Lingua singalese

Singalese
සිංහල (Siṁhala)
Parlato inBandiera dello Sri Lanka Sri Lanka
RegioniAsia meridionale
Locutori
Totale17,5 milioni (Ethnologue, 2022)
Classifica64
Altre informazioni
ScritturaAlfabeto singalese (sviluppatosi dal Brahmi)
TipoSOV
Tassonomia
FilogenesiLingue indoeuropee
Statuto ufficiale
Ufficiale inBandiera dello Sri Lanka Sri Lanka
Codici di classificazione
ISO 639-1si
ISO 639-2sin
ISO 639-3sin (EN)
ISO 639-5sin
Glottologsinh1246 (EN)
Estratto in lingua
Dichiarazione universale dei diritti umani, art. 1
වන වගන්තිය: සියලූ මනු යයෝ නිදහස්ව උපත ලබා ඇත. ගරුත්වයෙන් හා අයිතිවාසිකම්වලින් සමාන වෙති. යුක්ති අයුක්ති පිළිබඳ හැඟීමෙන් හා හෘදය සාක්ෂියෙන් යුත් ඔවුනොවුන්වුන්ට සැළකිය යුත්තේ සහෝදරත්වය පිළිබඳ හැඟීමෙනි.
Traslitterazione

Siyalu manuṣyayō nidahasva upata labā æta. Garutvayen hā ayitivāsikamvalin samāna veti. Yukti ayukti piḷiban̆da hæn̆gīmen hā hṛda sākṣiyen yut ovun, ovunovunṭa sæḷakiya yuttē sahōdaratvaya piḷiban̆da hæn̆gīmeni.
Manuale

La lingua singalese o sinhala, talvolta cingalese[1] (nome nativo සිංහල, Siṁhala, ISO 15919 ['siŋhələ]), è la lingua parlata dai singalesi, il gruppo etnico predominante in Sri Lanka (ex Ceylon), e una delle lingue ufficiali di tale Stato; è una lingua appartenente al ceppo indoariano del gruppo indoeuropeo, strettamente imparentata al maldiviana, la lingua ufficiale nelle Maldive.

Al 2022 è parlata da 17,5 milioni di parlanti totali[2].

Distribuzione geografica

Secondo l'edizione 2009 di Ethnologue, il singalese era parlato nel 2007 da 15,5 milioni di persone in Sri Lanka. Tramite l'emigrazione la lingua risulta attestata in vari Paesi stranieri, tra cui Canada, Emirati Arabi Uniti, Libia, Maldive, Singapore, Thailandia e Stati Uniti d'America. Al 2019, è parlato da 15,3 milioni di parlanti madrelingua (L1). Gran parte dei parlanti sono dunque madrelingua.

Lingua ufficiale

Il singalese è lingua ufficiale dello Sri Lanka.[3]

Influenza di altre lingue

Il vocabolario del singalese deriva fondamentalmente dal pali, ma è stato fortemente influenzato dal tamil (parlato ancora oggi nel nord e nella costa orientale dello Sri Lanka) e dal sanscrito (che è stato utilizzato per coniare i termini scientifici e medici, così come il greco e il latino per le lingue indeuropee romanze e germaniche). Comunque, a seguito di contatti con altri popoli, la lingua è stata influenzata dal portoghese, dall'olandese, dall'inglese e, in minor parte, dal malese.

Diglossia

Così come per altre lingue dell'Asia, anche in singalese è presente un'accentuata diglossia. La lingua letteraria e quella parlata si differenziano sotto diversi aspetti, sia per il vocabolario di termini usati sia per la grammatica (ad esempio, la coniugazione verbale) e la sintassi.

Diverse parole inglesi sono entrate nell'uso comune nella lingua parlata, accanto (o, talvolta, in sostituzione) dei termini singalesi. Ad esempio, non è insolito sentire [mage ʋaif] ("mia moglie", inglese wife) al posto di [mage biriⁿdə], o [miːtimə] ("riunione", ingl. meeting).

