Rocco Rodio

Rocco Rodio (Bari, 1530 – 1607) è stato un compositore e teorico musicale italiano, di scuola napoletana.

Biografia

Camillo Maffei lo descrisse, in una lettera risalente al 1563, come un famoso maestro, mentre Scipione Cerreto, nel suo trattato Prattica musica del 1601 lo indicava come uno fra i più quotati compositori del suo tempo residenti a Napoli; G. L. Rossi nell'Organo dei cantori (1613) lo descriveva «musico eccelentissimo a nostro tempo».[1]

Non tutti gli storici concordano sulle origini di Rodio e qualcuno sostiene che la sua origine sia slava e la sua città natale sia Bar.[1]

Lui stesso, nella dedica dell'opera Missarum decem liber primus destinata ad Sigismondo II Augusto di Polonia, affermò di essere un «Barensis humilis vassalus», e per questo gli storici della musica ipotizzano che fosse nato da genitori italiani a Bar, oppure che si dicesse barense solo per cortigianeria, o che sia nato a Bari come afferma l’edizione del Missarum decem liber primus Rocchi Rodii civitatis Barensis, pubblicato a Roma nel 1562.[1][2]

Sono più sicure le notizie riguardanti il suo soggiorno napoletano, dato che il 23 agosto 1571, nella chiesa parrocchiale di Santa Maria a Piazza, fu battezzata la figlia Lucrezia, avuta dalla moglie Cornelia Stella, sorella dell'organista Scipione; padrino di battesimo fu il liutista Fabrizio Filomarino. Nel 1575 nacque il suo secondo figlio, Vincenzo, che si sposò a Bari nel 1596.

Ai suoi esordi risalirono due villanelle incluse nella Corona delle napolitane a 3 e 4 voci (Venezia, 1570), curata da Marc’Antonio Mazzone, alle quali seguirono tre anni dopo le musiche sacre intitolate Psalmi ad vesperas [...] quae vulgus falso bordone appellat a quattro voci, dedicate a due religiose nobili.

Nel 1575 Gioseppe Cacchi pubblicò a Napoli il Libro di ricercate a quattro voci di Rodio dedicato ad una nobile famiglia sorrentina, che si caratterizzò per la scrittura in partitura su quattro pentagrammi anziché nella intavolatura tradizionale.[2]

Nel 1587 Rodio pubblicò a Napoli e a Venezia il Secondo libro di madrigali a 4 voci, in cui furono inseriti madrigali di Luigi Tansillo e Battista Guarini.[2]

Rodio deve la sua fama, soprattutto alle Regole per far contrappunto solo e accompagnato nel canto fermo (prima stampa nel 1600).[1]

Rodio fu un virtuoso del contrappunto e tra le sue composizioni, si ricordano madrigali e una messa plurium facierum a 4 voci.

Opere principali

Musica

  • Missarum decem liber primus, messe per 4 e 6 voci (Roma, 1562);
  • Libro primo di ricercate, per organo (Napoli, 1575);
  • Il secondo libro di madrigali, madrigali per 4 voci (Venezia, 1587);
  • Duetti, (1589), perduto;
  • Il primo libro di madrigali, perduto;
  • canzoni, mottetti e altri brani su manoscritto.

Pubblicazioni

  • Regole di musica di Rocco Rodio sotto brevissime risposte ad alcuni dubij propostigli da un cavaliero, intorno alle varie opinioni de contrapontisti con la dimostratione de tutti i canoni sopra il canto fermo, (Napoli, 1600).

Note

  1. ^ a b c d Andrea Della Corte e Guido M. Gatti, Dizionario di musica, Torino, Paravia, 1956, p. 529.
  2. ^ a b c Rocco Rodio, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 19 maggio 2018.

Bibliografia

  • G.C. Maffei, Delle lettere [...] Libri due, Napoli, 1562, p. 182.
  • L. Contarino, La nobiltà di Napoli in dialogo, Napoli, 1569.
  • S. Cerreto, Della pratica musica vocale et strumentale, Napoli, 1601.
  • G. Gaspari, Catalogo della biblioteca del Liceo musicale di Bologna, Bologna, 1890.
  • N. Pirrotta, Li due Orfei. Da Poliziano a Monteverdi, Torino, 1975.
  • D. Fabris, Introduzione all’ed. anast. dei Salmi per i Vespri a quattro voci, Lamezia, 1994.

Collegamenti esterni

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