Gisant

Gisant di Riccardo Cuor di Leone (in primo piano) e d'Isabella d'Angoulême (in secondo piano) nell'abbazia di Fontevrault.

Un gisant (pronuncia: jisàn//ʒi.zɑ̃/) è una scultura funeraria dell'arte cristiana raffigurante un personaggio sdraiato (contrapposto all'"orante") supino, vivo o addormentato (contrapposto al "transi"). Quando è presente, costituisce l'elemento principale della decorazione di una tomba. Per estensione, un gisant inciso o scolpito in basso o altorilievo su una pietra tombale può ugualmente rappresentare l'effigie di un grande personaggio.

Etimologia

Gisant è il participio presente del verbo francese gésir: star sdraiato, disteso (in genere malato o morto). Lo stesso verbo è impiegato nella formula francese «ci-gît» (qui riposa).

Evoluzione dello stile

I gisant più antichi, realizzati nella pietra, rappresentano il personaggio stante, come mostra il modo con cui è resa la caduta delle pieghe degli abiti. A partire dal XIII secolo vengono realizzati a volte nei materiali più preziosi (bronzo dorato o smaltato)[1]. Da allora in poi, il personaggio è raffigurato sdraiato, ma vivente, supino, eccezion fatta per i cavalieri inglesi del XIII e XIV secolo rappresentati "in movimento" (sdraiati sul fianco, gambe incrociate e nell'atto di sguainare le spade)[1]. Nel Medioevo, per far fronte alla difficoltà di conservare i corpi durante il loro trasporto, li si priva delle viscere e si procede all'ablazione del cuore. In questo caso, viscere e cuore vengono sepolti separatamente dal resto del corpo e per ciascuna di queste sepolture si realizza un gisant differente: gisant di viscere per la sepoltura delle viscere, gisant del cuore per la sepoltura del cuore e gisant del corpo per la sepoltura del resto del corpo. Questi differenti tipi di gisant si riconoscono perché la statua del defunto tiene in una mano un sacchetto (nel caso della sepoltura delle viscere), o un cuore o un piccolo sacchetto destinato a contenerlo nella mano sinistra poggiata sul petto all'altezza del cuore[2]. Nel corso dell'ultimo terzo del XIV secolo verranno rappresentati dei cadaveri realistici, i cosiddetti transi (dal francese transi: transizione).

  • VI secolo: gisant inciso sulla lastra tombale (Frédégonde)
    VI secolo: gisant inciso sulla lastra tombale (Frédégonde)
  • XII secolo: gisant stante (Riccardo Cuor di Leone)
    XII secolo: gisant stante (Riccardo Cuor di Leone)
  • XIII secolo: gisant sdraiato (Eleonora d’Aquitania)
    XIII secolo: gisant sdraiato (Eleonora d’Aquitania)
  • XVIII secolo: gisant realistico (Deposizione di Cristo)
    XVIII secolo: gisant realistico (Deposizione di Cristo)
  • Gisant in riposo
    Gisant in riposo

Il gisant può raffigurare sia il personaggio stesso, in genere raffigurato in un atteggiamento pio (con le mani giunte, come per pregare, o mentre legge un libro sacro), regale (una mano tiene lo scettro regale) o di riposo, così come il Cristo.

Esempi di gisant

XI secolo

XII secolo

XIII secolo

Gisant di Riccardo Cuor di Leone a Rouen
La tomba di Guglielmo Durante, in Santa Maria sopra Minerva

XIV secolo

Gisant d'Isabella d’Artois a Eu
  • Gisant di Guglielmo Spadalunga nella cattedrale di Rouen
  • Gisant d'Isabelle d’Artois nella Collegiata d'Eu

XV secolo

XVI secolo

Il doppio volto della Prudenza, dettaglio della tomba di Francesco II di Bretagna

XVII secolo

Gisant di Gillion-Ottone di Trazegnies e della moglie Jacqueline de Lallaing scolpito da Lucas Fayd'herbe (1669)
  • Gisant in marmo nero di Theux di Conrad de Gavre (1602), prevosto di San Martino, nella basilica di San Martino (Liegi)
  • Gisant di Gillion-Ottone I di Trazegnies e della moglie Jacqueline di Lallaing nella chiesa di San Martino (Trazegnies), in Belgio, scolpito da Lucas Fayd'herbe (1669).

XVIII secolo

XIX secolo

  • Nel 1891 le spoglie di Victor Noir, divenuto un simbolo repubblicano, sono trasferite al cimitero di Père-Lachaise. Jules Dalou ne realizzò il gisant in bronzo, che lo raffigura subito dopo il colpo di pistola mortale. La bocca è aperta e le mani sono distese.
  • Nel 1893 lo scultore nancéien Victor Huel realizza il gisant di Simon Moycet (morto nel 1520) per la basilica di Saint-Nicolas-de-Port.
  • Nel 1864 Aimé Charles Irvoy realizza il gisant dell'abate Jean-Baptiste Gerin, arciprete per quasi trent'anni della cattedrale di Grenoble soprannominato il curato d'Ars di Grenoble[5], il suo gisant, sempre ornato di fiori, è raffigurato sotto un baldacchino a forma di cappella aperta.

XX secolo

  • Nel XX secolo, i gisant sembrano essere appannaggio dei grandi personaggi, o dei principi. In particolare, a Roma possiamo vedere i gisant dei papi Benedetto XV (1922) e Pio XI (1939).

Note

  1. ^ a b Gisant in universalis.fr
  2. ^ Le gisant à Saint-Denis de Saint Louis aux tombeaux de Capétiens
  3. ^ Senza il suo cuore (che si trova a Rouen), e senza le sue viscere (che sono a Châlus?).
  4. ^ La tomba conteneva il suo cuore conservato in un reliquiario di piombo (che tuttora esiste), secondo quanto da lui disposto nel testamento: «In ricordo d'amore per la Normandia».
  5. ^ Secondo la mappa-guida del cimitero Saint-Roch di Grenoble.

Bibliografia

  • Philippe Ariès, L'homme devant la mort - Tome 1, Le temps des gisants, Point Seuil, 1985
  • Hadrien Kockerols, Les gisants du Brabant wallon, Les éditions namuroises, Namur, 2010, ISBN 978-2-930378-83-1 online

Voci correlate

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Collegamenti esterni

  • (FR) I gisants della basilica di Saint-Denis, su tourisme93.com. URL consultato il 23 dicembre 2015.
  • Statua loricatus: una collezione fotografica di gisant e di altri monumenti funerari del Medioevo e del Rinascimento, su flickr.com. URL consultato il 23 dicembre 2015.
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