Neurolettico

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Olanzapina, un esempio di antipsicotico di seconda generazione.

Il termine neurolettico (o antipsicotico) indica una famiglia di psicofarmaci utilizzati principalmente per il trattamento delle psicosi anche in fase acuta, della schizofrenia, della fase maniacale del disturbo bipolare, del disturbo borderline di personalità, degli stati di agitazione e in alcuni casi, in aggiunta ad un farmaco antidepressivo, del disturbo depressivo e disturbo ossessivo-compulsivo. Vengono anche definiti sedativi maggiori (in contrapposizione alle benzodiazepine dette tranquillanti minori).

Sono storicamente raggruppati in due differenti classi in base al loro meccanismo di azione: quelli di prima generazione e quelli di seconda generazione, i quali presentano generalmente un miglior profilo di effetti collaterali e sono perciò più comunemente prescritti. Negli ultimi anni, una nuova classe di composti definiti antipsicotici di terza generazione, caratterizzati da una farmacologia più complessa, sono entrati nella pratica clinica anche se efficacia e tollerabilità sono ancora in fase di studio.[1][2]

Storia

Nei primi del '900 si scoprì che un derivato dell'anilina, la prometazina, possedeva interessanti proprietà sedative e antiallergiche. Da questa fu sintetizzata la clorpromazina che inizialmente fu utilizzata come sedativo fino a quando il medico francese Henri Laborit non scoprì di essere in grado di indurre una particolare forma di indifferenza agli stimoli ambientali senza alterare particolarmente lo stato di vigilanza (effetto atarassizzante). La clorpromazina fu perciò sperimentata nel trattamento dei diversi stati di agitazione e divenne il primo neurolettico.

A causa dell'enorme successo commerciale della clorpromazina, fu avviata la ricerca dei nuovi neurolettici che nel giro di una decina di anni portò all'individuazione e alla messa a punto delle maggiori classi di antipsicotici oggi definiti "tipici" o di prima generazione: in tutto una ventina di fenotiazine (prodotti assai simili strutturalmente alla clorpromazina) e anche tioxanteni, dibenzazepine, il butirrofenone, le difenilbutilpiperidine e altre ancora.

In seguito si è vista l'introduzione di nuovi antipsicotici, dotati di un'affinità ad ampio spettro per i siti dopaminergici e serotoninergici, definiti perciò "atipici" o di seconda generazione e dotati di un diverso profilo di effetti collaterali: ne fanno parte risperidone, clozapina, olanzapina, quetiapina. Questi nuovi antipsicotici sembrano determinare con frequenza minore i sintomi extra piramidali e sono efficaci nel trattamento dei sintomi sia positivi che negativi (anche se in misura minore) così come delle psicosi gravi e croniche.

Negli ultimi anni, nuove classi di farmaci definiti genericamente antipsicotici di terza generazione o "multimodali" sono entrati nella pratica clinica e caratterizzati da un ancor più complesso meccanismo di azione. Ne fanno parte aripiprazolo e cariprazina. La loro efficacia e sicurezza è ancora oggetto di approfondimento.

Indicazioni

Gli antipsicotici sono approvati per le seguenti condizioni:

  • Schizofrenia
  • Disturbo schizoaffettivo, comunemente in associazione con un antidepressivo (per la variante di tipo depressivo) e con uno stabilizzante dell'umore (per il sottotipo bipolare).
  • Disturbo bipolare, mania acuta ed episodi misti possono essere trattati sia con antipsicotici tipici che atipici, anche se sono generalmente preferiti gli atipici dal momento che sembrano avere un miglior profilo di effetti collaterali e secondo recenti ricerche anche una minore tendenza al viraggio dallo stato maniacale a quello depressivo.
  • Depressione psicotica, in questo caso è tipica la combinazione di un antipsicotico (generalmente un atipico in bassi dosaggi) con un antidepressivo.
  • Depressione resistente ad altri trattamenti (non necessariamente psicotica), in questo caso le ricerche indicano che la combinazione di un antipsicotico (gli atipici sono quelli più frequentemente studiati) con un antidepressivo possono fornire miglioramenti in pazienti scarsamente responsivi ad altri trattamenti.

Oltre alle predette finalità gli antipsicotici sono stati studiati come trattamento aggiuntivo o seconda scelta (anche se a volte con risultati non definitivi) per il trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo (il risperidone in particolare),[3] disturbo post-traumatico da stress, sindrome di Tourette, autismo ed agitazione in corso di demenza.[3]

In bassi dosaggi sono utilizzati con discreto successo per il controllo del comportamento impulsivo e dei sintomi cognitivo-percettivi nel disturbo borderline e nella schizotipia;[4] sono poi utili come detto nella sindrome di Tourette e sindromi dello spettro autistico. Tuttavia sono considerati farmaci di seconda linea per via degli effetti collaterali.

