Pretty Hurts

Pretty Hurts
singolo discografico
Screenshot tratto dal video del brano
ArtistaBeyoncé
Pubblicazione2 giugno 2014
Durata4:17
Album di provenienzaBeyoncé
GenereNeo soul
Power ballad
EtichettaColumbia
ProduttoreAmmo, Knowles
RegistrazioneJungle City Studios e Oven Studios, New York (New York)
FormatiCD, download digitale, streaming
Certificazioni
Dischi d'argentoBandiera del Regno Unito Regno Unito[1]
(vendite: 200 000+)
Dischi di platinoBandiera dell'Australia Australia[2]
(vendite: 70 000+)
Bandiera del Canada Canada[3]
(vendite: 80 000+)
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti[4]
(vendite: 1 000 000+)
Dischi di diamanteBandiera del Brasile Brasile[5]
(vendite: 160 000+)
Beyoncé - cronologia
Singolo precedente
Partition
(2014)
Singolo successivo
Flawless
(2014)

Pretty Hurts è un singolo della cantante statunitense Beyoncé, pubblicato il 2 giugno 2014 come quarto estratto dal quinto album in studio, Beyoncé.[6]

Antefatti

Il brano Pretty Hurts è stato inizialmente scritto da Sia e Ammo per la cantante statunitense Katy Perry, la quale però non lesse mai la traccia inviatale da Sia, accendendo una discussione tra le due popstar.[7] La traccia fu poi inviata ai produttori di Rihanna e Beyoncé. I primi non la scelsero, preferendo Diamonds, quindi la produzione è stata affidata ai produttori della seconda.[8] Beyoncé ha rivelato che «dal primo momento che sentì la canzone la voleva ad ogni costo, poiché la sentiva propria».[9] La canzone infatti rispecchiava la tematica dell'album di «trovare la bellezza nelle imperfezioni» ed appoggiava il pensiero della pop-star contro l'industria della bellezza, l'essere giudicata e l'insicurezza delle donne.[10]

Descrizione

La versione finale della canzone è stata scritta da Sia, Beyoncé e Ammo, e la sua produzione è stata curata da questi ultimi due. Rob Suchecki ha curato l'ingegnerizzazione e la registrazione della strumentale e del sintetizzatore introduttivo della canzone con Derek Dixie.[10][11]

Il testo di Pretty Hurts affronta gli stereotipi della società riguardo alla bellezza femminile, riflettendo sull'amore per se stessi e l'accettazione del proprio corpo.[12][13] La canzone si apre con un frammento registrato di un giudice di un concorso di bellezza che interroga Beyoncé sulle sue aspirazioni di vita, a cui lei risponde: «La mia aspirazione nella vita sarebbe essere felice».[14] L'esempio è usato per inquadrare la canzone nel contesto dell'infanzia della cantante, in cui è stata portata a vincere e partecipare a numerosi concorsi di bellezza[15]. Secondo Michael Cragg del The Guardian, i frammenti sono stati utilizzati per mettere in discussione «la spinta e il desiderio che l'hanno portata dove si trova oggi, e se la lotta ne sia valsa la pena».[16]

Promozione

Il 24 aprile 2014 è stato reso disponibile in prima visione sul sito web della rivista Time, in concomitanza con la copertina di Beyoncé sul numero Time 100, dedicato alle cento persone più influenti al mondo dell'anno.[17] Per promuovere ulteriormente l'uscita, Beyoncé ha lanciato una campagna sul sito web "What Is Pretty", che chiedeva ai fan di postare foto e video su Instagram, spiegando la loro definizione di bellezza.[18]

Il brano è stato incluso nella scaletta delle canzoni eseguite nel corso del On the Run Tour di Beyoncé e Jay-Z.[19]

Accoglienza

Il brano è stato generalmente apprezzato dalla critica musicale per i temi affrontati, riportando che si tratti di «un modo eccellente» di aprire l'album.[20][21][22]

