Guerra anglo-americana

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Guerra del 1812
Battaglia di Queenston Heights
Data18 giugno 1812 - 17 febbraio 1815
LuogoStati Uniti d'America (Nordest e Centronord), Oceani Pacifico e Atlantico
EsitoTrattato di Gand
Modifiche territorialistatus quo ante bellum
Schieramenti
Stati Uniti
Cherokee
Choctaw
Bandiera del Regno Unito Impero britannico Shawnee
Creek Red Sticks
Comandanti
James Madison
Henry Dearborn
Jacob Brown
Winfield Scott
Andrew Jackson
William Henry Harrison
Lord Liverpool
George Prévost
Isaac Brock†
Roger Hale Sheaffe
Gordon Drummond
Robert Ross
Tecumseh†
Effettivi
Esercito regolare: 35 800 uomini
Rangers: 3 049
Milizia: 458 463
Nativi americani alleati: tra i 3 000 e i 5 000 uomini
8 Fregate
14 navi da guerra
Esercito regolare: 48 163 uomini
Milizia: 4 000 uomini
Shawnee: circa 3 500 uomini
11 Vascelli
34 Fregate
52 navi da guerra
Perdite
2 260 morti in battaglia
17 000 morti per malattia
500 civili uccisi
4 505 feriti
8 fregate catturate o distrutte
278 soldati catturati
1 400 navi mercantili catturate
1 160 morti in battaglia[1]
3 321 morti per malattia
3 679 feriti[1]
4 fregate catturate
~1 150 navi mercantili catturate
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Manuale

La guerra anglo-americana (detta anche guerra del 1812 per via dell'anno in cui scoppiò) fu un conflitto combattuto tra il Regno Unito e gli Stati Uniti d'America tra il giugno del 1812 e il febbraio del 1815. La guerra ebbe termine con la firma del trattato di Gand, firmato il 24 dicembre 1814 ed entrato in vigore il 17 febbraio 1815.

Il contesto storico

Lo stesso argomento in dettaglio: Embargo del 1807.

La guerra del 1812 ebbe origine dalle tensioni commerciali che esistevano fra i giovani Stati Uniti e l'Impero britannico, mentre in Europa si combattevano le guerre napoleoniche.

Dal 1803, il commercio statunitense aveva subito gli effetti negativi del blocco dei porti francesi da parte dei britannici. Motivo scatenante della decisione di Thomas Jefferson, nel 1807, di chiudere i porti alle merci britanniche, opponendo loro così una sorta di embargo, fu il rifiuto di un capitano statunitense di concedere ai britannici l'autorizzazione a effettuare un controllo, comune in quel periodo, alla ricerca di disertori a bordo della propria nave; ciò si tramutò in una schermaglia con feriti. Nel 1809 i francesi accettarono di riconoscere la bandiera statunitense sui mari, ma i britannici si opposero ancora una volta.

Le cause

Le cause del conflitto furono varie e complesse, legate soprattutto alle restrizioni del commercio navale imposte dal Regno Unito a causa della sua guerra contro la Francia, la pratica della Royal Navy di arruolare con la forza marinai statunitensi nei propri ranghi, il sostegno britannico dato ai nativi americani contrari all'espansionismo statunitense verso l'Ovest, e le mire territoriali degli Stati Uniti sulla colonia britannica del Canada.

La guerra

La guerra fu dichiarata con un'esigua maggioranza dal parlamento statunitense il 18 giugno 1812. Alla decisione si giunse soprattutto sotto la pressione di un gruppo di giovani Congressisti, conosciuti come i “Falchi di guerra” ("War Hawks"), che miravano a un'ulteriore espansione degli Stati Uniti[2]. A votare contro il conflitto furono invece gli Stati del Connecticut, del Rhode Island e del Massachusetts, malgrado fossero i più colpiti dalla limitazione del commercio marittimo e dell’arruolamento forzato dei marinai[3].