Le prove a favore dell'uso degli antipsicotici per altri utilizzi off-label come disturbo ossessivo-compulsivo (ad eccezione del risperidone), disturbo post-traumatico da stress, demenza e disturbi della personalità sono di scarsa qualità e perciò il loro uso non ne è raccomandato se non come farmaci di ultima scelta, specie quando il rischio di effetti collaterali gravi come disturbi metabolici e cardiocircolatori, del movimento e sedazione sono importanti.[5][6]

Secondo le ultime ricerche, non sono utili nel trattamento dell'aggressività negli adulti con demenza,[7] nei disturbi del comportamento alimentare e nei disturbi della personalità.[5] Anche se specie quelli con proprietà antistaminiche e sedative sono a volte prescritti per il trattamento dell'insonnia, non sono indicati per tale uso in quanto non vi sono evidenze cliniche a favore del loro impiego. L'interferenza con la trasmissione dopaminergica può poi generare insonnia come effetto collaterale paradosso.[8]

Non sono raccomandati per l'uso nei giovani (se non per psicosi, gravi disturbi pervasivi di personalità, comportamento violento anche nei soggetti con disabilità psichica quando altri trattamenti non hanno sortito benefici). In questi casi si raccomanda la valutazione individuale del farmaco da utilizzare in base, primariamente, al profilo di effetti collaterali e alla tollerabilità per ogni singolo paziente.[9]

Schizofrenia

L'effetto principale di un trattamento con antipsicotici è quello di ridurre i cosiddetti sintomi "positivi" della schizofrenia, ovvero deliri e allucinazioni.[10] Tuttavia gli studi indicano che conseguentemente all'assunzione di neurolettici, specie quelli di prima generazione, peggiorano gli episodi di apatia, mancanza di affetto emotivo, mancanza di interesse nelle interazioni sociali (sintomi negativi della schizofrenia), mentre dal punto di vista cognitivo si possono avere effetti come pensieri disordinati e una ridotta capacità di pianificare ed eseguire attività.[11][12] In generale, l'efficacia del trattamento con antipsicotici nella schizofrenia sembra aumentare con la gravità dei sintomi di base.[13] Le applicazioni di questi farmaci nel trattamento della schizofrenia includono il trattamento del primo episodio di psicosi, la successiva terapia di mantenimento e il trattamento di episodi ricorrenti di psicosi acuta.

È doveroso ricordare che i neurolettici non curano il disturbo all'origine, bensì dovrebbero attenuare i sintomi esteriori della malattia, quali deliri, allucinazioni e disforia.[14] L'utilizzo come profilassi in soggetti con sintomi prodromici è utile per ridurre i sintomi del disturbo ma non sembra modificarne in modo significativo il decorso.[15]

Disturbo bipolare

Gli antipsicotici sono usati comunemente nel trattamento di prima linea degli episodi maniacali e misti associati a disturbo bipolare, spesso in combinazioni con stabilizzanti dell'umore come litio o valproato.[16] Il motivo di questa combinazione è il ritardo terapeutico degli stabilizzatori dell'umore di cui sopra (per ottenere gli effetti terapeutici del valproato sono di solito necessari circa cinque giorni dall'inizio del trattamento, mentre il litio solitamente richiede almeno una settimana[17] prima di dare gli effetti terapeutici).

Alcuni antipsicotici atipici (olanzapina e quetiapina) si ritiene che siano efficaci in monoterapia nel trattamento della depressione bipolare e dei deliri maniacali, cioè senza l'aggiunta di altri farmaci di supporto.[18]

Somministrazione

Gli antipsicotici possono essere somministrati per via orale, intramuscolare o endovenosa: in particolare le forme farmaceutiche che richiedono iniezione vengono utilizzate o quando è necessario ottenere un rapido effetto per il trattamento delle crisi acute, oppure per la somministrazione dei farmaci depot cioè delle formulazioni a lunghissima durata d’azione che permettono somministrazioni del farmaco molto distanziate nel tempo, da utilizzare ad esempio nel trattamento di pazienti con scarsa aderenza al trattamento.

Meccanismo di azione

Gli antipsicotici presentano un'azione prevalentemente antidelirante e antiallucinatoria. A dosaggi adeguati riducono il delirio, le allucinazioni, le anomalie comportamentali degli psicotici favorendone il reinserimento sociale. Se assunti da un soggetto non psicotico, non producono uno stato di sedazione quanto piuttosto un'estrema indifferenza agli stimoli ambientali e un fortissimo appiattimento emotivo (effetto atarassizzante).[19]

I siti d'azione principali dei farmaci antipsicotici sono le vie dopaminergiche mesocorticali, tuberoinfibulari e nigrostriatali, in particolare sono di interesse clinico quelle che dal livello mesencefalico si proiettano verso l'area del pensiero situata nella corteccia mentre l'interferenza con le altre è alla base di effetti collaterali come rispettivamente disturbi endocrini e del movimento.