Esempi di parole o verbi nelle rispettive forme letterarie e parlate (si noti che però nella lingua parlata, benché la parola indicata sia più frequente e d'uso comune, non è escluso l'uso del termine letterario in contesti formali):

Italiano Singalese letterario Singalese parlato
città nagaraya [nagərəjə] nagaraya [nagəreː], ṭawuma [ʈaumə] (dall'inglese town)
riunione ræswīma [ræsʋiːmə] mīṭima [miːʈimə] (dall'ingl. meeting)
telefono durakathanaya [durəkatənəjə] fon eka [fonːekə] (dall'ingl. phone)
gustoso rasa [rasə] raha [rahə]
essere siṭinawā [siʈinəʋa] hiṭinawā [hiʈinəʋa]
scendere basinawā [basinəʋa] bahinawā [bahinəʋa]
aiutare upakāra karanawā [upəkaːrə kərənəʋa] udau karanawā [udau kərənəʋa]
non potere bæhæ [bæhæ] bææ [bæː]
non næhæ [næhæ] nææ [næː]
con samanga [samaⁿɣa] ekka [ekkə]

Alfabeto singalese

Lo stesso argomento in dettaglio: Alfabeto singalese.

L'alfabeto singalese si è evoluto da quello brahmi, introdotto nell'isola nel VI secolo a.C.; attualmente prevede 56 caratteri, con ulteriori quattro aggiunti di recente per tradurre suoni stranieri come la f. Nella lingua singalese, si distinguono dodici vocali, sei brevi e sei lunghe.

I codici unicode vanno da U+0D80 a U+0DFF.

    0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 A B C D E F
D80  
D90  
DA0  
DB0   ඿
DC0  
DD0  
DE0  
DF0   ෿

Caratteristiche del singalese parlato

La lingua singalese parlata ha le seguenti caratteristiche:

  • L'ordine nella frase è di tipo Soggetto Oggetto Verbo (SOV). Esempio: "io leggo il libro" si traduce [mamə pot liənəʋa], letteralmente "io libro leggo".
  • Non ci sono proposizioni subordinate relative, come in italiano; sostituite dal participio e gli aggettivi verbali. Ad esempio, "l'uomo che mangia il riso" si traduce [bat kanə miniha], letteralmente "riso mangiante uomo".
  • È una lingua di tipo testa a destra, cioè solitamente gli elementi sono messi prima della parola che determinano. Esempi: "la casa di Sunil" [sunilge gedərə], letteralmente "di-Sunil casa"; "una ragazza bella" [lassənə taruniək], letteralmente "bella una-ragazza".
  • Un'eccezione al punto precedente sono le frasi che implicano una quantità, che solitamente seguono la parola che definiscono. Ad esempio: "i tre libri" si traduce [pot tunə], letteralmente "libri tre".
  • Non ci sono preposizioni, ma solo posposizioni. Esempi: "con Sunil" si traduce [sunil ekkə], letteralmente "Sunil con"; "sotto il tavolo" si traduce [meseː jaʈə], letteralmente "tavolo sotto".
  • Il singalese ha un sistema deittico spaziale con quattro temi (cosa abbastanza rara, a differenza dell'italiano, in cui è a tre): i temi dimostrativi sono [meː] "qui, vicino a colui che parla", [oː] "là, vicino a colui che ascolta", [arə] "là, vicino a una terza persona, visibile" and [eː] "là, vicino a una terza persona, non visibile".
  • La presenza di consonanti pre-nasalizzate, nelle quali una breve nasalizzazione è aggiunta prima della consonante (es.: [ⁿd], [ᵐb], ecc.); la sillaba però resta monomoraica.

Fonetica

L'inventario fonemico del singalese parlato consiste di 26 consonanti e 14 vocali, 7 brevi e 7 lunghe.

Vocali

Anteriore Centrale Posteriore
Acuta [i], ඊ [iː] [u], ඌ [uː]
Medio-acuta [e], ඒ [eː] [ə] [o], ඕ [oː]
Medio-grave [æ], ඈ [æː]
Grave [a], ආ [aː]

Le vocali hanno tutte anche la rispettiva forma lunga. In singalese, come per le altre lingue indiane che hanno conservato questa caratteristica, è importante distinguere fra le vocali brevi e quelle lunghe, perché influisce sul significato della parola (confronta con l'ingl. live "vivere" e leave "partire"):

Singalese Italiano Singalese Italiano
[ekə] "uno" [eːkə] "quello"
[urə] "borse" [uːra] "maiale"
[barə] "pesante" [baːrə] "voti"
[pirimi] "maschio" [piriːmə] "riempimento"

Si noti quanto segue:

  • la vocale [ə] è simile allo scevà; le sillabe in [-a] non accentate e non iniziali sono sempre vocalizzate in [ə]. Esempio, "città" /nagaraya/ [naɡərəjə]. Unica eccezione di sillaba iniziale pronunciata con la vocale [ə] è il verbo "fare" /karanavā/ [kərənəʋa])
  • la vocale [æ] e la corrispettiva forma lunga [æː] sono pronunciate come una e molto aperta.