Julia Leconte di Now ha affermato che la canzone è «un classico del femminismo di Beyoncé» e ha commentato: «E se siete amanti delle hit Girl Power come Irreplaceable, amerete anche questa a ripetizione».[23] Anche Claire Lobenfield di Complex ha si pone sullo stesso pensiero, scrivendo che «quella che sembra una classica ballata sull'empowerment femminile di Beyoncé ha un taglio ancora più profondo».[24] Andy Gill dell'Independent ha definito Pretty Hurts la «traccia migliore dell'album» per il suo «tentativo innegabilmente nobile di risollevare il morale femminile contemporaneo».[25] L'opinione di Gill è stata condivisa da Chris Bosman di Consequence, secondo il quale la «drammatica e dolorosa esplorazione della bellezza femminile» ha reso la canzone un punto di forza del progetto discografico della cantante.[26]

I giornalisti di Billboard Andrew Hampp ed Erika Ramirez hanno commentato: «A differenza di cantanti come Céline Dion, Christina Aguilera e Rihanna, Beyoncé non si limita a riascoltare un demo di Sia, ma rende pienamente suo questo inno all'auto-emancipazione, con una voce potente come quella di Halo e un bridge che potrebbe portarvi da Houston a Brooklyn in cinque secondi netti».[13]

Alcuni giornalisti hanno tuttavia criticato la presenza della canzone nell'album. Emily Mackay di NME, che ha giudicato il brano «sospetto» nel progetto, ritenendo che il suo significato fosse poco sentito, poiché ricorda «un banchiere della grande città che fa la predica sulla necessità di una ricchezza spirituale piuttosto che materiale».[27] Philip Cosores di Paste ha commentato: «Pretty Hurts apre l'album con una retorica didascalica senza la grazia della sottigliezza, con la sua ripetuta conclusione che "l'anima ha bisogno di un intervento chirurgico", difficilmente un compenso poetico che gli ascoltatori meritano di assorbire».[28]

Video musicale

Il videoclip è stato girato da Melina Matsoukas ed è stato pubblicato in data 24 aprile 2014 sul sito web e sul canale YouTube di Beyoncé.[29] Le riprese sono avvenute presso la Bishop Loughlin Memorial High School di Fort Greene, Brooklyn, location che ha creato un'atmosfera anni '80 combinata con temi da pin-up ispirati al personaggio di Blake Lively nel film The Town (2010).[30] Il video, della durata di sette minuti, ritrae Beyoncé mentre partecipa a un concorso di bellezza in rappresentanza del Third Ward di Houston, la zona in cui è cresciuta la cantante.[31] Molte delle attrici che interpretano le concorrenti di bellezza nel video erano modelle di professione e hanno condiviso la loro esperienze nel campo della moda nell'introduzione del videoclip.[32] In un'intervista al New York Magazine, Matsoukas ha spiegato che il concetto di concorso di bellezza del video musicale è stato proposto da Beyoncé:[30]

«Mi sono detta 'Entriamo nel mondo tossico e in quello che facciamo davvero e che è così dannoso per noi stessi, e mostriamolo come microcosmo della nostra società'. Ovviamente, queste idee non vivono solo nel mondo dei concorsi, ma anche nella vita di tutti i giorni. Ed è di questo che parla la canzone. Ci è sembrato di doverla portare lì per darle un significato, perché altrimenti sarebbe stata una canzone e un video superficiale e predicatore di messaggi astratti»

(Melina Matsoukas)

Beyoncé nel video pubblicato sia sul sito web e che sul canale YouTube che spiega i vari significati dell'album ha descritto il pensiero che l'ha portata a concepire il video del brano:[10]

«Avevo l'immagine di questi trofei e di me che accettavo questi premi e che mi allenavo per diventare un campione. E alla fine della giornata, quando affronti tutte queste cose, ne vale la pena? Voglio dire, ricevi questo trofeo e pensi: Ho praticamente fatto la fame. Ho trascurato tutte le persone che amo. Mi sono conformato a ciò che tutti gli altri pensano che dovrei essere e ho questo trofeo. Che cosa significa? Il trofeo rappresenta tutti i sacrifici che ho fatto da bambina, tutto il tempo che ho perso»

(Beyoncé)

Il video vede anche un cameo dell'attore americano Harvey Keitel, coinvolto dalla Matsoukas poiché ritenuto capace di interpretare lo stereotipo di un giudice «viscido, da concorso di bellezza di Las Vegas».[30]

