The Grayzone

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The Grayzone
sito web
Logo
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URLthegrayzone.com/
Tipo di sitogiornalismo d'inchiesta
Linguainglese, spagnolo
Creato daMax Blumenthal
Lanciodicembre 2015
Stato attualeattivo
SloganInvestigative journalism on empire
Modifica dati su Wikidata · Manuale

The Grayzone è un sito web di giornalismo investigativo indipendente lanciato nel dicembre 2015 (col nome iniziale di The Grayzone Project) dal giornalista statunitense Max Blumenthal.[1] Il sito viene finanziato tramite donazioni dei lettori.[1]

Si occupa in prevalenza di politica estera statunitense[2] ed è schierato su posizioni politiche socialiste e fortemente anti-atlantiste, e ha fatto scalpore per le sue discusse posizioni in particolare sul genocidio culturale degli uiguri,[3][4][5][6], la guerra civile siriana[7][8][9][10] e la questione palestinese.[11]

Pur essendo un sito indipendente, a causa del suo orientamento anti-liberale, della sua forte opposizione alla politica estera occidentale e a causa della pubblicazione di informazioni errate, è stato accusato di diffondere propaganda filo-russa, soprattutto dopo l'invasione russa dell'Ucraina del 2022.[12][13][14][15][16][17]

Note

  1. ^ a b (EN) About, su The Grayzone. URL consultato l'11 maggio 2021.
  2. ^ GuFundMe blocca le donazioni dei lettori al sito critico verso la politica estera Usa, su ilfattoquotidiano.it.
  3. ^ (EN) US State Department accusation of China 'genocide' relied on data abuse and baseless claims by far-right ideologue, su The Grayzone, 19 febbraio 2021. URL consultato l'11 maggio 2021.
  4. ^ (EN) Enter the Grayzone: fringe leftists deny the scale of China’s Uyghur oppression, su Coda Story, 30 luglio 2020. URL consultato l'11 maggio 2021.
  5. ^ Unpacking lies that aim to deceive US into war with China: Exclusive with Grayzone founder, su globaltimes.cn. URL consultato l'11 maggio 2021.
  6. ^ (EN) Bethany Allen-Ebrahimian, The American blog pushing Xinjiang denialism, su Axios. URL consultato l'11 maggio 2021.
  7. ^ (EN) Brian Whitaker, The ‘Echo Chamber’ of Syrian Chemical Weapons Conspiracy Theorists, su New Lines Magazine, 4 novembre 2021. URL consultato il 17 marzo 2023.
  8. ^ (FR) Élie Guckert, Syrie : la théorie du complot aura-t-elle la peau de l’OIAC ?, su Conspiracy Watch | L'Observatoire du conspirationnisme, 27 febbraio 2020. URL consultato il 17 marzo 2023.
  9. ^ (EN) Jason Schulman, An Inside Look at How Pro-Russia Trolls Got the SPLC to Censor a Commie, su New Politics, 3 aprile 2018. URL consultato il 17 marzo 2023.
  10. ^ (EN) Nerma Jelacic, Spinning bomb, in Index on Censorship, vol. 50, n. 2, 2021-07, pp. 16–23, DOI:10.1177/03064220211033782. URL consultato il 17 marzo 2023.
  11. ^ (EN) Reports on Israel-Palestine, su The Grayzone. URL consultato l'11 maggio 2021.
  12. ^ (FR) Élie Guckert, The Grayzone : une machine complotiste au service de Poutine, su Conspiracy Watch | L'Observatoire du conspirationnisme, 17 ottobre 2022. URL consultato il 20 novembre 2022.
  13. ^ (EN) Jason Schulman, An Inside Look at How Pro-Russia Trolls Got the SPLC to Censor a Commie, su New Politics, 3 aprile 2018. URL consultato il 20 novembre 2022.
  14. ^ (EN) Author Editor, Did a Kremlin Pilgrimage cause Alternet blogger’s Damascene conversion?, su P U L S E, 22 agosto 2017. URL consultato il 20 novembre 2022.
  15. ^ (EN) Brian Whitaker, The ‘Echo Chamber’ of Syrian Chemical Weapons Conspiracy Theorists, su New Lines Magazine, 4 novembre 2021. URL consultato il 20 novembre 2022.
  16. ^ (EN) Muhammad Idrees Ahmad, Junket journalism in the shadow of genocide, su www.aljazeera.com. URL consultato il 20 novembre 2022.
  17. ^ Daryna Antoniuk, Europe’s largest tech conference withdraws invitation to pro-Kremlin speakers after backlash, su The Kyiv Independent, 30 ottobre 2022. URL consultato il 20 novembre 2022.

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Collegamenti esterni

  • Sito ufficiale, su thegrayzone.com.
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