Consonanti

Nota bene: le consonanti fra parentesi tonde non si distinguono più nella lingua parlata.

Labiale Bilabiale Dentale Retroflessa Palatale Velare Glottale
Occlusive sorde ප /p/ ත /t/ ට /ʈ/ ච /c/ ක /k/
Occlusive sonore බ /b/ ද /d/ ඩ /ɖ/ ජ /ɟ/ ග /g/
Prenasalizzate ඹ /ᵐb/ ඳ /ⁿd/ ඬ /ⁿɖ/ ඟ /ᵑg/
Nasali ම /m/ න /n/ (ණ /ɳ/) ඤ /ɲ/ ං /ŋ/
Fricative sorde ෆ /f/ ස /s/ (ෂ /ʂ/) ශ /ʃ/ හ /h/
Approssimanti ව /ʋ/ ය /j/
Liquide ර /r/, ල /l/ (ළ /ɭ/)

Nota bene:

  • le aspirate (o fricative) della lingua scritta sono state assorbite dalle rispettive occlusive. Ad esempio, la ඵ /pʰ/ della lingua scritta è pronunciata ප /p/; la consonante භ /bʰ/ è pronunciata come la බ /b/, e così via;
  • la nasale retroflessa ණ /ɳ/ è pronunciata come la nasale dentale න /n/;
  • la consonante ෂ /ʂ/ è confluita, nella pronuncia, nella ශ /ʃ/ (in alcune zone dello Sri Lanka questo fonema è pronunciato come la dentale ස /s/);
  • la liquidra retroflessa ළ /ɭ/ viene pronunciata come la liquida ල /l/.

Caratteristiche fonetiche

La lingua singalese ha alcune caratteristiche fonetiche tipiche delle lingue indiane, sia indeuropee sia dravidiche, e assenti in italiano:

  • la presenza di consonanti retroflesse (/ʈ/, /ɖ/);
  • la differenza fra le vocali brevi e lunghe;
  • il suono /æ/, assente in altre lingue indiane e nel sanscrito;
  • la presenza di quattro consonanti prenasalizzate.

Oltre a molte parole tamil assorbite nel corso dei secoli, oggi il singalese (scritto e parlato) ha alcune caratteristiche che potrebbero derivare dall'influenza delle lingue dravidiche:

  • la distinzione fra la e, o brevi e fra la ē, ō lunghe
  • la perdita dell'aspirazione

Grammatica

Nomi

Il singalese ha una struttura simile alle diverse lingue indiane. Mentre la differenza fra i generi è minima (limitata in pratica solo alle forme femminili di nomi maschili, es. "gallo" [kukula], "gallina" [kikiliː]), il singalese distingue fra i nomi animati (cioè, che si riferiscono a uomini o animali) e quelli inanimati (che si riferiscono a cose).

Casi nominali

La lingua ha sei casi nominali (i casi genitivo-possessivo e genitivo-locativo in realtà sono due forme dello stesso caso nominale):

  • 1) nominativo, cioè la forma base (es. "amico" [yaːlua]; "città" [nagəreː]);
  • 2.a) genitivo-possessivo, solo per i nomi animati, che indica il possesso (es. "dell'amico", [yaːluage]),
  • 2.b) genitivo-locativo, solo per i nomi inanimati, che indica il complemento di specificazione o lo stato in luogo (locativo) (es. "della/in città" [nagərəje]);
  • 3) dativo, che indica il complemento di termine e di moto a luogo ("all'amico", [yaːluaʈə]; "alla città" [nagəreːʈə]);
  • 4) accusativo, usato solo per i nomi animati, che indica il complemento oggetto ("amico (ogg.)", [yaːluaʋə]);
  • 5) strumentale, che indica il complemento di agente o di mezzo ("dal/con l'amico" [yaːluagen]; "dalla città" [nagərəjen]);
  • 6) vocativo, solo per i nomi animati.

