Seconda guerra di Scutari

Seconda guerra di Scutari
DataMarzo 1419 - Agosto 1423
LuogoCoste dell'attuale Montenegro
Esitonulla di fatto
Schieramenti
Bandiera della Repubblica di Venezia Repubblica di Venezia
  • Zeta (fino al 1421)
  • Despotato di Serbia (dopo 1421)
  • Nobiltà albanese
    • Zaharia
    • Kastrioti
    • Humoj
    • Dukangjini
Comandanti
  • Pietro Loredan
  • Francesco Bembo
  • Niccolò Capello
  • Balša III
  • Stefano III Lazarević
  • Mazarek
  • Đurađ Branković
  • Stanisha Kastrioti
  • Tanush Dukagjin
  • Koja Zaharia
  • Andrija Humoj
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    Manuale

    La seconda guerra di Scutari fu un conflitto armato nel 1419-1426 tra il Principato di Zeta (1419-1421) e successivamente il Despotato di Serbia (1421-1423) da una parte e la Repubblica di Venezia dall'altra.

    Premessa

    La prima guerra di scutari fu condotta nel periodo 1405-1413 tra Balša III e la Serenissima.[1] In questa guerra Balša III tentò di riprendere Scutari e la regione circostante, che fu venduto ai veneziani da suo padre Đurađ II Balšić nel 1396. Fomentando le rivolte anti-veneziane da parte della popolazione locale Balša III riuscì a catturare diverse città nel 1405. I Veneziani invece negoziarono con le città di Budva, Bar e Ulcinj ad accettare la loro sovranità. Dopo diversi anni di battaglie e negoziati, la guerra si concluse nel 1412 con un trattato che obbligava Balša III e Venezia a riportare tutto alla situazione prebellica. Nessuna delle due parti belligeranti era soddisfatta del trattato di pace e si accusavano rispettivamente di aver violato i termini concordati.

    La Guerra

    Prima Parte: Venezia e il Principato di Zeta

    Nel marzo del 1419 Balša III tentò nuovamente di riconquistare Scutari e i territori circostanti. A maggio riuscì a catturare Drivast e nell'agosto 1419 il suo castello.

    I veneziani tentarono di convincere i Castriota e i Ducagini per combattere contro Zeta nel 1419, ma sembra senza successo.[2]

    Essi cercarono anche di allearsi con alcuni membri importanti della nobiltà albanese come Koja Zaharia a cui fu chiesto di riconoscere la sovranità veneziana a Dagnum sede del suo territorio. Lo stesso fecero con i clan Hoti e Mataguži .[3]

    Seconda Parte: Il Despotato Serbo e Venezia

    Cambiamenti di territorio a Zeta

    Cattura di Drivast, Sveti Srđ e Bar

    Nel 1421, prima della morte di Balša III e sotto l'influenza della madre Jelena Lazarević, passò il governo di Zeta a suo zio, il despota Stefan Lazarević, regnante del Despotato di Serbia. I Veneziani non riconobbero il nuovo stato continuando ad occupare la costa con le città di Zetan e Bojana e Drivast (recentemente riconquistata).[2] Inoltre furono espliciti nel non avere nessuna intenzione di cedere gli ex possedimenti di Balša III al despota .[4] Nell'agosto 1421 Lazarević condusse il suo esercito a Zeta aiutato da Giovanni Castriota, il quale inviò delle truppe guidate da uno dei suoi figli.[5][6][7] Secondo Fan Noli fu Stanisha Castriota ad essere inviato.[8] La battaglia incomincio e furono catturate Sveti Srdj, Drivast e a metà novembre 1421 venne presa Bar.

    Despotato serbo nel 1422

    Tregua

    Dopo la battaglia Lazarević concluse una tregua di sei mesi con Venezia e partì per sostenere il re Sigismondo di Lussemburgo nella sua lotta contro gli Hussiti . La tregua fu concordata fino al 15 maggio 1422.[9].

    I Veneziani approffitarono della tregua per rafforzare il presidio di Scutari trasportando soldati, cibo e armi attraverso il fiume Bojana .[10]

    Durante la tregua si tennero delle trattative di pace prima a Venezia e successivamente in Serbia tra Marco Barbarigo e lo stesso despota[11] Lazarević chiese la restituzione delle città contese sicché Venezia rifiutò e la guerra riprese.[2]