I bersagli sono i recettori della dopamina che vengono inibiti, in particolare è il blocco dei recettori D2 post sinaptici a generare i maggiori effetti terapeutici (gli altri target dopaminergici sono i recettori D1, D3, D4).[20]

I farmaci neurolettici vengono classicamente divisi in due categorie:[21]

  • I tipici, che hanno una bassa costante di dissociazione e varie potenze d’azione verso i recettori dopaminergici, in particolare sul sottotipo D2 su cui agiscono come potenti antagonisti. Essendo molto attivi in tal senso e poco selettivi per le diverse aree cerebrali, mostrano una maggiore incidenza di effetti collaterali di tipo extrapiramidale. Data la loro efficacia sono spesso preferiti nella gestione delle crisi acute. Si dividono in base alla potenza di legame con il recettore dopaminergico (che non ha nulla a che vedere con l’efficacia terapeutica) in farmaci ad alta potenza (che hanno maggiore incidenza di effetti extrapiramidali ma minore sedazione), media e bassa potenza (che possiedono spesso effetti collaterali anticolinergici che possono però diminuire i disturbi del movimento).
  • Gli atipici, sviluppati in modo da migliorare il profilo di effetti collaterali perché esercitano sia un antagonismo verso i recettori dopaminergici, in particolare i D2 per i quali mostrano generalmente una costante di associazione minore rispetto ai neurolettici tipici, sia un antagonismo verso alcuni recettori serotoninergici, in particolare i sottotipi 5HT2A e 5HT2C. Quest'ultime attività si ipotizza possano migliorare sia i sintomi della malattia (nella schizofrenia sembra coinvolta anche un'alterazione dell'attività serotoninergica) che diminuire l'incidenza di effetti collaterali extrapiramidali per modulazione indiretta del tono dopaminergico, disinibendo il rilascio di dopamina nelle vie nigrostriatriali. Non tutti condividono pienamente questo meccanismo d'azione, dato che la modulazione di altri target neuronali (ad esempio il recettore GHB nelle benzammidi sostituite) o enzimatici (come l'inibizione dell'amminoacido ossidasi da parte del risperidone) sembrano contribuire all'effetto complessivo. Inoltre molti presentano una distribuzione preferenziale proprio nelle aree coinvolte nella genesi del disturbo, migliorando quindi ulteriormente il profilo di effetti collaterali. Sono perciò preferiti, rispetto ai tipici, nelle terapie di mantenimento anche se alcuni studi sembrano indicare un'efficacia leggermente minore.

Recentemente è stata proposta una nuova classe per raccogliere i farmaci come l'aripiprazolo che si comportano come agonisti parziali dei recettori dopaminergici piuttosto che come antagonisti puri, definendoli antipsicotici di terza generazione. Nonostante l'incidenza di effetti collaterali extrapiramidali e discinesia tardiva sia più elevata tra gli antipsicotici di prima generazione, anche nelle altre classi possono comunemente verificarsi tali effetti collaterali.

Effetti collaterali

Gli effetti collaterali sia di tipo fisico che di tipo neuropsichiatrico descritti per questa classe di farmaci sono numerosi ed a volte irreversibili, perciò la scelta di sottoporre un paziente ad un trattamento con antipsicotici deve necessariamente passare per un'attenta valutazione del rapporto rischi-benefici. Per tale motivo si raccomanda di utilizzarli solo nei casi strettamente necessari, alla dose minima e per il tempo minimo necessari, al fine di poter provocare meno effetti collaterali, alcuni dei quali anche potenzialmente gravi come le sindromi metaboliche e i danni neurologici. Tuttavia, specie i farmaci di più recente commercializzazione, sono generalmente ben tollerati e mostrano una buona tollerabilità in particolare nel trattamento a breve e medio termine.[22][23]

Incidenza e gravità degli effetti collaterali dipendono oltre che dal tipo di molecola utilizzata e dal dosaggio, anche dalla sensibilità individuale e dalla durata del trattamento.

