Sistema dei campi a pozzo

Il confine marrone tra le fattorie assomiglia al carattere per pozzo (井)

Il sistema dei campi a pozzo (zh. 井田制度T, Jǐngtián zhìdùP) era un metodo cinese di distribuzione delle terre.

Storia

Il sistema dei campi a pozzo esistette in Cina dal IX secolo a.C. (tarda dinastia Zhou occidentale) fino intorno alla fine del periodo degli Stati Combattenti. Il suo nome viene dal carattere cinese 井 (jǐng), che significa pozzo e assomiglia al simbolo #; questo carattere rappresenta l'aspetto teorico della divisione delle terre: un'area quadrata di terra veniva divisa in nove sezioni (parcelle) di identiche dimensioni; le otto sezioni esterne (私田; sītián) erano coltivate privatamente da servi della gleba e la sezione centrale (公田; gōngtián) era coltivata in comune per conto dell'aristocratico che aveva la proprietà della terra.[1]

Quando tutti i campi erano di proprietà di aristocratici,[senza fonte], i campi privati erano gestiti esclusivamente dai servi della gleba e il prodotto era interamente degli agricoltori. Era solo il prodotto dei campi comuni, lavorati da tutte le otto famiglie, che andava agli aristocratici e che, a sua volta, poteva andare al re come tributo.

Come parte di un più ampio sistema feudale fengjian, il sistema dei campi a pozzo si logorò nel periodo delle Primavere e degli Autunni[2] in quanto i legami di parentela tra gli aristocratici diventarono insignificanti.[3] Quando il sistema diventò insostenibile nel periodo degli Stati Combattenti, fu sostituito da un sistema di proprietà fondiaria privata.[2] fu sospeso per la prima volta nello stato di Qin da Shang Yang e altri stati presto seguirono l'esempio.

Come parte delle riforme per riportare indietro l'orologio di Wang Mang durante la breve dinastia Xin, il sistema fu temporaneamente restaurato[4] e rinominato campi del re (王田; wángtián). La pratica era più o meno finita entro la dinastia Song, ma studiosi come Zhang Zai e Su Xun erano entusiasti della sua restaurazione e ne parlavano con ammirazione forse troppo semplificatrice, invocando il frequente elogio del sistema da parte di Mencio.[5]

Note

  1. ^ Zhufu 1981, p. 7.
  2. ^ a b Zhufu 1981, p. 9.
  3. ^ Lewis 2006, p. 142.
  4. ^ Zhufu 1981, p. 12.
  5. ^ Bloom 1999, pp. 129–134.

Bibliografia

  • I. Bloom, The evolution of Confucian tradition in antiquity, in William Theodore De Bary et al. (a cura di), Sources of Chinese Tradition, vol. 2, New York, Columbia University Press, 1999.
  • Mark Edward Lewis, The Construction of Space in Early China, Albany, State University of New York Press, 2006.
  • Fu Zhufu, The economic history of China: Some special problems, in Modern China, vol. 7, n. 1, 1981, pp. 3–30, DOI:10.1177/009770048100700101.

Voci correlate

Collegamenti esterni

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