Dopo la dichiarazione di guerra il conflitto si articolò su tre teatri distinti: sul mare, navi da guerra e corsari dei due schieramenti attaccarono le unità mercantili dell'avversario, mentre i britannici imposero un blocco navale e condussero ripetute incursioni anfibie lungo la costa orientale degli Stati Uniti; al confine con il Canada, entrambi gli schieramenti si impegnarono in una serie di battaglie terrestri e navali (nella regione dei Grandi Laghi e del San Lorenzo), schierando anche contingenti di nativi americani reclutati tra le popolazioni loro alleate; in terzo luogo, infine, i britannici condussero una campagna anfibia lungo la costa meridionale degli Stati Uniti culminata poi nella battaglia di New Orleans (8 gennaio 1815), scontro finale della guerra.

Gli statunitensi misero in campo un esercito di 5 000 uomini, 8 fregate e 5 corvette; e grazie alla legge Militia Act del 1792 vari Stati federati formarono milizie per l'occasione, che vennero utilizzate al fine di proteggere le frontiere e le coste. Durante le prime fasi della guerra gli statunitensi persero la città di Detroit, che fu però riconquistata subito dopo. Il conflitto vide anche la partecipazione di corsari statunitensi, i quali attaccarono in varie occasioni le navi delle altre forze belligeranti. Dalla parte britannica si schierarono anche i nativi americani Sauk, capeggiati da Falco Nero (Black Hawk), e quelli che seguivano il capo shawnee Tecumseh.

Dopo varie sconfitte degli statunitensi, nell'estate del 1814 i britannici avanzarono verso lo Stato di New York, occuparono Washington, ove bruciarono in un grande incendio la Casa Bianca e il Campidoglio, e bombardarono Baltimora. Vennero poi sconfitti nella battaglia presso la città, durante la quale fu composto il poema intitolato "Defence of Fort McHenry", che in seguito diventerà il testo dell'inno nazionale statunitense "The Star-Spangled Banner".

Le ostilità terminarono nel febbraio 1815, dopo la sconfitta britannica nella battaglia di New Orleans, quando era già stato firmato il trattato di Gand, ma prima che la notizia della firma arrivasse in America, trattato che ripristinò la situazione esistente prima del conflitto.

Principali battaglie

Andrew Jackson durante la Battaglia di New Orleans

L'invasione statunitense del Canada, condotta dal generale Hull è ripetutamente respinta con le sconfitte di Detroit e di Queenston Heights.

  • Battaglia dell'Isola Mackinac, 17 luglio 1812 sconfitta statunitense
  • Battaglia di Fort Dearborn, 15 agosto 1812 sconfitta statunitense
  • Battaglia di Queenston Heights, 13 ottobre 1812 sconfitta statunitense
  • Battaglia di Frenchtown, 22 gennaio 1813 sconfitta statunitense
  • Battaglia di York, aprile 1813 sconfitta statunitense
  • Assedio di Fort Meigs, 5 maggio 1813 sconfitta statunitense
  • Seconda battaglia di Sackets Harbour, 29 maggio 1813 sconfitta statunitense
  • Battaglia di Stoney Creek, 6 giugno 1813 sconfitta statunitense
  • Battaglia di Fort Stephenson, 2 agosto 1813
  • Battaglia del Lago Erie, 10 settembre 1813, vittoria navale statunitense
  • Battaglia del Thames, 5 ottobre 1813, sconfitta britannica
  • Battaglia di Chateauguay, 26 ottobre 1813
  • Battaglia di Crysler's Farm, 11 novembre 1813
  • Battaglia di Buffalo, 30 dicembre 1813
  • Battaglia di Horseshoe Bend, 27 marzo 1814
  • Battaglia di Chippawa, 5 luglio 1814
  • Battaglia di Lundy's Lane, 25 luglio 1814
  • Battaglia di Bladensburg, 2 agosto 1814
  • Battaglia di Plattsburg, 11 settembre 1814, vittoria navale statunitense
  • Battaglia di Baltimora, 12-15 settembre 1814, vittoria statunitense
  • Battaglia di Pensacola, 7 novembre 1814, riconquistata dal generale statunitense Jackson
  • Battaglia di New Orleans, 8 gennaio 1815, pesante sconfitta britannica con la perdita di oltre 2 000 uomini.

Note

  1. ^ a b War of 1812 Statistics, su historyguy.com. URL consultato il 4 settembre 2016.
  2. ^ War of 1812, edited by Mary Alice Burke Robinson, Discovery Enterprise Ltd 1998, p. 10.
  3. ^ War of 1812, edited by Mary Alice Burke Robinson, Discovery Enterprise Ltd 1998, p. 6.

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