Mizrahì

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Mizrahì, o mizrahìm (dall'ebraico misrach, "oriente") è un'espressione che identifica quelle comunità ebraiche originarie del Medio Oriente e del Maghreb. L'espressione include gruppi ebraici molto diversi tra loro dal punto di vista etnico, linguistico, culturale e religioso; tra questi gli ebrei iraniani, gli ebrei curdi, gli ebrei iracheni, gli ebrei siriani, gli ebrei yemeniti, gli ebrei georgiani, gli ebrei della montagna, gli ebrei di Bukhara, gli ebrei berberi, gli ebrei libanesi, i sefarditi e i romanioti. Spesso l'espressione viene estesa anche ai falascià, ai Bene Israel e agli ebrei di Cochin. Fino alla prima metà del XX secolo l'espressione identificava gli ebrei aschenaziti orientali.

Storia

L'identità mizrahì si rafforzò in seguito all'esodo ebraico dai paesi arabi; i migranti, giunti in Israele, dovettero infatti vivere vicissitudini comuni, dal momento che vennero concentrati nelle aree più periferiche del Paese e nelle ma'abara, in contrapposizione agli aschenaziti laici che dominavano le istituzioni israeliane. Le discriminazioni che i membri di queste comunità dovettero affrontare generarono tensioni etniche, in particolare in occasione dei moti di Wadi Salib e della nascita delle Pantere Nere. La destra, guidata da Menachem Begin, raccolse negli anni 1970 il supporto dei mizrahì. A partire dagli anni 1950 si generò una cultura mizrahì, soprattutto in ambito musicale; la musica mizrahì, fortemente influenzata dalla musica araba e inizialmente osteggiata dalle istituzioni israeliane, riuscì a sfidare il dominio della cultura occidentale in ambito israeliano.

Sociologia

Nel XXI secolo, benché si sia accorciato, sussiste ancora un divario socioeconomico e culturale tra gli aschenaziti laici e i mizrahì. Dal punto di vista religioso, gran parte dei mizrahì si identificano come tradizionalisti o religiosi, a differenza degli aschenaziti, per la grande maggioranza laici. Il mondo ultraortodosso è invece dominato dagli aschenaziti, anche se vi è una minoranza mizrahì. I mizrahì fanno riferimento al Rishon LeZion, una delle due guide del Gran Rabbinato d'Israele. Politicamente, mentre gli aschenaziti laici si identificano nella sinistra o nel centro e sono più accondiscendenti relativamente al conflitto israelo-palestinese, i mizrahì si identificano in maggioranza nella destra. Tra i mizrahì ultraortodossi domina il Shas. Alcuni intellettuali e attivisti mizrahì si identificano come ebrei arabi; in Israele Sami Michael, Shimon Ballas e Samir Naqqash dettero un importante contributo alla letteratura araba.[1]

Note

  1. ^ Mendelson-Maoz, pp. 82-83.

Bibliografia

  • (EN) Adia Mendelson-Maoz, Multiculturalism in Israel: Literary Perspectives, Purdue University Press, 2015, ISBN 9781612493640.

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