Quelli più comunemente riportati includono:

  • Effetti extrapiramidali (tremori, rigidità, movimenti involontari)
  • Irrequietezza motoria, lentezza o blocco dei movimenti, rallentamento dell'ideazione e dei riflessi
  • Effetti cognitivi (confusione mentale, deficit di attenzione)
  • Sedazione (in particolare con clorpromazina, olanzapina, quetiapina)
  • Ottundimento emotivo e atarassia
  • Effetti anticolinergici (bocca secca, costipazione, visione offuscata)
  • Alterazioni endocrine e metaboliche (iperprolattinemia che può causare osteoporosi, galattorrea, ginecomastia; sindromi metaboliche con aumento del rischio di diabete di tipo 2 ed aumento di peso specie dopo trattamento prolungato)
  • Mal di testa
  • Vertigini
  • Diarrea
  • Ansia
  • Tumore alla mammella[24]

Meno comunemente possono verificarsi:

Gli antipsicotici possono provocare anche la discinesia tardiva, una patologia iatrogena spesso irreversibile caratterizzata da movimenti involontari o semivolontari rapidi simili a tic, lente contorsioni muscolari di lingua, volto, collo, del tronco, dei muscoli della deglutizione e della respirazione. Un altro aspetto generalmente poco indagato sono gli effetti collaterali sulla sfera emotiva dei pazienti sottoposti a trattamento che in alcuni casi possono essere confusi come un sintomo della patologia trattata e non identificati come un effetto collaterale della terapia. Questi effetti riguardano soprattutto depressione, attacchi d’ansia (disforia da neurolettici), blocco delle funzioni cognitive, emotive e volitive (che in termini psicoanalitici potrebbe venire descritto come una perdita di funzioni dell'Io).[23]

Altri effetti collaterali riguardano l'incremento del rischio di morte per qualsiasi causa nei pazienti con demenza trattati con antipsicotici. Uno studio ha rilevato che l'istituzione di un trattamento a base di aloperidolo negli anziani conduce ad un incremento del rischio di morte del 30% nei 6 mesi successivi.[27]

Risultati delle ricerche scientifiche sugli effetti dei neurolettici sulla massa cerebrale

Diverse ricerche scientifiche indicano l’esistenza di un nesso causale tra l'uso prolungato dei neurolettici e il restringimento della massa cerebrale.[26][28][29] Uno studio del 2012 ha evidenziato che la perdita di materia grigia è maggiore nei pazienti trattati cronicamente con i tipici rispetto a quelli trattati con gli atipici, ma in entrambi i casi le variazioni erano evidenziabili.[30][31] In sintesi gli studi indicano che:

  • La diminuzione della materia grigia, a cui si associa un conseguente aumento di volume del fluido cerebrospinale e quindi un potenziale degrado delle funzioni cognitive del paziente, è correlato alla dose assunta e alla durata del trattamento.[32]
  • In uno studio effettuato sui macachi, a cui era stato somministrato aloperidolo a dosi elevate, è stata riportata una perdita parziale delle funzioni intellettive con effetti, in alcuni domìni cognitivi, vicini a quelli della demenza.[33][34]
  • La risonanza magnetica nucleare permette di visualizzare concretamente i cambiamenti reversibili nel cervello di questi farmaci.[35]
  • La diminuzione progressiva del volume di materia grigia era più evidente nei pazienti sottoposti a più trattamenti con antipsicotici. In generale, il numero di trattamenti con antipsicotici, la dose e la durata è direttamente proporzionale alla diminuzione dei volumi di materia grigia.[36][37]

A causa di questi e altri effetti indesiderati, alcuni dei quali potenzialmente non reversibili, l'utilizzo di antipsicotici è sconsigliato al di fuori dei casi strettamente necessari, utilizzandoli per il tempo minimo e alla dose minima efficace. Per quel che riguarda la reversibilità dei danni causati da farmaci neurolettici è necessario sospendere il trattamento per poter avere dei miglioramenti significativi che tuttavia variano a seconda della tipologia di farmaco assunto.

Disordini metabolici e attività fisica

L'assunzione di farmaci antipsicotici accresce il rischio di disordini metabolici come iperglicemia, aumento di peso e squilibri ormonali. Per contrastare questi rischi, l'ACSM (Associazione Americana Medicina Sportiva)[38] suggerisce un programma d’esercizio fisico di almeno tre sessioni a settimana di 20-60 minuti. I programmi di allenamento strutturati in ambiente supervisionato, seppur in grado di assicurare livelli ottimali di attività fisica, presentano alcuni svantaggi come ad esempio la necessità di personale specializzato, spazi e attrezzature adeguate che comportano dei costi elevati. Un’alternativa valida ai programmi di allenamento strutturati può essere rappresentata dall’introduzione nel proprio stile di vita della pratica sportiva individuale di moderata intensità. Questo tipo di allenamento può risultare più adatto e in definitiva più efficace negli individui con gravi patologie, grazie alla migliore gestione degli spazi individuali, del proprio tempo e anche i minori costi.

Classificazione

Antipsicotici tipici o di prima generazione

Lo stesso argomento in dettaglio: Antipsicotico tipico.