    Battaglie sul fiume Bojana

    Il Desposta Stefano fece costruire delle fortezze sulla riva destra del Bojana da dove potevano controllare il fiume[10]. Quando il capitano veneziano Niccolò Cappello fu inviato per trasportare rifornimenti di cibo assieme ad una guarnigione di arcieri a Scutari su tre galee, furono attaccati dai soldati di Mazarek e furono costretti a rientrare nel mare Adriatico .[12] Nel luglio del 1422, il Senato veneziano ordinò a Niccolò Cappello di tornare sul fiume Bojana e completare la sua missione. Egli decise di aspettare le due galee in arrivo comandate da Marco Bembo e Marco Barbo le quali stavano trasportando soldati e armi per la distruzione della fortezza che Mazarek aveva eretto a Sveti Srđ.[13]

    Assedio di Scutari nel 1422

    Le forze di Lazarević assediarono Scutari, probabilmente nel giugno del 1422. Nel novembre 1422 la flotta veneziana distrusse le fortezze di Mazarek sul fiume Bojana e raggiunse Sveti Srđ. A causa della bassa marea l'avanzamento fu pero bloccato.[14]

    L''assedio di Scutari volse in maniera positiva per i Veneziani.[2] In una notte di Dicembre la guarnigione guidata dal capitano Niccolò Cappello attaccò inaspettatamente l'esercito del Despota e ruppe l'assedio.[15] Successivamente fu rinforzata la guarnigione con 400 cavalieri e tra i 200 e i 300 soldati di fanteria.

    Assedio di Scutari nel 1423

    L'esercito Serbo, poco dopo tornò sotto la fortezza di Scutari nel gennaio 1423.[13] Nel gennaio del 1423, Venezia convinse i Pamaliot del fiume Bojana a schierarsi con loro assieme ad altri capiclan locali come i Paštrovići, Giovanni Kastriota, i Dukagjins e Koja Zaharija .[2] Sebbene nessuno di questi si mise a combattere per Venezia smisero pero' di combattere per l'esercito di Lazarević. Inoltre il capitano del golfo veneziano Francesco Bembo offrì denaro a Giovanni Kastriota, Dukagjins e Koja Zaharija nell'aprile del 1423 per unirsi alle forze veneziane contro il despotato serbo,ma essi rifiutarono.[16]

    Nell'estate del 1423 il Despota Lazarević mandò Đurađ Branković con 8.000 cavalieri a Zeta, assediò Scutari e fece erigere nuove fortezze sul Bojana per tagliare le forniture veneziane della città assediata. Il duca Sandalj si mise a disposizione per sostenere Lazarevich.

    I governatori veneziani furono incaricati di negoziare la pace.

    Fine della guerra

    Trattato di Sveti Srdj

    Il conflitto si concluse nell'agosto 1423, dopo la conclusione del trattato di pace di Sveti Srdj.[17]

    In rappresentanza del Despota serbo, il trattato fu firmato da Đurađ Branković (con due testimoni che erano funzionari ottomani). Branković era il rappresentante del despota a Zeta dal 1423 ed era anche responsabile di tutte le negoziazioni. Secondo il trattato, il Despotato di Serbia conservava Drivast e Bar mentre Venezia conservava Scutari, Ulcinj e Kotor.

    Venezia fu costretta a restituire Budva e la regione di Grbalj e a pagare 1.000 ducati in omaggio annuale per Scutari ai Lazarevići i quali avevano precedentemente pagato Balša III.

    Entrambi accettarono di scambiare prigionieri e di radere al suolo i loro forti sul Bojana, che divenne interamente veneziano.

    Dopo la firma del trattato, Francesco Bembo invitò Đurađ Branković a un ricevimento cerimoniale organizzato sulla sua nave che navigava nel Bojana, seguito da altre navi della flotta veneziana. Đurađ chiese quindi a Venezia di sostenerlo con sei galee in un'eventuale guerra contro gli ottomani e di confermargli tutti i privilegi precedentemente assegnato al padre .[18]

    Trattato di Vučitrn

    Sebbene il trattato di Sveti Srđ fosse stato firmato, c'erano molte questioni che erano rimaste irrisolte. Pertanto, la situazione fu completamente chiarita con l'accordo definitivo firmato a Vučitrn nel 1426. Il trattato di Vučitrn fu rivisto a Drivast l'11 novembre 1426.[19]

    Dopo la sua morte nel 1427 di Stefan Lazarević il potere fu assegnato a Đurađ Brankovićil quale perse il controllo di Bar contro i veneziani nel 1443.[20]

