Scrittura automatica

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L'idioma «marziano» scritto da Hélène Smith, sensitiva francese che affermava di essere l'incarnazione di un'entità extraterrestre.

La scrittura automatica o psicografia è il processo di scrittura di frasi che non arrivano dal pensiero cosciente dello scrittore. Può avvenire in stato di trance, oppure in maniera cosciente ma senza la consapevolezza di quello che si sta scrivendo. È stata a volte utilizzata in psicoanalisi come possibile strumento per fare emergere conflitti inconsci. È uno degli strumenti più importanti della tecnica di scrittura surrealista.

A parte i casi di frode, la scrittura automatica avviene spesso in totale buona fede: gli psicologi la interpretano come il frutto dei cosiddetti automatismi, comportamenti guidati da associazioni inconsce (effetto ideomotorio)[1].

In parapsicologia

Secondo la parapsicologia, questo fenomeno potrebbe permettere di entrare in contatto non solo con i propri cari già trapassati ma anche con personaggi noti della storia e persino con sconosciuti non solo al soggetto ma a tutti. Non esistono però prove scientifiche che la scrittura automatica trasmetta altre informazioni oltre a quelle contenute nella mente dell'individuo che sta scrivendo. Tuttavia non è nemmeno mai stato dimostrato come potessero sapere con precisione cose di sconosciuti appena incontrati come per esempio nel caso Chico Xavier [2] o altri medium.

Il termine "scrittura automatica" fu usato per la prima volta nel 1861 da Allan Kardec, considerato il padre dello spiritismo francese, che lo riteneva il mezzo più semplice e più completo per poter stabilire relazioni con gli spiriti. Nello spiritismo si usano anche le espressioni "scrittura medianica" o "scrittura spiritica". Nel 1934 Gino Trespoli definì il fenomeno come "psicografia", comprendendo anche la presunta capacità di un sensitivo di influenzare la materia fotosensibile di una lastra fotografica, imprimendovi un'immagine di una scena pensata.

Oltre che nello spiritismo, la scrittura automatica è praticata anche nella New Age: secondo i suoi sostenitori, attraverso questo tipo di scrittura si può diventare "canali" (in inglese "channeler") e comunicare con le divinità, gli spiriti della natura, i defunti, entità multipersonali, extraterrestri, e l'inconscio collettivo.

In psicoanalisi

Con Sigmund Freud la scrittura automatica viene considerata l'espressione del subconscio, che poteva far emergere conflitti psicologici non risolti o traumi infantili.

La scrittura automatica è usata da alcuni psicanalisti come uno strumento per accedere facilmente alle memorie represse, ma l'attendibilità di questa tecnica terapeutica è molto discussa.[3].

In letteratura

La scrittura automatica è stata usata come metodologia artistico-letteraria da alcune correnti letterarie, in particolare dal surrealismo che, facendo riferimento proprio alla psicoanalisi, voleva ridurre ogni frapposizione censoria di tipo razionalistico tra l'artista e la creatività scaturente dall'inconscio.

Note

  1. ^ La scrittura automatica sul sito del Cicap
  2. ^ https://blog.libero.it/MediumXavier/
  3. ^ Dizionario Scettico, di Robert Todd Carroll

Voci correlate

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Collegamenti esterni

  • (FR) André Breton e la scrittura automatica, su adpf.asso.fr. URL consultato il 19 giugno 2007 (archiviato dall'url originale l'8 giugno 2007).
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