Antipsicotici atipici o di seconda generazione

Lo stesso argomento in dettaglio: Antipsicotico atipico.

Terza generazione

Lo stesso argomento in dettaglio: Antipsicotico di terza generazione.

Altri composti che non sono chimicamente o farmacologicamente correlati agli antipsicotici hanno mostrato in diversi studi potenziale neurolettico, tra questi ci sono farmaci approvati per altri disturbi psichiatrici (come il tofisopam) o composti di derivazione naturale come la sarcosina.

Tabelle comparative

Comparazione tra tipici e atipici

Nonostante i numerosi studi, non è ancora chiaro se gli antipsicotici tipici forniscano dei vantaggi clinicamente significativi in termini di efficacia ed una minore tollerabilità rispetto agli atipici. Il numero di pazienti che abbandonano il trattamento a causa degli effetti collaterali (quando utilizzati a bassi dosaggi) e la compliance terapeutica non mostrano differenze tra tipici ed atipici.[39][40]

Nel 2005 è stato condotto un vasto studio comparativo (CATIE) tra alcuni dei più utilizzati antipsicotici atipici rispetto alla perfenazina (un antipsicotico tipico). Ne è risultato che nessun antipsicotico atipico ha mostrato una maggior efficacia rispetto alla perfenazina, ne una minor quantità di effetti collaterali. Tuttavia il numero di pazienti che hanno interrotto il trattamento a causa di effetti collaterali (extrapiramidali) era maggiore tra i trattati con perfenazina che non tra quelli trattati con gli atipici (8% contro 2%).[41] È stata tuttavia sottolineata una differente tollerabilità individuale.

Risperidone, quetiapina, olanzapina e clozapina potrebbero essere, tra gli atipici, i maggiormente efficaci. Clozapina è particolarmente efficace specie per i pazienti che non rispondono ad altri trattamenti ma comporta significativi effetti collaterali per cui è considerata di seconda scelta.

In generale, quelli di prima generazione sembrano comportare un maggior rischio di disturbi del movimento e discinesia tardiva mentre quelli di seconda generazione un più elevato rischio di sindromi metaboliche e diabete. La scelta deve perciò essere effettuata in base alla tollerabilità individuale e al peculiare profilo di effetti collaterali di ogni singola molecola.

