Raniero Vanni d'Archirafi

Raniero Vanni d'Archirafi

Commissario europeo per le Questioni Istituzionali, le Imprese ed il Mercato Interno
Durata mandato1º gennaio 1993 –
22 gennaio 1995
PresidenteJacques Delors
PredecessoreCarlo Ripa di Meana[1]
Martin Bangemann[2]
SuccessoreNeil Kinnock[1]
Mario Monti[2]

Ambasciatore d'Italia in Spagna
Durata mandato30 gennaio 1984 –
12 gennaio 1988
PredecessoreRaffaele Marras
SuccessoreFederico Di Roberto

Ambasciatore d'Italia in Germania Ovest
Durata mandato19 novembre 1987 –
5 luglio 1989
PredecessoreLuigi Vittorio Ferraris
SuccessoreMarcello Guidi

Dati generali
Partito politicoInd. vicino alla DC

Raniero Vanni d'Archirafi (Ginevra, 7 giugno 1931) è un diplomatico italiano a riposo. È stato commissario europeo.

Biografia

Si laureò in giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Roma "La Sapienza".[3]

Carriera diplomatica

Entrò in carriera diplomatica nel 1956 all'interno del dipartimento politico della NATO.[3] Prestò servizio alla rappresentanza permanente d'Italia presso la CEE e la CEEA a Bruxelles dal 1961 al 1966 e nel 1964 fu promosso primo segretario della delegazione.[3] Nel 1966 venne destinato all'ambasciata italiana a Buenos Aires, dove rimase come primo segretario fino al 1969.[3]

Nel 1969 tornò a Roma e si occupò del dipartimento affari economici del governo.[3] Dal 1973 al 1979 prestò servizio all'ambasciata d'Italia a Madrid.

Dal 1980 al 1984 è stato capo di gabinetto del Ministro degli affari esteri Emilio Colombo.[4]

Il 30 gennaio 1984 venne nominato ambasciatore italiano in Spagna[5] e il 18 novembre 1987 in Germania federale.[6]

Nel 1989 divenne direttore generale per gli affari economici del ministero degli esteri e nel 1991 direttore generale per gli affari politici.[7]

Commissario europeo

Nel 1993 venne indicato dal governo italiano come membro della Commissione europea, assieme ad Antonio Ruberti. Benché indipendente, era considerato vicino alla Democrazia Cristiana.[4] Il governo italiano discusse a lungo se indicare Vanni d'Archirafi o Ruberti come vicepresidente della Commissione, optando infine per quest'ultimo.[8] La nomina di Vanni d'Archirafi e Ruberti venne accolta piuttosto male dal presidente della Commissione Jacques Delors, che avrebbe preferito personaggi di maggiore spessore politico.[9] Anche per questa ragione, gli vennero assegnati portafogli relativamente marginali, quali le questioni istituzionali, le imprese e il mercato interno[10].

Fece parte della Commissione Delors III, in carica dal gennaio 1993 al gennaio 1995, e non venne riconfermato al termine del mandato. Si occupò principalmente del completamento del mercato unico.[11] Promosse una direttiva antitrust europea in materia di informazione, per evitare le concentrazioni editoriali ed i monopoli televisivi particolare e tutelare il pluralismo dell'informazione, armonizzando le norme in vigore nei singoli stati membri.[12]

Attività successive

Il 20 febbraio 1995 tornò a servire come ambasciatore d'Italia a Madrid, svolgendo l'incarico fino al 1998.[5]

Operò a sostegno di diverse iniziative imprenditoriali italiane in Spagna. Ha fatto parte dei consigli di amministrazione di diverse società ed ha rappresentato in Spagna le imprese del gruppo Finmeccanica.[13] Nel 2002 venne nominato presidente di RCS Iberica, l'azionista di maggioranza della società editrice di El Mundo.[13]

Approvò iniziative del governo Zapatero, tra cui la legalizzazione dei matrimoni fra persone dello stesso sesso.[14]

Vita familiare

È padre del finanziere Francesco Vanni d'Archirafi[15] e di Uberto Vanni d'Archirafi, già Console Generale d'Italia a Londra,[16] poi consigliere diplomatico del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Massimo Bray, poi ambasciatore d'Italia in Portogallo.[17]

