Krzysztof Kieślowski

Krzysztof Kieślowski nel 1994

Krzysztof Kieślowski ([ˈkʂɨʂtɔf kʲɛɕˈlɔfskʲi]; ascolta; Varsavia, 27 giugno 1941 – Varsavia, 13 marzo 1996) è stato un regista, sceneggiatore, scrittore e documentarista polacco.

È riconosciuto universalmente come uno dei più grandi autori della storia del cinema.

Biografia

La stella del regista sulla Walk Of Fame a Łódź
Un busto dedicato al regista
La tomba di Kieślowski al Cimitero Powązki.

A causa della malattia del padre, sofferente di tubercolosi, la famiglia Kieślowski era costretta a spostarsi in continuazione in località che disponessero di un sanatorio. Il padre morì quando Krzysztof aveva sedici anni. Si diplomò in tecniche teatrali, specializzandosi nella realizzazione di scenari. Nel 1969 si laureò alla Scuola di Cinema di Łódź, che all'epoca godeva di fama e prestigio internazionale. Iniziò così a girare documentari sia per la televisione sia per il cinema. Sarebbero stati proprio questi a fargli avere i primi problemi con le autorità.

Un suo documentario del 1971, Robotnicy 1971 - Nic o nas bez nas (Lavoratori 1971: Niente su di noi senza noi) sulla repressione violenta dello sciopero di Danzica, venne requisito dalla polizia che voleva identificare i partecipanti: Kieślowski rimase molto colpito da questo fatto, sentendosi quasi un traditore. Nel 1980, mentre filmava un deposito automatico dei bagagli per il documentario Dworzec (La stazione), la polizia gli sequestrò di nuovo la pellicola: il regista, ignaro, aveva ripreso una valigia contenente i resti di una donna fatta a pezzi dalla figlia che la polizia stava ricercando da tempo.

Entrò a far parte di una cerchia di registi che si proponeva di ritrarre la situazione della Polonia durante il comunismo. Una volta passato ai lungometraggi, per le sceneggiature il regista si avvalse della preziosa collaborazione dell'avvocato polacco Krzysztof Piesiewicz, con il quale avrebbe collaborato durante tutta la propria carriera cinematografica. Un altro suo abituale collaboratore fu il compositore polacco Zbigniew Preisner (che nella Trilogia dei Colori, La doppia vita di Veronica e nel nono capitolo del Decalogo diventa il fittizio compositore olandese Van den Budenmayer).

Krzysztof Kieślowski, in seguito ad un attacco di cuore, morì il 13 marzo 1996 durante un'operazione a cuore aperto. È seppellito nel cimitero Powązki di Varsavia, in Polonia. Uno dei progetti incompiuti del regista era quello di dirigere, oltre alla famosa Tre Colori, un'altra trilogia, basata questa volta su La divina commedia di Dante Alighieri. L'unica delle tre sceneggiature ad essere completata da Kieślowski e Piesiewicz, Heaven, è stata portata sullo schermo dal regista tedesco Tom Tykwer nel 2002. La seconda sceneggiatura di questa trilogia, cominciata da Kieślowski e terminata da Piesiewicz è L'enfer, diretto dal regista bosniaco Danis Tanović.

Stile

Il cinema di Kieślowski è caratterizzato dall'assenza di effetti speciali o spettacolari, dai dialoghi scarni e da sceneggiature che concentrano laceranti dilemmi etici ed esistenziali. Il grande regista Stanley Kubrick, che nutriva una sincera ammirazione per il regista polacco, una volta ebbe a dire:

«Sono sempre restìo a sottolineare una caratteristica specifica del lavoro di un grande regista, perché ciò tende inevitabilmente a semplificarne e sminuirne il lavoro. Ma riguardo a questa sceneggiatura (Decalogo N.d.R.), di Krzysztof Kieślowski e del suo coautore, Krzysztof Piesiewicz, non dovrebbe essere fuori luogo osservare che essi hanno la rarissima capacità di drammatizzare le loro idee piuttosto che raccontarle solamente. Esemplificando i concetti attraverso l'azione drammatica della storia essi acquisiscono il potere aggiuntivo di permettere al pubblico di scoprire quello che sta realmente accadendo piuttosto che semplicemente raccontarglielo. Lo fanno con tale abbagliante abilità, che non riesci a percepire il sopraggiungere dei concetti narrativi e a materializzarli prima che questi non abbiano già raggiunto da tempo il profondo del tuo cuore.[1]»


Filmografia

Sceneggiatore e regista

Lungometraggi

Corto/mediometraggi

Film TV

Solo sceneggiatore

Riconoscimenti

  • Festival di Cannes
    • 1988 – In competizione per la Palma d'oro con Breve film sull'uccidere
    • 1988 – Premio FIPRESCI per Breve film sull'uccidere
    • 1988 – Premio della giuria per Breve film sull'uccidere
    • 1991 – In competizione per la Palma d'oro con La doppia vita di Veronica
    • 1991 – Premio FIPRESCI per La doppia vita di Veronica
    • 1994 – In competizione per la Palma d'oro con Tre colori – Film rosso

Onorificenze

Note

  1. ^ The Kubrick Site: SK on Kieslowski, su www.visual-memory.co.uk. URL consultato il 14 febbraio 2024.

Bibliografia

  • Krzysztof Kieślowski (1993), a cura di Mario Sesti, Dino Audino Editore (ISBN 88-86844-03-4)
  • Krzysztof Kieslowski (1996), di Serafino Murri, Il Castoro (ISBN 88-8033-061-6)
  • Kieślowski racconta Kieślowski (1998), di Danusia Stok, Il Castoro (ISBN 88-8033-108-6)
  • La morale dell'altro. Scritti sull'inconscio dal «Decalogo» di Kieślowski (1998), di Gabriella Ripa di Meana, Liberal Libri (ISBN 88-8270-009-7)
  • Garage. Cinema autori visioni. 3.Krzysztof Kieślowski (1999), Paravia (ISBN 88-395-6180-3)
  • L'etica dello sguardo. Introduzione al cinema di Krzysztof Kieślowski (2000), di Stefania Rimini, Liguori (ISBN 88-207-2996-2)
  • Krzysztof Kieślowski. Tre colori - Film Blu (2001), di Chiara Simonigh, Lindau (ISBN 88-7180-361-2)
  • Tre colori: Film Blu di Krzysztof Kieślowski. Spunti per una lettura teologica con un saggio introduttivo sui fondamenti per un'analisi teologica del cinema, (2012), di Marco Cardinali, Il Pozzo di Giacobbe (ISBN 978-88-6124-189-3)

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