Elenco dei neurolettici

Principio attivo Classe chimica Classe Nome commerciale Anno di lancio Sviluppatore Riferimenti bibliografici
Aloperidolo Butirrofenoni tipico Haldol 1959 Janssen [42][43]
Amisulpride Benzammidi discusso Solian 1986 Sanofi-Synthélabo [42][44][45]
Aripiprazolo Fenilpiperazine atipico Abilify 2002 Otsuka/Bristol-Myers Squibb [42][43]
Aripiprazolo laurossile Fenilpiperazine atipico Aristada 2015 Alkermes [46]
Asenapina Dibenzossapinopirroli atipico Saphris/Sycrest 2009 Organon/Merck [42][47]
Benperidolo Butirrofenoni tipico Anquil 1966 Janssen [42]
Blonanserina Pirinilpiperazoni atipico Lonasen 2008 Sumitomo Dainippon/Mitsubishi Tanabe [42][48]
Brexpiprazolo Fenilpiperazine atipico Rexulti 2015 Otsuka/Lundbeck [49]
Bromperidolo Butirrofenoni tipico Impromem 1981 Janssen [42][43]
Cariprazina Fenilpiperazine atipico Vraylar/Reagila 2015 Gedeon Richter/Actavis [50]
Carpipramina Dibenzazepine discusso Defecton/Prazinil 1977 Pierre Fabre [42]
Ciamemazina Fenotiazine discusso Tercian 1972 Aventis [42][51]
Clocapramina Dibenzazepine discusso Clofekton/Padrasen 1974 Yoshitomi [52]
Clopentixolo Tioxanteni tipico Sordinol/Ciatyl 1961 Lundbeck [53]
Clorotepina Dibenzotiepine discusso Clotepin 1971 Spofa [54][55]
Clorpromazina Fenotiazine tipico Thorazine 1952 Rhône-Poulenc/GlaxoSmithKline [42][43]
Clorprotixene Tioxanteni discusso Truxal 1959 Roche [42][43][56]
Clotiapina Dibenzotiazepine discusso Etumine 1966 Sandoz/Wander [57][58]
Clozapina Dibenzodiazepine atipico Clozaril 1972 Sandoz-Novartis [42][43]
Droperidolo Butirrofenoni tipico Dridol/Droleptan/Inapsine 1963 Janssen-Cilag [42][59]
Flufenazina Fenotiazine tipico Prolixin 1959 Bristol-Myers Squibb [42][43]
Flupentixolo Tioxanteni tipico Fluanxol 1965 Lundbeck [42][60]
Fluspirilene Difenilbutilpiperidine tipico Imap 1970 Janssen [42]
Iloperidone Benzisossazoli atipico Fanapt 2010 Novartis [42][61]
Levomepromazina Fenotiazine discusso Nozinan/Levoprome 1957 Rhône-Poulenc [42][56][62]
Levosulpiride Benzammidi discusso Levopraid 1987 Abbott [42]
Loxapina Dibenzossazepine discusso Loxitane/Loxapac 1975 Wyeth [42][43][63]
Lurasidone Benzisotiazoli atipico Latuda 2010 Sumitomo Dainippon/Sunovion [64]
Melperone Butirrofenoni discusso Buronil 1967 Lundbeck [43]
Mesoridazina Fenotiazine tipico Serentil 1967 Novartis-Boehringer [43]
Molindone Diidroindoloni discusso Moban 1975 Abbott [43]
Mosapramina Dibenzazepine discusso Cremin 1991 Mitsubishi Pharma [42]
Nemonapride Benzammidi discusso Emilace/Emirace 1991 Yamanouchi [42][65]
Olanzapina Tienobenzodiazepine atipico Zyprexa 1996 Lilly [42][43]
Paliperidone Benzisossazoli atipico Invega 2007 Janssen-Cilag/Johnson & Johnson [42][66]
Paliperidone palmitato Benzisossazoli atipico Invega Sustenna/Xeplion 2009 Janssen-Cilag/Johnson & Johnson [67]
Penfluridolo Difenilbutilpiperidine tipico Semap 1973 Janssen [68][69]
Perazina Fenotiazine tipico Taxilan 1958 Promonta [70]
Perfenazina Fenotiazine tipico Trilafon 1957 Schering-Plough [42][43]
Periciazina Fenotiazine tipico Neuleptil/Neulactil 1964 Rhône-Poulenc [42][71]
Perospirone Benzisotiazoli atipico Lullan 2001 Sumitomo Dainippon/Mitsubishi Tanabe [42][72]
Pimavanserina Dibenzilpiperidinilurea atipico Nuplazid 2016 ACADIA Pharmaceuticals [73]
Pimozide Difenilbutilpiperidine tipico Orap 1969 Janssen [42][43]
Pipamperone Butirrofenoni discusso Dipiperon 1961 Janssen [57][68]
Pipotiazina Fenotiazine tipico Piportil 1973 Rhône-Poulenc/Aventis [42][74]
Proclorperazina Fenotiazine tipico Compazine 1956 Rhône-Poulenc/GlaxoSmithKline [42][43][62]
Promazina Fenotiazine tipico Sparine 1956 Wyeth [42]
Protipendile Azafenotiazine tipico Dominal 1960 Harry/Bernstein [75]
Quetiapina Dibenzotiazepine atipico Seroquel 1997 AstraZeneca [42][43]
Remoxipride Benzammidi discusso Roxiam 1990 AstraZeneca [42][45][43]
Risperidone Benzisossazoli atipico Risperdal 1993 Janssen [42][43]
Sertindolo Imidazolidinoni atipico Serdolect 1996 Lundbeck [42][43]
Spiperone Butirrofenoni tipico Spiropitan 1969 Eisai [76]
Sulpiride Benzammidi discusso Dogmatil 1968 Delagrange/Fujisawa [42][45][43]
Sultopride Benzammidi discusso Barnetil 1976 Delagrange/Sanofi-Synthélabo [42][77]
Tiapride Benzammidi discusso Tiapridal 1975 Sanofi-Synthélabo [42]
Tioridazina Fenotiazine tipico Melleril 1958 Novartis [42][43]
Tiotixene Tioxanteni tipico Navane 1967 Pfizer [42][43][78]
Trifluoperazina Fenotiazine tipico Stelazine 1958 GlaxoSmithKline [42][43]
Triflupromazina Fenotiazine tipico Vesprin 1957 Bristol-Myers Squibb [42]
Veralipride Benzammidi discusso Agreal 1980 Sanofi-Synthélabo [42]
Ziprasidone Benzisotiazoli atipico Geodon 2000 Pfizer [42][43]
Zotepina Dibenzotiepine atipico Zoleptil 1982 Fujisawa [42][43]
Zuclopentixolo Tioxanteni tipico Clopixol/Cisordinol 1978 Lundbeck [42][53][60]

Tabella comparativa della tollerabilità delle varie molecole

Principio attivo Frequenza sospensione trattamento causa degli effetti collaterali[79]

(OR con IC 95% in parentesi)