Onorificenze

Grande Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«Su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri»
— 2 giugno 1980[19]
Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«Su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri»
— 2 giugno 1977[20]

Nel 1994 il gruppo del Partito Popolare Europeo gli assegnò la medaglia "Robert Schuman".[21]

Note

  1. ^ a b Questioni Istituzionali
  2. ^ a b Imprese e Mercato Interno
  3. ^ a b c d e Raniero Vanni d'Archirafi, su munzinger.de, Munzinger. URL consultato il 19 agosto 2011 (archiviato dall'url originale l'8 gennaio 2015).
  4. ^ a b Pietro Sormani, Alla CEE commissari a sorpresa, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 5 dicembre 1992. URL consultato il 17 agosto 2011.
  5. ^ a b Capi della missione diplomatica italiana in Spagna, su ambmadrid.esteri.it, Ambasciata d'Italia a Madrid. URL consultato il 19 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2014).
  6. ^ Gli Ambasciatori d’Italia nella Repubblica Federale di Germania, su ambberlino.esteri.it, Ambasciata d'Italia a Berlino. URL consultato il 19 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 9 maggio 2012).
  7. ^ (EN) EC Commissioner Raniero Vanni d'Archirafi, su highbeam.com, Europe, 1º maggio 1993. URL consultato il 19 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 15 novembre 2018).
  8. ^ Andrea Bonanni, Pasticcio italiano alla CEE, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 18 aprile 1993. URL consultato il 19 agosto 2011.
  9. ^ Pietro Sormani, E Delors considerò quelle nomine quasi un'offesa, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 10 dicembre 1992. URL consultato il 17 agosto 2011.
  10. ^ Pietro Sormani, Alla CEE commissari a sorpresa, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 5 dicembre 1992. URL consultato il 17 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  11. ^ Pietro Sormani, "L'Italia risale in Europa", su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 9 febbraio 1993. URL consultato il 19 agosto 2011.
  12. ^ Pietro Sormani, "L'Italia risale in Europa", su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 9 febbraio 1993. URL consultato il 19 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  13. ^ a b Rcs Iberica, alla presidenza arriva l'ex commissario UE Vanni d'Archirafi, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 27 giugno 2002. URL consultato il 19 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  14. ^ Gian Antonio Orighi, Ma Zapatero è il diavolo? [collegamento interrotto], su archivio.panorama.it, Panorama, 7 luglio 2006. URL consultato il 19 agosto 2011.
  15. ^ Vanni d'Archirafi nella Citi di New York, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 24 aprile 2009. URL consultato il 19 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  16. ^ Intervista Uberto Vanni D'Archirafi, Console Generale a Londra - QuiLondra.com
  17. ^ Uberto Vanni d'Archirafi nuovo ambasciatore a Lisbona
  18. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  19. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  20. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  21. ^ (EN) Robert Schuman Medal (PDF) [collegamento interrotto], su eppgroup.eu, Gruppo PPE al Parlamento europeo. URL consultato il 19 agosto 2011.

Voci correlate

Predecessore Ambasciatore italiano in Spagna Bandiera della Spagna Successore
Antonio Ciarrapico 1995 - 1998 Paolo Pucci di Benisichi
Predecessore Commissario per le questioni Istituzionali, le imprese ed il mercato Interno Successore
Martin Bangemann 6 gennaio 1993 - 6 gennaio 1995 Mario Monti (Mercato Interno)
Martin Bangemann (Imprese)
Predecessore Commissario europeo
dell'Italia
Successore
Filippo Maria Pandolfi
Carlo Ripa di Meana
6 gennaio 1993 - 6 gennaio 1995
con Antonio Ruberti
Emma Bonino
Mario Monti
Predecessore Ambasciatore italiano nella Germania Ovest Bandiera della Germania Successore
Luigi Vittorio Ferraris 1987 - 1989 Marcello Guidi
Predecessore Ambasciatore italiano in Spagna Bandiera della Spagna Successore
Raffaele Marras 1984 - 1988 Federico Di Roberto

Collegamenti esterni

  • (NL) Raniero Vanni d'Archirafi, su parlement.com, Parlement & Politiek. Modifica su Wikidata
Controllo di autoritàVIAF (EN) 213641309 · WorldCat Identities (EN) viaf-213641309
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