Operazione Cedar Falls

Operazione Cedar Falls
parte della guerra del Vietnam
Mappa del territorio coinvolto dalla operazione Cedar Falls
Data8 - 26 gennaio 1967
LuogoTriangolo di Ferro, Cu chi, Vietnam del Sud
EsitoVittoria tattica americana, sostanziale fallimento strategico
Schieramenti
Bandiera del Vietnam del Nord Vietnam del Nord
Viet Cong
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Bandiera del Vietnam del Sud Vietnam del Sud
Comandanti
SconosciutoBandiera degli Stati Uniti Jonathan Seaman
Effettivi
Sconosciute30.000 uomini
Perdite
735 morti
28 prigionieri
Stati Uniti:
72 morti
337 feriti
Vietnam del Sud:
11 morti
8 feriti
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Manuale

L'operazione Cedar Falls fu una grande operazione di "individuazione e distruzione" (Search and Destroy) sferrata nel gennaio 1967 da numerose formazioni da combattimento dell'Esercito americano durante la guerra del Vietnam. Forze appartenenti alla 173ª Brigata aviotrasportata e alla 1ª e alla 25ª Divisione di fanteria (appoggiate anche da reparti sudvietnamiti) vennero impegnate con l'obiettivo di distruggere le roccaforti nemiche nel cosiddetto Triangolo di Ferro, uno dei principali santuari del Fronte di Liberazione[1].

Storia

In termini di forze impiegate e di potenza di fuoco dispiegata l'operazione Cedar Falls fu la più grande operazione terrestre condotta dalle forze americane durante la guerra. Come le altre maggiori operazioni lanciate dagli americani nel 1967, anche Cedar Falls mirava ad assestare un colpo decisivo ai guerriglieri, impegnandoli in una battaglia di tipo convenzionale. L'intenzione era di usare parte delle forze per spingere le formazioni nemiche nell'area contro un secondo schieramento statunitense e chiudere le forze nordvietnamite e vietcong in una morsa costringendole ad uno scontro diretto[1].

Sotto il comando superiore del generale Jonathan Seaman, comandante della II Field Force, Vietnam (2ª Forza campale, Vietnam), vennero impegnate due intere divisioni di fanteria, la 1ª Divisione, guidata dal generale William DePuy, e la 25ª Divisione del generale Frederick Weyand, la eccellente 173ª Brigata aviotrasportata, la 196ª Brigata di fanteria leggera, e l'11º Reggimento di cavalleria corazzata, dotato di mezzi meccanizzati.

Ma l'operazione, nonostante le grandi forze impegnate, si risolse tuttavia in un nuovo sostanziale fallimento complessivo. Furono rasi al suolo con il napalm ettari di boscaglia, passati al pettine interi villaggi, perlustrati chilometri di gallerie e scoperti depositi di viveri, ma paradossalmente non si riuscì quasi mai a stabilire un contatto con i Viet Cong. Questi ultimi infatti, essendo stati avvisati per tempo dell'arrivo degli statunitensi, evacuarono l'area a piccoli gruppi, svanendo nel nulla, salvo poi tornare a rioccuparla non appena le forze statunitensi se ne furono andate[1].

Così si espresse tempo dopo la fine dei combattimenti un generale americano, intervistato a proposito dell'operazione Cedar Falls: "Fu come cercare di disperdere a cannonate uno stormo di farfalle".

Note

  1. ^ a b c (EN) R. G. Grant, 1001 battles that changed the course of history, Cassell Illustrated, 2011, p. 916, ISBN 978-1-84403-696-7, OCLC 751135465. URL consultato il 20 marzo 2021.

Bibliografia

  • AA.VV., NAM-cronaca della guerra in Vietnam, DeAgostini 1988.
  • (EN) R. G. Grant (a cura di), 1001 battles that changed the course of history, Londra, Cassell, 2011, ISBN 9781844036967.
  • S. Karnow, Storia della guerra del Vietnam, Rizzoli 1985.

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