Dag Hammarskjöld
Dag Hammarskjöld | |
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2° Segretario generale delle Nazioni Unite | |
Durata mandato | 10 aprile 1953 – 18 settembre 1961 |
Predecessore | Trygve Lie |
Successore | U Thant |
Dati generali | |
Partito politico | indipendente |
Università | Università di Uppsala Università di Stoccolma |
Firma |
Dag Hjalmar Agne Carl Hammarskjöld (IPA /dɑːg ˈhammarɧœld/, ascoltaⓘ; Jönköping, 29 luglio 1905 – Ndola, 18 settembre 1961) è stato un diplomatico, economista, scrittore e pubblico funzionario svedese.
Fu presidente della Banca di Svezia, ma divenne noto internazionalmente quale segretario generale delle Nazioni Unite, carica ricoperta per due mandati consecutivi, dal 1953 fino alla sua morte nel 1961, occorsa a causa di un incidente aereo avvenuto in Africa meridionale durante una missione di pace. Gli fu conferito postumo il Premio Nobel per la pace per la sua attività umanitaria.
Biografia
Origine e formazione
Ultimo dei quattro figli maschi di Hjalmar Hammarskjöld, uomo politico, ministro dell'istruzione e poi primo ministro svedese dal 1914 al 1917[1], e Agnes Almqvist, parente del poeta Carl Jonas Love Almquist[1], trascorre gli anni della propria infanzia e adolescenza seguendo gli spostamenti del padre: dapprima in Danimarca, poi a Uppsala, poi a Stoccolma – nei tre anni in cui il padre è al vertice del governo – poi ancora a Uppsala.
Carriera
Compiuti gli studi universitari in economia, dopo un anno di insegnamento all'Università di Stoccolma, diviene segretario della commissione governativa sulla disoccupazione, carica che ricoprirà dal 1930 al 1934 per poi passare alla Banca di Svezia, sempre come segretario. Nel 1936 entra alle dipendenze del Ministero delle Finanze dove ricopre diversi incarichi, soggiornando anche per tre anni a Parigi.
Nel 1941 torna come presidente alla Banca Nazionale di Svezia, incarico che terrà fino al 1948, per entrare poi al Ministero degli Esteri: dapprima come segretario e successivamente (1951) come vice-ministro degli Esteri. In questa veste è vicepresidente della delegazione svedese alla VI Sessione dell'Assemblea generale dell'ONU a Parigi (1951-1952) e poi Presidente alla sessione successiva (New York 1952-1953).
Segretario generale dell'ONU
Il 7 aprile 1953 viene eletto all'unanimità per succedere al norvegese Trygve Lie nella carica di segretario generale dell'ONU, carica nella quale viene riconfermato nel 1957 allo scadere del mandato.
Insignito della laurea honoris causa nelle principali università degli Stati Uniti, Canada e Inghilterra, nel dicembre 1954 succede al padre quale membro dell'Accademia Svedese.
La morte
Muore nella notte tra il 17 e il 18 settembre 1961 in un incidente aereo – le cui cause non saranno mai del tutto chiarite – a Ndola (nell'attuale Zambia) nel corso di una missione per risolvere la crisi congolese. L'ipotesi di un possibile attentato al suo aereo, pur non essendo dimostrabile, non è mai stata dissipata.
In quell'anno gli verrà attribuito il Premio Nobel per la Pace alla memoria, "in segno di gratitudine – come dirà la motivazione del Comitato per il Nobel – per tutto quello che ha fatto, per quello che ha ottenuto, per l'ideale per il quale ha combattuto: creare pace e magnanimità tra le nazioni e gli uomini".
Dubbi sulla morte
Il giorno dopo l'incidente l'ex presidente degli Stati Uniti Harry Truman dichiarò alla stampa che Hammarskjöld: "Era sul punto di ottenere qualcosa quando l'hanno ucciso. Notate che ho detto 'quando l'hanno ucciso'." Truman si è sempre rifiutato di fornire ulteriori dettagli o di tornare sull'argomento, ma le sue parole hanno dato adito a sospetti e ricostruzioni alternative per anni.
Le circostanze della sua morte non sono mai state ufficialmente chiarite, ma i dubbi sono ormai radicati nel pensiero di molti storici:
«E ora, dopo quarant'anni, nelle pagine molto interne dei giornali, leggiamo quello che abbiamo sempre saputo: che l'Union Minière condannò a morte (per "incidente aereo") anche Hammarskjöld, il segretario generale dell'ONU, colpevole di opporsi alla secessione del Katanga, preda avita dell'Union Minière»
Durante la lavorazione del documentario Cold Case Hammarskjöld del danese Mads Brügger sarebbero emersi nuovi indizi che punterebbero verso un pilota belga[3], all'epoca al servizio dei ribelli separatisti, su cui già a suo tempo erano circolate voci di un possibile coinvolgimento[4].
