Linea di successione al trono del Brasile

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Motivo: Voce più da fanta-politica, che tratta non di come è succeduto il trono dell'Impero del Brasile durante la sua durata, ma come sarebbe succeduto se fosse continuato a esistere. Di fatto più che successione al trono, è successione al "capo" (o presunto tale) dalla Casa.
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Lo stemma della monarchia brasiliana.

La linea di successione al trono del Brasile segue il criterio della primogenitura a preferenza maschile[senza fonte]. La monarchia in Brasile terminò nel 1889 a seguito di un colpo di Stato militare contro l'Imperatore Pietro II e la proclamazione della repubblica.

Nel 1993 in Brasile si organizzò un referendum monarchia-repubblica, che vide il successo di quest'ultima. Attualmente esiste una controversia circa l'attribuzione del titolo di capo della casa fra il principe Luigi d'Orléans-Braganza ed il principe Pietro Gastone d'Orléans-Braganza. Oggi il capo della Casa Imperiale è sotto una disputa tra i due pretendenti.

Successione al trono

  • Pietro II del Brasile (15 novembre 1889 - 5 dicembre 1891)
  • Isabella del Brasile (5 dicembre 1891 - 14 novembre 1921)
  • Pietro Enrico d'Orléans-Braganza (14 novembre 1921 – 5 luglio 1981)

La controversia

Nel 1908 il figlio di Isabella, Pietro d'Orléans-Braganza, sposò Elisabetta Dobrzensky de Dobrzenicz. Isabella dichiarò che il matrimonio non sarebbe stato valido per la successione brasiliana e, di conseguenza, egli rinunciò ai suoi diritti al trono del Brasile il 30 ottobre 1908[1]. Così alla morte di Isabella nel 1921 le succedette il nipote,[non chiaro] Pietro Enrico d'Orléans-Braganza.

Nel 1981 Luigi d'Orleans-Braganza succedette al padre, principe Pietro Enrico, come pretendente al trono imperiale del Brasile, da parte del ramo Vassouras. Secondo le preteste legittimiste monarchiche, egli sarebbe de jure Imperatore del Brasile con il nome di Luigi I. Il titolo è disputato dal principe Pietro Gastone d'Orléans-Braganza; dalla morte di Luigi d'Orleans, la linea di successione è la seguente:

  1. Sua altezza imperiale il principe Bertrando d'Orleans-Braganza, nato nel 1941.
  2. Sua altezza imperiale e reale il principe Antonio Giovanni d'Orléans-Braganza, nato nel 1950.
  3. Sua altezza imperiale e reale il principe Raffaele Antonio d'Orléans-Braganza, nato nel 1986.
  4. Sua altezza imperiale e reale la principessa Maria Gabriella d'Orléans-Braganza, nata nel 1989.

Le case reali[non chiaro] riconoscono Gastone Luigi come legittimo pretendente.

Pietro Carlo d'Orléans-Braganza

Il principe Pietro Carlo d'Orléans-Braganza, nato nel 1945, è discendente di Isabella del Brasile attraverso suo figlio Pietro d'Alcantara d'Orléans-Braganza. Nel 1908 Pietro d'Alcantara d'Orléans-Braganza volle sposare la contessa Elisabetta Dobrzensky de Dobrzenicz, una donna non sufficientemente nobile, violando così le leggi dinastiche della sua casa. Pietro, pertanto, per sposarla dovette rinunciare ai propri diritti di successione ed al titolo di erede al trono. Il principe Pietro d'Alcantara non ha mai contestato la validità della sua rinuncia.

Nonostante ciò, dopo la sua morte, suo figlio primogenito Pedro Gastão d'Orléans-Braganza ha respinto la rinuncia fatta da suo padre e si è autoproclamato pretendente al trono. Con la morte del principe Pietro Gastone, nel 2007, suo figlio il principe Pietro Carlo è ora considerato capo della famiglia imperiale da chi riconosce come valida la loro pretesa.

La linea di successione a Pietro Carlo d'Orléans-Braganza è attualmente:

  1. Sua altezza imperiale e reale il principe Pietro Giacomo d'Orléans-Braganza, nato nel 1979.
  2. Sua altezza imperiale e reale il principe Filippo Rodrigo d'Orléans-Braganza, nato nel 1982.
  3. Sua altezza imperiale e reale la principessa Maria da Gloria d'Orléans-Braganza, nata nel 1946.

Referendum

Il 21 aprile 1993 si tenne in Brasile un referendum istituzionale per la scelta della forma di governo. I sostenitori della monarchia ottennero solo il 13,4% dei voti.

Note

  1. ^ BARMAN, Roderick J., Princesa Isabel do Brasil: gênero e poder no século XIX, UNESP, 2005

Voci correlate

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