I nomi animati hanno le seguenti caratteristiche:

  • si riferiscono sempre a persone o animali;
  • solitamente, se nomi comuni terminano in [-a] se maschili, e in [-i]/[-iː] se femminili;
  • se nomi propri di persona, se maschili terminano solitamente per consonante o con il suffisso [-ə], se femminili solitamente in [-iː];
  • formano il genitivo-possessivo in [-ge], e hanno il suffisso dell'accusativo.

I nomi inanimati, invece:

  • si riferiscono sempre a oggetti o cose;
  • se derivati dal sanscrito o dal pali, solitamente terminano in [-əjə] o [-eː], oppure in [-aʋə];
  • non hanno mai il suffisso dell'accusativo né il suffisso genitivo-possessivo [-ge].

Declinazione

Declinazione singolare
Caso Nomi animati Suffisso Esempio Nomi inanimati Suffisso Esempio
Nominativo "(l')amico" == යාලුවා [yaːlua] "(la) città" == නගරය [nagəreː] (letter. [nagərəjə])
Gen.-Poss. "dell'amico" -ෙග් [-ge] යාලුවාෙග් [yaːluage] ===
Gen.-Loc. === "della/in città" -ෙ.් [-eː] නගරෙය් [nagərəjeː]
Dativo "all'amico" -ට [-ʈə] යාලුවාට [yaːluaʈə] "alla città" -ට [-ʈə] නගරයට [nagəreːʈə]
Accusativo "l'amico (ogg.)" -ව [-ʋə] යාලුවාව [yaːluaʋə] ===
Strumentale "dall'amico" -ෙගන් [-gen] යාලුවාෙගන් [yaːluagen] "dalla/con la città" -ෙ.න් [-en] නගරෙයන් [nagərəjen]
Declinazione plurale
Caso Nomi animati Suffisso Esempio Nomi inanimati Suffisso Esempio
Nominativo "(gli) amici" == යාලුෙවා් [yaːluoː] "(le) città" == නගර [nagərə]
Gen.-Poss. "degli amici" -න්ෙග් [-nge] යාලුවාන්ෙග් [yaːluange] ===
Gen.-Loc. === "delle/nelle città" -වල [-ʋalə] නගරවල [nagərəʋalə]
Dativo "agli amici" -න්ට [-nʈə] යාලුවාන්ට [yaːluanʈə] "alle città" -වලට [-ʋaləʈə] නගරවලට [nagərəʋaləʈə]
Accusativo "gli amici (ogg.)" -න්ව [-nʋə] යාලුවාන්ව [yaːluanʋə] ===
Strumentale "dagli amici" -න්ෙගන් [-ngen] යාලුවාන්ෙගන් [yaːluangen] "dalle/con le città" -වලින් [-ʋalin] නගරවලින් [nagərəʋalin]

Si noti l'alternanza, nel plurale, di un tema per il caso diretto (nominativo) e un tema per i casi indiretti (od obliqui), ai quali si uniscono i suffissi dei casi nominali.

Caso obliquo

Nel caso dei nomi animati, il tema del caso indiretto (obliquo) si forma sempre con una -න්- [-n-] infissa, mentre per i nomi inanimati si ha -වල- [-ʋalə-]. Nel prospetto della declinazione plurale, gli infissi del caso indiretto sono indicati uniti ai suffissi dei casi nominali per motivi di semplificazione.

Plurale

La formazione del plurale dei nomi è piuttosto complessa, a grandi linee si può riassumere quanto segue:

Nomi animati:

  • i nomi animati in /-a/ hanno il plurale regolare in /-oː/ ("amico" /yaːlua/, plur. /yaːluoː/);
  • quelli femminili in /-iː/ hanno il plurale regolare in /-ijoː/ ("gallina" /kikiliː/, plur. /kikilijoː/);
  • i nomi che si riferiscono a rapporti di parentela familiare, così come alcuni titoli, hanno una forma plurale speciale in /-la/ ("mamma" /amma/, plur. /ammala/)

Nomi inanimati:

  • i nomi in /-əjə/ o /-eː/ hanno il plurale in /-ə/ ("città" /nagəreː/, plur. /nagərə/);
  • i nomi in /-aʋə/ perdono il suffisso al plurale ("sala" /ʃalaʋə/, plur. /ʃala/);
  • alcuni nomi con doppia consonante e /-ə/ finale trasformano la doppia in consonante semplice seguita da /-u/ ("campo, orto" /ʋattə/, plur. /ʋatu/) o da /-i/ ("creatura" /mæʋillə/, plur. /mæʋili/);
  • altri nomi perdono la vocale finale, e hanno il plurale in consonante ("nome" /namə/, plur. /nam/).
Vocativo

Solo in relazione ai nomi animati, resta nel singalese parlato una traccia del vocativo, usato quando ci si rivolge a qualcuno direttamente.

