Per le vie di Parigi

Per le vie di Parigi
Annabella e George Rigaud in una scena del film
Titolo originaleQuatorze juillet
Lingua originalefrancese
Paese di produzioneFrancia
Anno1933
Durata97 min
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,37:1
Generecommedia, sentimentale
RegiaRené Clair
SceneggiaturaRené Clair
Casa di produzioneFilms Sonores Tobis
FotografiaGeorges Périnal
MontaggioRené Le Hénaff
MusicheMaurice Jaubert
ScenografiaLazare Meerson
CostumiRené Hubert
Interpreti e personaggi

Per le vie di Parigi (Quatorze juillet) è un film del 1933, scritto e diretto da René Clair.

Riconoscimenti

Nel 1933 è stato indicato tra i migliori film stranieri dell'anno dal National Board of Review of Motion Pictures.

Trama

Anna, fioraia, e Jean, autista di taxi, durante il ballo del 14 luglio a Parigi si innamorano. Poi si perdono di vista: Jean si lascia irretire da Pola, una donna venuta da fuori, diventa un ladro e va a rubare nel locale dove Anna, che nel frattempo ha perso il lavoro e la madre, ha trovato impiego. Dopo varie peripezie, l'amore vince e lei, grazie ai soldi regalati da un miliardario, ricompra il carretto di fiori.

Produzione

Con lo stesso gruppo di collaboratori con cui lavora affiatato in questi anni, Clair riprende il modello della commedia romantica e musicale già sperimentata con successo in Sous les toits de Paris.

Critica

  • Nöel Herpe: "Dopo tutto, l'ultimo capolavoro di questo periodo (e forse il suo capolavoro assoluto) è Per le vie di Parigi, evocazione-minimalista d'una Parigi-paradiso-perduto nel quale Clair distilla con estremo rigore la visione d'un mondo sepolto".[1]
  • Per il Dizionario Mereghetti, è «...una piccola storia della Parigi proletaria, tra il feuilleton e Chaplin», un film «quanto mai convenzionale e cartolinesco nella messinscena, ma non per questo meno intriso di poesia».[2]
  • Per il Dizionario Morandini è una «commedia tenera, graziosa e leziosa».[3]

Parigi

In questo film che rappresenta l'ideale continuazione di Sotto i tetti di Parigi[4], la Parigi di Clair è "uno scenario da fiaba", uno spazio interamente ricostruito in studio da Lazare Meerson, ridotto a quattro strade bagnate dalla pioggia, su cui corrono persone e automobili, a due caffè e una sala da ballo, a un negozio elegante e a una modesta bottega. I versi di una delle chanson de rue che si possono ascoltare nel corso della vicenda sintetizzano la poesia della città: «A Paris, dans chaque faubourg / Le soleil de chaque journée / Fait en quelques destinées / Eclore un rêve d'amour». L'amore è il punto fermo di questo universo.[5]

Note

  1. ^ *AA.VV. coordinati da Gian Piero Brunetta, Dizionario dei registi del cinema mondiale, Einaudi 2006, Vol. I, p. 364.
  2. ^ Il Mereghetti - Dizionario dei Film 2008. Milano, Baldini Castoldi Dalai editore, 2007. ISBN 9788860731869 p. 2201
  3. ^ Il Morandini - Dizionario dei Film 2000. Bologna, Zanichelli editore, 1999. ISBN 8808021890 p. 1059
  4. ^ Giovanna Grignaffini, René Clair, p. 66.
  5. ^ Parigi nel cinema francese - Claudio Di Minno, 30.10.2011

Bibliografia

  • Barthélémy Amengual, René Clair, Seghers, coll. "Cinéma d'aujourd'hui", Paris, 1963.
  • G. Charensol, R. Regent, René Clair: un maestro del cinema, introduzione di Fernaldo Di Giammatteo, Milano e Roma, Bocca, 1955
  • Angelo Solmi, Tre maestri del cinema: Carl Dreyer, René Clair, Charlie Chaplin, Milano, Vita e Pensiero, 1956
  • Giovanna Grignaffini, René Clair, Il Castoro Cinema n. 69, Editrice Il Castoro, 1980
  • Jean Mitry, Rene Clair, Parigi, Ed. Universitaires, 1960
  • Arturo Invernici, Angelo Signorelli (a cura di), René Clair, Bergamo, Stamperia Stefanoni, 2008
  • Pierre Billard, Le mystère René Clair, Editions Plon, 1998 ISBN 2-259-18928-8
  • Giulio D'Amicone, Renè Clair : il sorriso al cinema,Alessandria, Edizioni Falsopiano, 2010.

Collegamenti esterni

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