo

Magnus Hirschfeld coniò il termine transessuale identificando per primo la categoria clinica sulla quale il suo collega Harry Benjamin, lavorò successivamente negli Stati Uniti con la pubblicazione di The transsexual phenomenon. Alcuni transgender facevano parte dello staff dell'Istituto e molti venivano per una consultazione. L'Istituto offriva diversi servizi endocrinologici e chirurgici, inclusa la prima operazione moderna di cambiamento di sesso, effettuata negli anni trenta. Hirschfeld patrocinò inoltre presso la polizia di Berlino l'abbreviazione degli arresti di travestiti sospetti di prostituzione, fino a quando l'ascesa del nazismo lo obbligò ad abbandonare la Germania.

Periodo nazista

Il rogo nazista dei libri del 10 maggio 1933, tra i quali quelli sequestrati all'Istituto
Una sfilata degli studenti tedeschi davanti all'Istituto poco prima del saccheggio del 6 maggio 1933

Alla fine di febbraio 1933, il Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi lanciò una violenta purga contro i locali di ritrovo per gay, lesbiche e bisessuali, soppresse pubblicazioni omosessuali e vietò le organizzazioni gay. In conseguenza delle difficoltà a vivere liberamente, molti abbandonarono la Germania (ad esempio Erika Mann). Nel marzo 1933, Kurt Hiller, amministratore principale dell'Istituto venne deportato in un campo di concentramento.

Il 6 maggio 1933 mentre Hirschfeld era impegnato in una serie di conferenze negli Stati Uniti, la gioventù studentesca nazista del Deutsche Studentenschaft organizzò un attacco contro l'Istituto. Vennero saccheggiati 20.000 volumi, 5.000 immagini ed una lunga lista di nomi ed indirizzi di persone che erano, a diverso titolo, transitate dall'Istituto: il totale del materiale sequestrato assommava ad oltre mezza tonnellata.[1] La notte del 10 maggio, la biblioteca e gli archivi sequestrati vennero pubblicamente bruciati sulle strade della Opernplatz. Durante il rogo Joseph Goebbels tenne un violento discorso contro la cultura «degenerata» ad una folla di 40.000 uomini e i leader del Deutsche Studentenschaft proclamarono i loro Feuersprüche ("legge del fuoco contro lo spirito non germanico"). I libri di autori ebrei delle librerie vicine all'Istituto e dell'Università Humboldt vennero altresì distrutti.

Altri piccoli roghi di libri vennero organizzati in tutta la Germania la stessa notte. Entro il 22 maggio erano stati effettuati roghi a Heidelberg, Francoforte, Gottinga, Colonia, Amburgo, Dortmund, Halle, Norimberga, Würzburg, Hannover, Münster, Königsberg, Coblenza e Salisburgo - la Gestapo sequestrò inoltre biblioteche pubbliche e private e le inviò al macero.

Il monumento eretto a Berlino sul luogo in cui sorgeva prima della guerra l'Institut.

Gli edifici vennero successivamente requisiti dal partito nazista e nel 1944 erano rimaste solo rovine danneggiate dai bombardamenti che vennero demolite alla metà degli anni sessanta. Hirschfeld cercò invano di rifondare l'Istituto a Parigi ma morì in Francia nel 1935. Hirschfeld lasciò nel suo testamento fondi per l'Istituto ma i beneficiari, fuggendo dalla Germania a causa delle persecuzioni, avevano distrutto i loro documenti di identità e non poterono reclamare legalmente il denaro. I frammenti rimasti della biblioteca dell'Istituto e delle ricerche di Hirschfeld vennero raccolti negli anni cinquanta da W. Dorr Legg e ONE, Inc..

Nonostante molti abbandonassero la Germania per l'esilio, il radicale attivista Adolf Brand cercò di rimanere in Germania per altri cinque mesi dopo il rogo dei libri. Nel novembre 1933 anche Brand dovette rassegnarsi segnando la fine formale di ogni movimento di emancipazione omosessuale in Germania.