Nomi che indicano parentela

Quando si tratta di nomi che indicano parentela, il vocativo singolare si forma con il suffisso /-e/ opp. /-eː/, mentre la forma del plurale è usata come vocativo:

  • "papà" /taːtta/, vocat. sing. /taːtte/, vocat. plur. /taːttala/
  • "mamma" /amma/, vocat. sing. /amme/, vocat. plur. /ammala/
  • "figlio" /puta/, vocat. sing. /puteː/, vocat. plur. /putala/
Altri nomi animati

I nomi maschili formano il vocativo singolare aggiungendo /-o/ opp. /-oː/:

  • "ragazzo" /kolla/, vocat. sing. /kollo/
  • "tigre" /koʈia/, vocat. sing. /koʈio/

I nomi femminili, invece, hanno il suffisso /-e/:

  • "ragazza" /kellə/, vocat. sing. /kelle/
  • "donna" /striə/, vocat. sing. /strie/

Il vocat. plurale si forma aggiungendo una -eː al tema del caso indiretto (obliquo) del plurale, che termina sempre in /-n/:

  • "ragazzi" /kollo/ (tema caso indir. /kollən-/), vocat. plur. /kolləneː/
  • "donne" /striə/ (tema caso indir. /striən-/), vocat. plur. /striəneː/

Indeterminazione

In singalese, un nome nella forma base lo si può tradurre come se fosse determinato: /yaːlua/ significa sia "amico" sia "l'amico".

L'equivalente dell'articolo indeterminativo è il suffisso /-k/, traducibile con l'italiano "uno/una".

Se unito a nomi animati, la /-a/ finale si muta in /-e-/; esempio, "amico" /yaːlua/, "un amico" /yaːluek/. Il suffisso dei casi nominali è unito dopo l'articolo, e perciò si avrà:

  • nominativo: "un amico" /yaːluek/
  • genitivo: "di un amico" /yaːluekuge/
  • dativo: "a un amico" /yaːluekuʈə/
  • accusativo: "un amico (ogg.) /yaːluekʋə/
  • strumentale: "da un amico" /yaːluekugen/

Con i nomi inanimati, il suffisso è unito al nome, e si declina nella maniera seguente (es. con "libro" /potə/):

  • nominativo: "un libro" /potak/
  • genitivo: "di/in un libro" /potakə/
  • dativo: "a un libro" /potakəʈə/
  • strumentale: "da/con un libro" /potakin/

I nomi in /-eː/ hanno un'alternanza con il suffisso /-əjə/, che ha origine nella lingua letteraria (es. con "città" /nagəreː/, letterario /nagərəjə/):

  • nominativo: "una città" /nagərəjək/
  • genitivo: "di/in una città" /nagəreːkə/
  • dativo: "a una città" /nagəreːkəʈə/
  • strumentale: "da/con una città" /nagəreːkin/

Aggettivi

In singalese parlato, gli aggettivi sono indeclinabili e precedono sempre il nome che qualificano. Esempi:

  • ලස්සන මිනිහා [lasːənə miniha] ("uomo bello" o "bell'uomo")
  • ලස්සන මිනිස්සු [lasːənə minisːu] ("uomini belli")
  • ලස්සන දුව [lasːənə duʋə] ("figlia bella" o "bella figlia")
  • ලස්සන දුවලා [lasːənə duʋəla] ("figlie belle")

Il superlativo assoluto si può formare con la costruzione ඉතා [ita] + aggettivo, oppure con il suffisso enfatico -ම [-mə]:

  • ලස්සන මිනිහා [lasːənə miniha] ("uomo bello")
  • ඉතා ලස්සන මිනිහා [ita lasːənə miniha] ("l'uomo più bello", "uomo bellissimo")
  • ලස්සනම මිනිහා [lasːənəmə miniha] ("l'uomo più bello", "uomo bellissimo")