Riprese

Inizialmente Matsoukas aveva progettato il video musicale con Beyoncé che vinceva il concorso e si rendeva conto che non aveva alcun significato per lei. Tuttavia, Beyoncé ha suggerito che il vincitore del concorso fosse un albino. Parlando con MTV News, Matsoukas ha spiegato: «Abbiamo pensato che fosse davvero importante e interessante rompere le idee su quali fossero i classici standard di bellezza e farlo con questa bellissima donna albina mi è sembrato davvero un messaggio fantastico».[32]

Il finale del video doveva originariamente raffigurare filmati d'archivio delle attrici americane Halle Berry e Vanessa A. Williams, per promuovere la bellezza delle donne afroamericane. Tuttavia, Beyoncé ha inviato una nota a Matsoukas suggerendo di interpolare alla fine della canzone un filmato della sua infanzia per collegarla al secondo video musicale dell'album, Ghost.[30] Difatti ultimi 30 secondi del video sono intercettati in un cameo tratto dall'infanzia della cantante in cui ha vinto il premio come miglior cantante pop in uno show televisivo.[33] Beyoncé appare sul palco dicendo: «Vorrei ringraziare i giudici per avermi scelto, i miei genitori che amo. Ti amo Houston», il cui audio è presente nei primi trenta secondi della traccia Hounted, suddivisa nel visual album in Ghost e Hounted.[24][34]

Una scena del videoclip, che ritrae Beyoncé mentre si prepara a un intervento di chirurgia plastica, consuma pillole dimagranti e vomita, scena inizialmente esclusa dal montaggio finale del video. Tuttavia, Beyoncé ha deciso di includere la scena per solidificare il suo ruolo nella premessa del clip.[30] Un'altra scena, in cui Beyoncé annega nell'acqua mentre il conduttore del concorso di bellezza mette in discussione le sue aspirazioni di vita, doveva inizialmente rappresentare la sua caduta sul palco. Tuttavia, la scena non è stata realizzata per motivi di tempo.[30]

La scena in cui Beyoncé è ritratta mentre distrugge uno scaffale di trofei «rappresenta l'abbattimento degli standard di bellezza e il cadere vittima di questi», ispirata da Matsoukas stessa, la quale ha ottenuto una foto della cantante durante la sua giovinezza, ritratta davanti a uno scaffale di trofei personali.[35] L'immagine è stata utilizzata successivamente anche per il video correlato al video del brano Grown Woman.[36]

Classifiche

Classifica (2014) Posizione

massima

Australia[37] 47
Belgio (Fiandre)[38] 22
Canada[39] 78
Francia[40] 133
Germania[41] 83
Irlanda[42] 56
Paesi Bassi[43] 87
Regno Unito[44] 63
Repubblica Ceca[45] 83
Stati Uniti[46] 113
Stati Uniti (R&B/Hip-Hop)[46] 36
Stati Uniti (Rhythmic)[46] 33
Stati Uniti (Dance Club)[46] 1
Svizzera[47] 68

Riconoscimenti

MTV Europe Music Awards

  • 2014 - Miglior canzone con un messaggio sociale[48]

MTV Video Music Awards

NAACP Image Award

  • 2015 - Candidatura alla miglior canzone[50]
  • 2015 - Candidatura al miglior video musicale[50]

Soul Train Music Award

  • 2015 - Candidatura al The Ashford & Simpson Songwriter's Award[51]