Dopo la sua morte, nel suo appartamento di New York fu ritrovato un diario spirituale intitolato Vägmärken, contenente brevi pensieri. Allegata agli scritti c'era una lettera, indirizzata a un amico, in cui spiegava come avesse iniziato ad appuntarsi certe riflessioni senza avere alcuna intenzione di pubblicarle; tuttavia, lo autorizzava a un'eventuale pubblicazione, che riteneva utile a dare un'idea della sua vera personalità. Il diario, pubblicato in Italia col titolo Tracce di cammino[5], è definito dall'autore «...una sorta di libro bianco che narra i miei negoziati con me stesso e con Dio». Da esso emerge infatti la spiritualità di Hammarskjöld, un aspetto fino ad allora ignoto al pubblico.
Opere artistiche dedicate
Nel 1964, per commemorare la scomparsa dello statista, l'artista Marc Chagall donò alla collezione d'arte dell'ONU una vetrata che rappresenta l'amore e la pace.[6]
Dal 2021 è ricordato con una targa al Giardino dei Giusti di Milano.
Onorificenze
Note
- ^ a b Francesco Saverio Alonzo, Una vita per l'ONU, in Historia, Cino Del Duca editore, n. 406, dicembre 1991, pp. 94-103.
- ^ Luciano Canfora, Critica della retorica democratica, 2002.
- ^ RAF veteran ‘admitted 1961 killing of UN secretary general’, su theguardian.com.
- ^ Dag Hammarskjöld's plane may have been shot down, ambassador warned, su theguardian.com.
- ^ Qiqajon, 2006.
- ^ www.un.org.
Voci correlate
Altri progetti
Altri progetti
- Wikiquote
- Wikimedia Commons
- Wikiquote contiene citazioni di o su Dag Hammarskjöld
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Dag Hammarskjöld
Collegamenti esterni
- (EN) Sito ufficiale, su daghammarskjold.se.
- Hammarskjöld, Dag, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- HAMMARSKJÖLD, Dag, in Enciclopedia Italiana, III Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1961.
- HAMMARSKJÖLD, Dag, in Enciclopedia Italiana, IV Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1979.
- Hammarskjöld, Dag, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- (EN) Dag Hammarskjöld, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Dag Hammarskjöld, su nobelprize.org.
- (EN) Opere di Dag Hammarskjöld, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Opere riguardanti Dag Hammarskjöld, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Dag Hammarskjöld, su Goodreads.
- (EN) Dag Hammarskjöld, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Biografia ufficiale sul sito ONU, su un.org.
- (EN) Dag Hammarskjöld sul sito dell'ONU, su un.org.
- (EN) Dag Hammarskjöld Library, su un.org.
- (EN) Kofi Annan, Dag Hammarskjöld and the 21th century, The Fourth Dag Hammarskjöld Lecture 6 september 2001, Uppsala university (pdf) (PDF), su dhf.uu.se. URL consultato il 20 ottobre 2005 (archiviato dall'url originale il 5 giugno 2013).
- (EN) 18 September 1961 UN Secretary-General Dag Hammarskjöld is killed, su home.intekom.com. URL consultato il 14 marzo 2006 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2012).
- (IT) [1] sito italiano in cui è pubblicata la traduzione italiana di: Sten Soderberg, Dag Hammarskjöld, Una biografia illustrata, Thames&Hudson, Londra, 1962.