Frase nominale

Mentre nella lingua italiana (e in altre lingue indeuropee) la frase nominale si forma utilizzando il verbo essere con funzione di copula (vedi predicato nominale), in singalese parlato non viene usato il verbo essere in tale maniera. Invece, la frase nominale è formata secondo la costruzione del seguente prospetto (costruzione enfatica):

soggetto + predicato nominale + suffisso /-i/

Esempi:

  • "l'uomo è bello" /miniha lassənai/
  • "le ragazze sono belle" /tarunioː lassənai/
  • "la città è grande" /nagəreː lokui/
  • "gli orti sono grandi" /ʋatu lokui/

Questa costruzione si chiama enfatica perché l'enfasi nella frase è posta sul predicato che assume il suffisso /-i/. Si noti la differente sfumatura di significato:

  • "l'uomo è bello" /miniha lassənai/ (l'enfasi è posta sul fatto che l'uomo è bello)
  • "bello è l'uomo" /lassənə minihai/ (l'enfasi è posta sul fatto che è l'uomo a essere bello)

Pronome

Si distinguono i pronomi personali, i pronomi dimostrativi e i pronomi interrogativi.

Verbo

La coniugazione del verbo in singalese parlato è abbastanza semplice, perché (a differenza della lingua letteraria) esiste una sola forma per tutte le persone (senza distinguere fra generi e numeri singolare e plurale). Questo fenomeno è simile a quello del verbo inglese.

Frase verbale

In singalese, la frase è di tipo SOV (Soggetto-Oggetto-Verbo), e quindi la frase verbale si forma secondo l'ordine seguente:

soggetto + oggetto / complemento + predicato verbale

Esempi:

  • "io leggo il libro" /mamə potà kiavanəʋa/ (letteralmente "io libro leggo")
  • "voi leggete il libro" /obəla potà kiavanəʋa/ (letteralmente "voi libro leggete")
  • "lui va al mare" /eja muhudəʈə janəʋa/ (letteralmente "lui a-mare va")
  • "loro vanno in città" /eːgollo nagəreːʈə janəʋə/ (letteralmente "loro alla-città vanno")

Forme finite e indefinite

Si distingue tra forme finite (che hanno un soggetto e possono essere usati come predicati verbali) e forme indefinite (che non hanno soggetto, e sono usati come nomi o aggettivi verbali)[4]:

Forme finite
  • presente (usato per le azioni che avvengono al presente o al futuro);
  • passato (equivalente al passato remoto in italiano);
  • futuro modale (usato solo per la prima persona singolare);
  • ottativo/esortativo (utilizzato per esprimere un'esortazione o un desiderio);
  • condizionale (esprime una possibilità);
  • imperativo (usato per esprimere un comando).

Altre costruzioni finite sono:

  • presente progressivo (usato per un'azione in corso di svolgimento nel presente);
  • passato progressivo (usato per un'azione che era in corso di svolgimento nel passato);
  • futuro progressivo (usato per un'azione che sarà in corso di svolgimento nel futuro);
  • passato prossimo (usato per azioni passate che vengono riportate o citate, e formato con il participio passato).
Forme indefinite
  • infinito;
  • participio presente e passato (da cui si forma il passato prossimo);
  • aggettivo verbale, presente e passato;
  • gerundio presente e passato;
  • nome verbale.

Temi del presente e del passato

Il singalese distingue il tema del presente da quello del passato per mezzo dell'apofonia (o ablaut), tipica delle lingue indeuropee. Con l'eccezione di alcuni verbi irregolari, la formazione del passato è abbastanza prevedibile sulla base di alcune regole.

Il tema del presente si ricava levando alla forma base (registrata sul dizionario) il suffisso /-naʋa/. Ad esempio, "leggere" /liənəʋa/, tema del presente /liə-/; "guardare" /balənəʋa/, tema del presente /balə-/.

Esempi:

  • "fare" pres. /kərənəʋa/, pass. /keruʋa/ (irregolare)
  • "andare" pres. /janəʋa/, pass. /ɡija/ (irregolare)
  • "guardare" pres. /balənəʋa/, pass. /bæluʋa/
  • "abbaiare" pres. /burənəʋa/, pass. /biːruʋa/
  • "aprire" pres. /arinəʋa/, pass. /ærija/
  • "ottenere" pres. /læbenəʋa/, pass. /læbuna/

Presente

La forma presente, in singalese parlato, è usata per un'azione che avviene nel presente o nel futuro. È la forma che viene registrata nel dizionario.