Effetti anticolinergici Sedazione Disturbi del movimento Aumento di peso Effetti collaterali metabolici Prolungamento dell'intervallo QTc

(OR & IC 95%)

Aumento Prolattina Ipotensione Note ed effetti collaterali importanti
Aloperidolo 0.80 (0.71-0.90) + + +++ + +/- + (0.11 [0.03-0.19]) +++ + Prototipo degli antipsicotici di prima generazione ad elevata potenza.
Amisulpride 0.43 (0.32-0.57) - - + + +/- +++ (0.66 [0.39-0.91] dose dipendente) +++/++ - Torsione di punta comune in overdose.[80] Considerato tra i più efficaci e meglio tollerabili. Usato in basse dosi per la depressione.
Amoxapina ? ++ ++ +/- ++/+ ++/+ ++/+ ++/+ ++/+ Amoxapina ha anche proprietà antidepressive. Molto tossico in overdose per il rischio di convulsioni e danni ai reni.
Aripiprazolo 0.61 (0.51-0.72) - + +/- (perlopiù acatisia) + +/- - (0.01 [–0.13-0.15]) - (può ridurre i livelli di prolattina) - Farmaco di terza generazione.
Asenapina 0.69 (0.54-0.86) - ++ + + +/- ++/+ (0.30 [–0.04-0.65]) + + Ipoestesia orale. Farmacologia molto complessa.
Blonanserina[81][82] ~0.70 + + ++/+ +/- +/- - ++/+ +/- Diffuso in nazioni dell'Asia orientale.
Clorpromazina 0.65 (0.50-0.84) +++ +++ ++ ++ ++ ++ +++ +++ Primo antipsicotico ad essere commercializzato, prototipo degli antipsicotici tipici a bassa potenza.
Clozapina 0.46 (0.32-0.65) +++ +++ - +++ +++ + - +++ Gravi effetti collaterali come agranulocitosi, neutropenia, leucopenia, miocardite, rischio di convulsioni dose dipendente. È considerato il più efficace e riservato solo ai casi resistenti ad altri trattamenti.
Droperidolo ? +/- +/- +++ +/- +/- ? +++ ? Usato per lo più per il trattamento della nausea post operatoria.
Flufenazina 0.69 (0.24-1.97)[83] ++ + +++ + + + +++ + Antipsicotico di prima generazione ad elevata potenza.
Flupentixolo ? ++ + ++ ++ ++ + +++ + Usato in basse dosi per la depressione.
Iloperidone 0.69 (0.56-0.84) - +/- + ++ ++ ++ (0.34 [0.22-0.46]) ++/+ + Dati limitati.
Levomepromazina ? +++ +++ ++/+ ++ ++ ? +++ +++ Usato anche nel trattamento dell'ansia, dell'agitazione, come antiemetico ed analgesico.
Loxapina 0.52 (0.28-0.98)[84] + ++ +++ + +/- ? +++ ++ Dati limitati.
Lurasidone 0.77 (0.61-0.96) - - ++/+ - - - (–0.10 [–0.21-0.01]) ++/+ - Potenzialmente utile per i sintomi cognitivi.[85]
Melperone ? - +/- - +/- +/- ++ - ++/+ Alcuni piccoli studi ne hanno mostrato il potenziale nel trattamento dei casi resistenti ad altri trattamenti di schizofrenia. Non è utile nel trattamento delle psicosi nel contesto del morbo di Parkinson.[86]
Molindone[87] ? - ++/+ + - - ? +++ +/- Sospeso dal commercio, è correlato a un'inusuale perdita di peso.[87]
Olanzapina 0.46 (0.41-0.52) + ++ + +++ +++ + (0.22 [0.11-0.31]) + + Dati limitati.
Paliperidone 0.48 (0.39-0.58) - - ++/+ (dose dipendente) ++ + - (0.05 [–0.18-0.26]) +++ ++ Metabolita attivo del risperidone, con le stesse avvertenze ed indicazioni.
Perazina 0.62 (0.40-1.10)[88] ? ? ? ? ? ? ? ? Dati limitati.
Perfenazina 0.30 (0.04-2.33)[89] + + +++ + + + +++ + Potente antiemetico.
Periciazina ? +++ +++ + ++ + ? +++ ++ Utile anche nel trattamento dell'ansia.
Perospirone[90] ? +/- + ++/+[91] +/- ? - ++/+ - Causa elevata incidenza di effetti collaterali extrapiramidali.[91]
Pimozide 1.01 (0.30-3.39)[92] + + + + + +++ +++ + Antipsicotico di prima generazione ad elevata potenza.
Pipotiazina ? ++ ++ ++ ++ + ? +++ ++ Utilizzato solo nel Regno Unito.
Proclorperazina ? ? ? +++ ? ? + +++ ? Usato principalmente come antiemetico.
Quetiapina 0.61 (0.52-0.71) ++/+ ++ - ++ ++/+ + (0.17 [0.06-0.29]) - ++ Il suo profilo di legame è stato descritto come hit and run. Causa perciò con minore frequenza iperprolattinemia e disturbi del movimento.
Remoxipride ? - +/- - +/- +/- - - - Ritirato per il rischio di effetti collaterali a carico del sistema ematopoietico.
Risperidone 0.53 (0.46-0.60) - ++/+ (dose dipendente) ++ ++ ++/+ ++ (0.25 [0.15-0.36]) +++ ++ Dati limitati.
Sertindolo 0.78 (0.61-0.98) - - - ++ ++/+ +++ (0.90 [0.76-1.02]) - +++ Dati limitati.
Sulpiride 1.00 (0.25-4.00)[93] - - + + +/- + +++/++ - Simile ad amisulpiride.
Tiapride ? - - + + +/- + ++ - Scarso rischio sedativo, ansiolitico, scarso rischio disturbi del movimento.
Tioridazina 0.67 (0.32-1.40)[94] +++ +++ + ++ ++ +++ +++ +++ Rischio dose dipendente di retinopatia degenerativa. Trova utilità come antiturbercolare ad alta efficacia.[95]
Tiotixene ? - + +++ ++ ++/+ + +++ + Dati limitati.
Trifluoperazina 0.94 (0.59-1.48)[96] +/- + +++ + +/- ? +++ + Dati limitati.
Ziprasidone 0.72 (0.59-0.86) - ++ + - - ++ (0.41 [0.31-0.51]) ++/+ + Dati limitati.
Zotepina 0.69 (0.41-1.07) + +++ ++ +++/++ +++/++ ++ +++ ++ Rischio dose dipendente di convulsioni.[97]
Zuclopentixolo ? ++ ++ +++ ++ ++ ? +++ + Dati limitati.
Legenda:
OR - Odds ratio
IC - Intervallo di confidenza
- = non causa\causa una diminuzione di
+ = causa raramente\causa un leggero aumento di
++ = causa abbastanza comunemente\causa un aumento di
+++ = causa molto comunemente\causa un significativo aumento di