Predecessore | Seggio 17 all'Accademia svedese | Successore |
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Hjalmar Hammarskjöld | dal 1954 al 1961 | Erik Lindegren |
V · D · M | |
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Gladwyn Jebb (1945-1946) · Trygve Lie (1946-1952) · Dag Hammarskjöld (1953-1961) · U Thant (1961-1971) · Kurt Waldheim (1972-1981) · Javier Pérez de Cuéllar (1982-1991) · Boutros Boutros-Ghali (1992-1996) · Kofi Annan (1997-2006) · Ban Ki-moon (2007-2016) · António Guterres (2017-) | |
Organizzazione delle Nazioni Unite · Segretariato delle Nazioni Unite |
V · D · M | |
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1901 - 1925 | Henry Dunant, Frédéric Passy (1901) · Élie Ducommun, Charles Albert Gobat (1902) · William Randal Cremer (1903) · Istituto di diritto internazionale (1904) · Bertha von Suttner (1905) · Theodore Roosevelt (1906) · Ernesto Teodoro Moneta, Louis Renault (1907) · Klas Pontus Arnoldson, Fredrik Bajer (1908) · Paul-Henri-Benjamin d'Estournelles de Constant, Auguste Beernaert (1909) · Bureau international permanent de la paix (1910) · Tobias Michael Carel Asser, Alfred Hermann Fried (1911) · Elihu Root (1912) · Henri La Fontaine (1913) · Comitato internazionale della Croce Rossa (1917) · Thomas Woodrow Wilson (1919) · Léon Bourgeois (1920) · Hjalmar Branting, Christian Lous Lange (1921) · Fridtjof Nansen (1922) · Austen Chamberlain, Charles Dawes (1925) |
1926 - 1950 | Aristide Briand, Gustav Stresemann (1926) · Ferdinand Buisson, Ludwig Quidde (1927) · Frank Kellogg (1929) · Nathan Söderblom (1930) · Jane Addams, Nicholas Murray Butler (1931) · Norman Angell (1933) · Arthur Henderson (1934) · Carl von Ossietzky (1935) · Carlos Saavedra Lamas (1936) · Robert Cecil (1937) · Ufficio internazionale Nansen per i rifugiati (1938) · Comitato internazionale della Croce Rossa (1944) · Cordell Hull (1945) · Emily Greene Balch, John Mott (1946) · Friends Service Council, American Friends Service Committee (1947) · John Boyd Orr (1949) · Ralph Bunche (1950) |
1951 - 1975 | Léon Jouhaux (1951) · Albert Schweitzer (1952) · George Marshall (1953) · Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (1954) · Lester Pearson (1957) · Georges Pire (1958) · Philip Noel-Baker (1959) · Albert John Luthuli (1960) · Dag Hammarskjöld (1961) · Linus Pauling (1962) · Comitato internazionale della Croce Rossa, Lega delle società della Croce Rossa (1963) · Martin Luther King (1964) · UNICEF (1965) · René Cassin (1968) · Organizzazione internazionale del lavoro (1969) · Norman Borlaug (1970) · Willy Brandt (1971) · Henry Kissinger, Lê Đức Thọ (premio rifiutato) (1973) · Seán MacBride, Eisaku Satō (1974) · Andrej Dmitrievič Sacharov (1975) |
1976 - 2000 | Betty Williams, Mairead Corrigan (1976) · Amnesty International (1977) · Anwar al-Sadat, Menachem Begin (1978) · Madre Teresa di Calcutta (1979) · Adolfo Pérez Esquivel (1980) · Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (1981) · Alva Myrdal, Alfonso García Robles (1982) · Lech Wałęsa (1983) · Desmond Tutu (1984) · International Physicians for the Prevention of Nuclear War (1985) · Elie Wiesel (1986) · Óscar Arias Sánchez (1987) · Forze di peacekeeping delle Nazioni Unite (1988) · Tenzin Gyatso (1989) · Michail Gorbačëv (1990) · Aung San Suu Kyi (1991) · Rigoberta Menchú (1992) · Nelson Mandela, Frederik Willem de Klerk (1993) · Yasser Arafat, Shimon Peres, Yitzhak Rabin (1994) · Józef Rotblat, Pugwash Conferences on Science and World Affairs (1995) · Carlos Filipe Ximenes Belo, José Ramos-Horta (1996) · Campagna internazionale per il bando delle mine antiuomo, Jody Williams (1997) · John Hume, David Trimble (1998) · Medici senza frontiere (1999) · Kim Dae-jung (2000) |
2001 - oggi | Organizzazione delle Nazioni Unite, Kofi Annan (2001) · Jimmy Carter (2002) · Shirin Ebadi (2003) · Wangari Maathai (2004) · Agenzia internazionale per l'energia atomica, Muhammad al-Barādeʿī (2005) · Muhammad Yunus, Grameen Bank (2006) · Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, Al Gore (2007) · Martti Ahtisaari (2008) · Barack Obama (2009) · Liu Xiaobo (2010) · Ellen Johnson Sirleaf, Leymah Gbowee, Tawakkul Karman (2011) · Unione europea (2012) · Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (2013) · Kailash Satyarthi, Malala Yousafzai (2014) · Quartetto per il dialogo nazionale tunisino (2015) · Juan Manuel Santos (2016) · Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari (2017) · Denis Mukwege, Nadia Murad (2018) · Abiy Ahmed Ali (2019) · Programma alimentare mondiale (2020) · Maria Ressa, Dmitrij Muratov (2021) · Memorial, Centro per le libertà civili, Ales' Bjaljacki (2022), Narges Mohammadi (2023) |
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