La caratteristica della forma presente è il suffisso /-naʋa/. Levando questo suffisso, si ha il tema del presente (ad esempio, "leggere" /liənəʋa/, tema del presente /liə-/).

Esempi:

  • "io leggo il libro" /mamə potà kiavanəʋa/
  • "Sunil legge il libro" /sunil potà kiavanəʋa/
  • "i bambini vanno al mare" /laməj(i)ː muhudəʈə janəʋa/
  • "noi pensiamo" /api hitənəʋa/
Presente della prima persona plurale

Per la prima persona plurale (noi) in singalese parlato si conserva una forma della lingua scritta, che si ha unendo al tema del presente il suffisso /-mu/. Questa forma personale viene usata solo se la persona con cui si parla è inclusa nell'azione espressa dal verbo. Ad esempio:

  • "noi (escluso te) andiamo al mare" /api muhudəʈə janəʋa/ (esclusivo)
  • "noi (incluso te) andiamo al mare" /api muhudəʈə jamu/ (inclusivo)

Passato

La forma passata equivale al passato remoto italiano. Si forma mediante apofonia o ablaut dal tema del presente.

La caratteristica del passato è di terminare sempre in /-ʋa/, o /-ja/ per alcuni verbi. Levando questo suffisso, si ha il tema del passato (ad esempio, "leggere" pass. /liuʋa/, tema del passato /liu-/).

Esempi:

  • "io lessi/ho letto il libro" /mamə potà kieuʋa/
  • "Sunil lesse il libro" /sunil potà kieuʋa/
  • "i bambini andarono al mare" /laməjː muhudəʈə gija/
  • "noi pensammo/abbiamo pensato" /api hituʋa/

Futuro modale

È una forma usata solo per la prima persona singolare, per esprimere un'azione futura che si intende fare, che implica una risposta del tipo "va bene, ok".

Si forma unendo al tema del presente il suffisso /-nnam/.

Esempi:

  • "domani vieni? verrò (=sì, certo, domani vengo)" /heʈə enəʋadə? ennam/
  • "vai a scuola? vado (=ok, ci vado)" /pasələʈə janəʋadə? jannam/

Ottativo/esortativo

Si usa per esprimere un'esortazione ("possa Dio benedirti!") o un desiderio o augurio ("voglia tu sposare una brava ragazza!").

Esempi:

  • "possa Dio benedirti!" /deʋian obəʈə aːʂiːrʋaːdə kəreːʋa/ (esortazione)
  • "possa tu trovare un lavoro!" /obə ʋæɖak haᵐbuʋeːʋa/ (desiderio)
  • "voglia Sunil andare in Italia!" /sunil itaːliəʈə ɡijaːʋa/ (desiderio o augurio)

Benché sia usata nella lingua parlata, talvolta questa forma è sostituita dall'imperativo:

  • "Dio ti benedica!" /deʋian obəʈə aːʂiːrʋaːdə kərənnə/ (esortazione)

Le forme educate di saluto e augurio si basano sull'ottativo/esortativo:

  • "buon giorno! (=possa essere una buona giornata!)" /ʃubə daʋəsak ʋeːʋa/
  • "buona notte! (=possa essere una buona notte!)" /ʃubə ratriak ʋeːʋa/
  • "buon viaggio! (=possa essere un buon viaggio!)" /ʃubə gamənak ʋeːʋa/

Condizionale

Questa forma è usata per esprimere una possibilità.

Si ha unendo al tema del presente il suffisso /-ʋi/.

Esempi:

  • "Sunil andrebbe al mare" /sunil muhudəʈə jaːʋi/
  • "noi lo faremmo" /api kərəʋi/

Imperativo

Così come in italiano, si usa solo alla seconda persona (singolare e plurale) per esprimere un comando. Talvolta, l'imperativo sostituisce l'ottativo/esortativo.

Ha la stessa forma dell'infinito, e si forma con il tema del presente più il suffisso /-nnə/.

Esempi:

  • "Va' a scuola!" /pasələʈə jannə/
  • "Bevi il latte!" /kiri bonnə/
  • "Venite qua!" /metənətà ennə/

Solo nella lingua parlata, esiste una variante colloquiale con suffisso /-ɳɖə/. Questa forma non è appropriata in un contesto formale:

  • "Va' a scuola!" /pasələʈə jaɳnə/
  • "Bevi il latte!" /kiri boɳnə/
  • "Venite qua!" /metənata eɳnə/

Infinito

È usato solitamente in dipendenza di altri verbi (vedi proposizione subordinata), o in alcune costruzioni con altri verbi.