Il 28 giugno 1934 Hitler lanciò la Notte dei lunghi coltelli contro le SA, utilizzando il pretesto dell'omosessualità di molti appartenenti al reparto, anche se le vere ragioni risiedevano nel timore del troppo potere che le SA avevano. Nei mesi successivi la persecuzione contro gli omosessuali si inasprì, vennero promulgate leggi più severe, si ebbero i primi arresti e non è difficile immaginare che la lista di indirizzi sequestrata all'Istituto sia stata utilizzata per questa azione. Migliaia di arrestati vennero deportati nei campi di concentramento dove morirono a causa delle impossibili condizioni di vita e delle crudeli persecuzioni dei loro aguzzini. Altri, come John Henry Mackay, si suicidarono.

Uno dei volumi bruciati dai nazisti sull'Opernplatz era il lavoro del poeta ebreo Heinrich Heine; uno dei suoi versi più conosciuti è: «Dovunque si bruciano i libri, si finisce per bruciare anche gli uomini».

Filmografia

Note

  1. ^ (EN) Lisa Bunker, Bonnie Travers (a cura di) (2002). Timeline Archiviato il 2 marzo 2007 in Internet Archive. in «When books burn», The University of Arizona Library. Riportato il 15 novembre 2006.

Bibliografia

  • AA.VV., Gay gay. Storia e coscienza omosessuale, La salamandra, Milano 1976.
  • J Edgar Bauer, On the nameless love and infinite sexualities: John Henry Mackay, Magnus Hirschfeld and the origins of the sexual emancipation movement, "Journal of homosexuality", L 2005, n. 1, pp. 1-26.
  • Mark Blasius & Shane Phelan (curr.), We are everywhere: a historical source book of gay and lesbian politics. (Se ne veda il capitolo: "The emergence of a gay and lesbian political culture in Germany", di James D. Steakley).
  • Massimo Consoli, Homocaust. Il nazismo e la persecuzione degli omosessuali, Kaos, Milano 1991.
  • Mel Gordon, Voluptuous panic: the erotic world of Weimar Berlin, (2003).
  • Günter Grau (cur.), Hidden Holocaust? Gay and lesbian persecution in Germany, 1933-45, (1995).
  • Leonidas Hill, "The Nazi attack on 'Un-German' literature, 1933-1945". In The Holocaust and the book: destruction and preservation (2001). (Colloca il rogo dei libri nel più ampio contesto dell'editoria e della censura nella Germania prenazista).
  • John Lauritsen, David Thorstad, Per una storia del movimento dei diritti omosessuali (1864-1935), Savelli, Roma 1979.
  • Harry Oosterhuis (cur.), Homosexuality and male bonding in pre-Nazi Germany: the youth movement, the gay movement, and male bonding Before Hitler's rise: original transcripts from Der Eigene, the first gay journal in the world, (1991).
  • James D. Steakley, Anniversary of a book burning, The Advocate (Los Angeles), 9 June 1983, pp. 18–19, 57.
  • Charlotte Wolff, Magnus Hirschfeld: a portrait of a pioneer in sexology, (1986).

Voci correlate

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Collegamenti esterni

  • (EN) Institut für Sexualwissenschaft / Institute for Sexual Science, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata
  • (DE) Mostra virtuale della Magnus Hirschfeld Society. (Attenzione: fa un uso complicato del JavaScript e delle finestre pop-up).
  • (DE) Documentazione nell'"Archivio per la sessuologia" di Berlino, su www2.hu-berlin.de. URL consultato il 4 marzo 2006 (archiviato dall'url originale il 26 novembre 2005).
  • Foto, probabilmente del rogo degli archivi e della biblioteca dell'Institut.
  • (EN) When Books Burn - Mostra multimediale dell'University of Arizona.
  • Libri al rogo nella Storia tratto da laLente.net
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