    Note

    1. ^ (SR) Kotor (Montenegro) Pomorski muzej, Annual of Maritime Museum at Kotor, Kotor, 1969, p. 34.
      «Prvi skadarski rat protiv Balse III 1405-1412.»
    2. ^ a b c d e Fine, 1994.
    3. ^ Glas, Том 338, Belgrade, Serbian Academy of Sciences and Arts, 1983, p. 67.
    4. ^ Glas, Том 338, Belgrade, Serbian Academy of Sciences and Arts, 1983, p. 67.
    5. ^ vol. 4, 2010, ISBN 978-3-631-60295-9, https://books.google.com/books?id=aCdYHU9PtiIC&pg=PA20&dq=gjon+kastrioti+serbian.
      «Gjon Kastrioti... converted to Orthodoxy from 1419-1426, accepting the alliance of Stephen Lazarevic of Serbia ...»
      Parametro titolo vuoto o mancante (aiuto)
    6. ^ Ćorović 2001: "Уз Стевана се борило и нешто Арбанаса Ивана Кастриота, који је пришао деспоту одмах по доласку овог у Зету."
    7. ^ (SR) vol. II, 1970, OCLC 633018773, https://www.scribd.com/doc/82440321/Grupa-Autora-Istorija-Crne-Gore-2-tom-2.
      «У деспотовој војсци налазили су се и одреди Ивана Кастриота, који је тада имао посједе око Љеша, и то под командом једног од његових синова....»
      Parametro titolo vuoto o mancante (aiuto)
    8. ^ 1947, OCLC 732882.
      «As a matter of fact, he had sent his son Stanisha with an auxiliary corps to help the Serbians against the Venetians at Scutari»
      Parametro titolo vuoto o mancante (aiuto)
    9. ^ (SR) Dragoslav Srejović, Slavko Gavrilović e Sima M. Ćirković, Istorija srpskog naroda: knj. Od najstarijih vremena do Maričke bitke (1371), Srpska književna zadruga, 1982, p. 199.
    10. ^ a b (SR) Dragoslav Srejović, Slavko Gavrilović e Sima M. Ćirković, Istorija srpskog naroda: knj. Od najstarijih vremena do Maričke bitke (1371), Srpska književna zadruga, 1982, p. 199.
    11. ^ (SR) Mihailo Maletić, Crna Gora, Književne novine, 1976, p. 162.
      «У првој половини 1422. водио је преговоре у Венецији деспотов војвода Витко. Наставио их је Млечанин Марко Барбадиго код деспота, али»
    12. ^ Godisnjak Pomorskog muzeja u Kotoru, Kotor, Pomorski muzej u Kotoru, 1968, p. 36.
    13. ^ a b Božić, 1979.
    14. ^ Godisnjak Pomorskog muzeja u Kotoru, Kotor, Pomorski muzej u Kotoru, 1968, p. 37.
    15. ^ (SR) Miodrag Al Purković, Knez i despot Stefan Lazarević, Sveti arhijerejski sinod Srpske pravoslavne crkve, 1978, p. 123.
    16. ^ (SR) vol. II, 1970, OCLC 633018773, https://www.scribd.com/doc/82440321/Grupa-Autora-Istorija-Crne-Gore-2-tom-2.
      «Франћеско Бембо је настојао да привучена млетачку страну најистакнутије арбанаске господаре. Ивану Кастриоту је нудио 300, Који Закарији 200, а двојици Дукађина по сто дуката....Ни он ту није ништа учинио...»
      Parametro titolo vuoto o mancante (aiuto)
    17. ^ 1994, ISBN 978-0-472-08260-5, https://books.google.com/books?id=LvVbRrH1QBgC&pg=PA519. Parametro titolo vuoto o mancante (aiuto)
    18. ^ 1982, https://books.google.com/?id=mBRXAAAAYAAJ&dq=%D0%B8%D0%B2%D0%B0%D0%BD+%D1%86%D1%80%D0%BD%D0%BE%D1%98%D0%B5%D0%B2%D0%B8%D1%9B+%D1%81%D0%BA%D0%B0%D0%B4%D0%B0%D1%80&q=%D0%B1%D0%BE%D1%98%D0%B0%D0%BD%D0%BE%D0%BC#search_anchor. Parametro titolo vuoto o mancante (aiuto)
    19. ^ Momčilo Spremić, Zbornik Filozofskog fakulteta, Naučno delo, 1964, p. 197.
      «Када је поменути споразум допуњаван и редигован 11. новембра исте године у Дривасту...»
    20. ^ Nadežda Katanić, Građa za proučavanje starih kamenih mostova i akvedukata u Srbiji, Makedoniji i Crnoj Gori, Savezni institut za zaštitu spomenika kulture, 1961, p. 298.

    Bibliografia

    • (HR) Ivan Božić, Nemirno pomorje XV veka, Belgrade, Srpska književna zadruga, 1979, OCLC 5845972.
    • (EN) J. Fine, The Late Medieval Balkans: A Critical Survey from the Late Twelfth Century ..., 1987, ISBN 978-0-472-10079-8.
    • (HR) Kotor u drugom skadarskom ratu : 1419-1423, 1937, OCLC 774252729.
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