Ha la stessa forma dell'imperativo, e si forma con il tema del presente più il suffisso /-nnə/. Così come per l'imperativo, solo nella lingua parlata, esiste una variante colloquiale con suffisso /-ɳɖə/. Questa forma non è appropriata in un contesto formale.

Esempi:

  • "io comincio a leggere il libro" /mamə potə kiəʋannə paʈan ɡannəʋa/
  • "Sunil va a lavorare" /sunil ʋæɖə kərənnə janəʋa/

Si noti che il periodo è di tipo left-branching, cioè solitamente gli elementi sono messi prima della parola che determinano.

Frasi modali

In singalese è possibile esprimere la modalità di un'azione per mezzo di semi-verbi. In molte lingue, incluso l'italiano, si utilizzano verbi modali o ausiliari come "volere", "potere" o "dovere".

Potere / Non potere

Il concetto di "potere/non potere" si comunica con i semi-verbi "posso" පුලුවන් [puluan] e "non posso" බෑ [bæː] (forma letteraria: බැහැ [bæhæ]). La costruzione usata è la seguente:

soggetto al dativo (+ [ʈə]) + oggetto + verbo all'infinito + පුලුවන් [puluan] / බෑ [bæː]

Esempi:

  • "Sunil va al mare" සුනිල් මුහුදට යනවා [sunil muhudəʈə janəʋa]
  • "Sunil può andare al mare" සුනිල්ට මුහුදට යන්න පුලුවන් [sunilʈə muhudəʈə jannə puluan] (letteralmente "a-Sunil al-mare andare può")
  • "Sunil non può andare al mare" සුනිල්ට මුහුදට යන්න බෑ [sunilʈə muhudəʈə jannə bæː] (letteralmente "a-Sunil al-mare andare non-può")

Si noti che il soggetto va al dativo.

Interrogazione

Una frase diventa interrogativa con l'uso del suffisso /-də/, che viene aggiunto solitamente all'ultima parola del periodo.

Se si tratta di una frase nominale, il suffisso enfatico /-ji/ viene sostituito da quello interrogativo:

  • "Malkanti è bella" /malkanti lassənai/
  • "È Malkanti bella?" /malkanti lassənə/

Se si tratta di una frase verbale, è unito al verbo:

  • tu vai al mare" /obə muhudəʈə janaʋa/
  • vai al mare?" /obə muhudəʈə janəʋa/

Se, invece, si tratta di una frase modale, è unito al semi-verbo che modifica il verbo della frase:

  • Anil può leggere il libro" /anilʈə potə kiəʋannə puluan/
  • Può Anil leggere il libro?" /anilʈə potə kiəʋannə puluan/

Quando è presente un pronome interrogativo, il suffisso /-də/ non è usato, perché il pronome già esprime il concetto di interrogazione; in tal caso, però, il verbo è posto sempre alla forma enfatica:

  • "Sunil va al mare" /sunil muhudəʈə janəʋa/
  • "Quando va al mare Sunil? /sunil muhudəʈə janne kaʋədadə/ (forma enfatica)
  • "Perché Sunil va al mare?" /sunil muhudəʈə janne æji/ (forma enfatica)

Note

  1. ^ cingalese, in Nuovo De Mauro. URL consultato il 21 dicembre 2023.
  2. ^ (EN) What are the top 200 most spoken languages?, su Ethnologue, 3 ottobre 2018. URL consultato il 27 maggio 2022.
  3. ^ Official Language Commission, su languagescom.gov.lk. URL consultato il 27 novembre 2012 (archiviato dall'url originale il 14 febbraio 2012).
  4. ^ Visto che rispetto al singalese letterario la forma parlata ha perso diversi modi e tempi "classici" delle lingue indeuropee (es. futuro, ottativo, ecc.), si è voluto semplificare parlando di forme piuttosto che suddividere il verbo in modi e tempi, perché spesso incompleti o ambigui.

Bibliografia

  • Gair, James und Paolillo, John C.: Sinhala, München, Newcastle 1997.
  • Geiger, Wilhelm: A Grammar of the Sinhalese Language, Colombo 1938.
  • Karunatillake, W.S.: An Introduction to Spoken Sinhala, Colombo 1998.

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