Note

  1. ^ (EN) Pretty Hurts, su British Phonographic Industry. URL consultato il 13 agosto 2022.
  2. ^ (EN) ARIA TITLE ACCREDITATIONS REPORT: For Single Titles Reaching a New Accreditation Level between 1-01-2021 and 30-11-2021 (PDF), su dropbox.com, Australian Recording Industry Association. URL consultato il 3 febbraio 2022 (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2022).
  3. ^ (EN) Pretty Hurts – Gold/Platinum, su Music Canada. URL consultato il 10 agosto 2022.
  4. ^ (EN) Beyoncé - Pretty Hurts – Gold & Platinum, su Recording Industry Association of America. URL consultato il 9 agosto 2022.
  5. ^ (PT) Beyoncé – Certificados, su Pro-Música Brasil. URL consultato l'8 gennaio 2023.
  6. ^ Pretty Hurts terzo singolo pubblicato, su hitsdailydouble.com.
  7. ^ Steve Knopper, How a Song Written by Sia Furler Becomes a Hit, su 6thfloor.blogs.nytimes.com, The New York Times, 21 aprile 2014. URL consultato il 14 agosto 2022 (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2022).
  8. ^ Bonnie Mclea e Lauren Effron, Sia Reveals the Behind-the-Scenes Drama With Song 'Pretty Hurts', su abcnews.go.com, ABC News, 14 giugno 2014. URL consultato il 14 agosto 2022.
  9. ^ Beyoncé e Sia, su smh.com.au.
  10. ^ a b c Contro il giudizio- Beyoncé, su youtube.com.
  11. ^ (EN) Jason Gay, Beyoncé Knowles: The Queen B, su Vogue, 10 febbraio 2013. URL consultato il 25 luglio 2022.
  12. ^ (EN) Sal Cinquemani, Review: Beyoncé, Beyoncé, su slantmagazine.com, Slant, 14 dicembre 2013. URL consultato il 14 agosto 2022.
  13. ^ a b (EN) Andrew Hampp e Erika Ramirez, Beyonce, Beyonce: Track-By-Track Review, su billboard.com, Billboard, 13 dicembre 2013. URL consultato il 14 agosto 2022.
  14. ^ (EN) Amanda Hess, Queen of the Filtered Instagram Image, Beyoncé Critiques Our Airbrushed Beauty Culture, su slate.com, Slate, 13 dicembre 2013. URL consultato il 14 agosto 2022.
  15. ^ (EN) Jon Pareles, A December Surprise, Without Whispers (or Leaks), in The New York Times, 13 dicembre 2013. URL consultato il 14 agosto 2022.
  16. ^ (EN) Beyoncé: 10 of the best videos, su theguardian.com, The Guardian, 19 agosto 2014. URL consultato il 14 agosto 2022.
  17. ^ (EN) Nate Jones, Beyoncé Premieres Her 'Pretty Hurts' Video for the TIME 100, su people.com, People. URL consultato il 14 agosto 2022.
  18. ^ (EN) Beyoncé Exclusive: Watch the Official Video for "Pretty Hurts", su time.com, Time. URL consultato il 14 agosto 2022.
  19. ^ (EN) Leila Cobo, Beyonce & Jay Z’s Street-Fab ‘On the Run’ Tour Opens in Miami: Review, su billboard.com, Billboard, 26 giugno 2014. URL consultato il 14 agosto 2022.
  20. ^ Neil McCormick, BEYONCÉ, track by track review, su telegraph.co.uk, The Daily Telegraph. URL consultato il 14 agosto 2022.
  21. ^ (EN) Beyoncé – Beyoncé Album Review, su musicomh.com, musicOMH, 16 dicembre 2013. URL consultato il 14 agosto 2022.
  22. ^ Year's top song is Beyonce, Sia's 'Pretty Hurts', su m.fox23.com, Associated Press, 8 gennaio 2015. URL consultato il 14 agosto 2022 (archiviato dall'url originale l'8 gennaio 2015).
  23. ^ Julia Leconte, Who runs the world?, su nowtoronto.com, Now, 16 dicembre 2013. URL consultato il 14 agosto 2022.
  24. ^ a b (EN) Clare Lobenfeld, First Impressions of Beyoncé's New Album, su Complex, 13 dicembre 2013. URL consultato il 26 luglio 2022.
  25. ^ (EN) Andy Gill, Beyoncé review: Beyonce's new album is an unashamed celebration of, su The Independent, 13 dicembre 2013. URL consultato il 14 agosto 2022.
  26. ^ (EN) Chris Bosman, Album Review: Beyoncé - Beyoncé, su consequence.net, Consequence, 16 dicembre 2013. URL consultato il 14 agosto 2022.
