Thomas Babington Macaulay

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Thomas Babington Macaulay. Foto di Antoine Claudet.

Thomas Babington, primo Barone Macaulay (Leicestershire, 25 ottobre 1800 – Londra, 28 dicembre 1859), è stato uno storico e politico britannico.

Biografia

Dopo aver studiato al Trinity College dell'Università di Cambridge, divenne avvocato nel 1826. Lasciata l'attività forense, Thomas Babington intraprese la carriera politica e nel 1830 entrò in Parlamento.

Nel 1832 contribuì al progetto di legge per la riforma elettorale e l'anno seguente difese il progetto di legge per l'abolizione della schiavitù. Negli anni dal 1834 al 1838 fu membro del Consiglio supremo dell'India. Fu a Calcutta fino al 1837 e si occupò della stesura del codice penale indiano. Nel 1838 scrisse la sezione 377 del codice penale indiano (sulla penalizzazione dell'omosessualità) che successivamente divenne la disposizione di base della criminalizzazione nelle colonie britanniche dei rapporti omosessuali.[1]

Nel 1839 fu Secretary at War.

In un vasto lavoro in più volumi che lo ha reso celebre, la History of England from the Accession of James the Second (1848-1859), "si analizzavano a fondo l’accidentato cammino delle libertà fondamentali e, attraverso il mito fondatore della Gloriosa Rivoluzione del 1688-1689, l’ascesa della moderna forma di governo a base parlamentare"[2].

Opere

Tra i suoi scritti si ricordano:

  • la raccolta di poesie Canti di Roma antica (Lays of Ancient Rome) (1842);
  • Storia d'Inghilterra dal regno di Giacomo II (History of England from the accession of James II) (1849-1861);
  • La conquista dell'India (The Life of Robert, Lord Clive - Memoirs of the life of Warren Hastings, first Governor General of Bengal).

Note

  1. ^ (EN) Tracing the history of Section 377 of IPC - Factly, in FACTLY, 28 gennaio 2016. URL consultato il 25 aprile 2018.
  2. ^ Alessandro Torre, Legal Historians e dottrina costituzionale inglese : una egemonia intellettuale, Giornale di storia costituzionale : 19, I, 2010, Macerata : EUM-Edizioni Università di Macerata, 2010.

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