Sofia Schafranov

Sofia Schafranov (Sara Abranovna Kaufmann) (Jalta, 27 luglio 1891 – Roma, dicembre 1994) è stata un medico e superstite dell'Olocausto russa naturalizzato italiana, di origine ebraica, autrice nel 1945 di uno dei primi libri di memorie di deportati italiani dal campo di concentramento di Auschwitz.

Biografia

Sara Abranovna Kaufmann nasce a Jalta in Crimea il 27 luglio 1891 (l'15 luglio secondo il calendario giuliano), da una famiglia ebraica, la figlia di Abramo Kaufmann e di Etta Blinder.[1] Fin da bambina fa esperienza dei pogrom e delle persecuzioni antisemite in Ucraina. Studia medicina a Mosca, specializzandosi nella cura della tubercolosi. Nel 1913 sposa un nobile russo. Con il battesimo assume il nome di Sofia Schafranov.

Morto il marito ucciso durante la Rivoluzione Russa, si rifugia a Costantinopoli e quindi a Parigi, trasferendosi infine nel 1938 con l'anziana madre in Italia dove già vive una delle sorelle con il marito (il giornalista Alberto Cavaliere) e i figli.

Sofia Schafranov, che nel 1933 ha ottenuto l'abilitazione per la professione medica presso l'Università di Palermo[2], si stabilisce a Sondalo, in provincia di Sondrio, dove lavora come medico presso un sanatorio privato per malati di tubercolosi.

È arrestata il 2 dicembre 1943 assieme ad un'altra dottoressa ebrea che lavora nello stesso ospedale, Bianca Morpurgo, e alla madre, Etta Blinder, la quale sfollata nel vicino villaggio di Tresivio si era recata in Questura a Sondrio per avere notizie della figlia.

Il 17 gennaio 1944 i detenuti ebrei nel carcere di Sondrio sono trasferiti nel carcere di San Vittore di Milano e da lì deportati il 30 gennaio con destinazione Birkenau[3]. All'arrivo al campo il 2 febbraio 1944, la madre Etta è subito condotta alla camera a gas mentre Sofia Schafranov (n. 75181) e Bianca Morpurgo (n. 75183) devono la loro sopravvivenza alla professione medica, che le fa impiegare nell'infermeria del campo femminile.

Trasferita nel lager di Ravensbrück, e infine in quello di Mauthausen, Sofia è liberata dall'arrivo dell'esercito statunitense il 5 maggio 1945 (quando l'amica Bianca Morpurgo era stata liberata a Dresda già nell'aprile 1945)

Al suo ritorno in Italia, la testimonianza di Sofia Schafranov è raccolta in una lunga intervista dal cognato Alberto Cavaliere, e pubblicata nel libro I campi della morte in Germania nel racconto di una sopravvissuta (Milano: Sonzogno, 1945), in quella che è una delle prime testimonianze di ebrei deportati pubblicate in Italia. Oltre a Sofia Schafranov, sette furono i deportati ebrei autori di racconti autobiografici pubblicati in Italia nei primi anni del dopoguerra: Lazzaro Levi alla fine del 1945, Giuliana Fiorentino Tedeschi, Alba Valech Capozzi, Frida Misul e Luciana Nissim Momigliano nel 1946, e infine nel 1947 Primo Levi e Liana Millu. Ad essi vanno aggiunti: Luigi Ferri, la cui deposizione (in tedesco) è resa nell'aprile 1945 di fronte ad uno dei primi tribunali d'inchiesta sui crimini nazisti; e Bruno Piazza, il cui memoriale, scritto negli stessi anni, sarà però pubblicato solo nel 1956.[4]

Ripresa nel dopoguerra la sua attività di medico e tisiologa, Sofia Schafranov non tornerà più a ripercorrere pubblicamente le sue memorie di deportata. Trasferitasi a Roma dopo la pensione, vi muore all'età di 103 anni, nel dicembre 1994.

Nel 2010 il libro di Alberto Cavaliere, contenente le memorie di Sofia Schafranov, è ripubblicato a Milano da Paoline Editoriale Libri

Note

  1. ^ Liliana Picciotto, Il libro della memoria (II ed.; Milano: Mursia, 2001)
  2. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia (2 ottobre 1934) p.4453,
  3. ^ Alberto Cavaliere, I campi della morte in Germania nel racconto di una sopravvissuta (Milano: Sonzogno, 1945)
  4. ^ Anna Baldini (2012), "La memoria italiana della Shoah (1944-2009)", in Atlante della letteratura italiana, Torino, Einaudi, Vol.3, pag. 758-763.

Bibliografia

  • Alberto Cavaliere, I campi della morte in Germania nel racconto di una sopravvissuta (Milano: Sonzogno, 1945). Ristampato a Milano: Paoline Editoriale Libri, 2010.
  • Liliana Picciotto, Il libro della memoria (II ed.; Milano: Mursia, 2001)
  • Fania Cavaliere, Il Novecento di Fanny Kaufmann, 2012, ISBN 978-88-368-1291-2

Collegamenti esterni

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