  27. ^ (EN) Al Horner e Emily Mackay, Beyonce - 'Beyonce', su nme.com, NME, 16 dicembre 2013. URL consultato il 14 agosto 2022.
  28. ^ (EN) Philip Cosores, Beyoncé: Beyoncé, su pastemagazine.com, Paste, 18 dicembre 2013. URL consultato il 14 agosto 2022.
  29. ^ Video, su mtv.com.
  30. ^ a b c d e f (EN) Patti Greco, ‘Pretty Hurts’ Director Melina Matsoukas on Beyoncé’s Throw-up Scene and Casting Harvey Keitel, su Vulture, The New York Times. URL consultato il 14 agosto 2022.
  31. ^ (EN) Lindsey Weber, A Starter Guide to the Many Easter Eggs in Beyoncé’s New Album, su Vulture, The New York Times, 13 dicembre 2013. URL consultato il 14 agosto 2022.
  32. ^ a b (EN) Jocelyn Vena, Beyonce's 'Pretty Hurts': Find Out How The Video Was Supposed To End, su mtv.com, MTV News, 18 dicembre 2013. URL consultato il 14 agosto 2022.
  33. ^ (EN) Dee Lockett, Beyoncé Takes Aim at Beauty Pageants in “Pretty Hurts” Video, in Slate, 24 aprile 2014. URL consultato il 14 agosto 2022.
  34. ^ (EN) Sal Cinquemani, Review: Beyoncé, Beyoncé, su Slant Magazine, 14 dicembre 2013. URL consultato il 26 luglio 2022.
  35. ^ Beyoncé - Pretty Hurts - Behind The Scenes. URL consultato il 14 agosto 2022.
  36. ^ (EN) Chris Coplan, Watch: Beyoncé recreates home movies in the video for "Grown Woman", su consequence.net, Consequence, 19 dicembre 2013. URL consultato il 14 agosto 2022.
  37. ^ Beyoncé – Pretty Hurts, su australian-charts.com. URL consultato il 13 agosto 2022 (archiviato dall'url originale il 6 agosto 2016).
  38. ^ Beyoncé – Pretty Hurts, su Ultratop.
  39. ^ Beyoncé Chart History, in Billboard. URL consultato il 12 luglio 2018.
  40. ^ (FR) Beyoncé – Pretty Hurts, su lescharts.com, Syndicat national de l'édition phonographique. URL consultato il 3 gennaio 2022.
  41. ^ Pretty Hurts: Beyoncé, su offiziellecharts.de. URL consultato il 1º agosto 2022.
  42. ^ (EN) GFK Chart-Track, su chart-track.co.uk. URL consultato il 12 luglio 2018 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2014).
  43. ^ (NL) Beyoncé - Pretty Hurts, su dutchcharts.nl, Dutch Charts. URL consultato l'11 dicembre 2020.
  44. ^ (EN) Beyonce | full Official Chart History, su Official Charts Company. URL consultato il 12 luglio 2018.
  45. ^ ČNS IFPI, su hitparada.ifpicr.cz. URL consultato il 1º agosto 2022.
  46. ^ a b c d Beyoncé Chart History, in Billboard. URL consultato il 12 luglio 2018.
  47. ^ (DE) Beyoncé - Pretty Hurts, su swisscharts.com, Schweizer Hitparade. URL consultato il 13 dicembre 2020.
  48. ^ (EN) MTV EMA 2014: And the Winners Are …, su billboard.com, Billboard, 9 novembre 2014. URL consultato il 13 agosto 2022.
  49. ^ a b c d (EN) Here's Your Full List Of 2014 VMA Winners, su mtv.com, MTV News. URL consultato il 13 agosto 2022.
  50. ^ a b (EN) Alicia Banks, Beyoncé, Sam Smith, 'Selma' Among Early 46th NAACP Image Awards Winners, su thewrap.com, The Wrap, 6 febbraio 2015. URL consultato il 13 agosto 2022.
  51. ^ (EN) Terrece Walker, Chris Brown, Pharrell Williams and Beyonce Win Big at SOUL TRAIN AWARDS 2014, su businesswire.com, Business Wire, 1º dicembre 2014. URL consultato il 13 agosto 2022.

Collegamenti esterni

  • Filmato audio Beyoncé - Pretty Hurts (Video), su YouTube, 24 aprile 2014. Modifica su Wikidata
  • (EN) Pretty Hurts (canzone), su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation. Modifica su Wikidata
  • (EN) Pretty Hurts (album), su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation. Modifica su Wikidata
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