Tabella comparativa dell'efficacia delle varie molecole

Principio attivo Schizofrenia[79][98] Mania[99][100] Depressione bipolare[101] Mantenimento nel disturbo bipolare[102][103] Depressione[104] Ansia
Aloperidolo ++ +++ ? ? ? ?
Amisulpride +++ ? ? ? +++ (anche nella distimia) +++
Aripiprazolo ++ ++ - ++ (previene la mania e gli episodi misti ma non la depressione) +++ (in aggiunta ad un antidepressivo) ?
Asenapina ++/+ ++ ? ++ ? ?
Clorpromazina ++ ? ? ? ? ?
Clozapina +++ ? ? ? ? ?
Iloperidone + ? ? ? ? ?
Loxapina +++/++ +++ (solo nel trattamento dell'agitazione) ? ? ? ?
Lurasidone + ? +++ ? ? ?
Melperone +++ ? ? ? ? ?
Olanzapina +++ +++/++ ++ ++ (efficace nel prevenire episodi maniacali e ricadute di misti) ++ (in aggiunta ad un antidepressivo) ?
Paliperidone ++ +++/++ ? ? ? ?
Perospirone[105] + ? ? ? ? ?
Quetiapina ++ ++ +++ +++ ++ ?
Risperidone +++ +++ - ++ +++ (in aggiunta ad un antidepressivo) ?
Sertindolo ++ ? ? ? ? ?
Sulpiride +++ ? ? ? +++ (anche nella distimia) +++
Tiapride ++ ? ? ? ++ (in aggiunta ad un antidepressivo) ++
Ziprasidone ++/+ + ? + ? ?
Zotepina ++ ? ? ? ? ?

Farmacodinamica comparata

Affinità di legame con i recettori (minore è il valore e maggiore è l'affinità)
Ki [nM] per recettori umani (se non diversamente specificato)[106]
Farmaco[107][108] SERT 5-HT1A 5-HT2A 5-HT2C 5-HT6 5-HT7 α1A α2A α2C NET D1 D2 D3 D4 5-HT2A/D2 H1 M1 M3
Aloperidolo 3,256 2,066.83 56.81 4,801 5,133 377.6 12.0 801.5 403 2,112 121.8 0.7 3.96 2.71 81.2 1,698 >10,000 >10,000
Amisulpride >10,000 >10,000 8,304 >10,000 4,154 73.5 >10,000 1,114 1,540 >10,000 >10,000 2.2 2.4 2,370 3,774.5 >10,000 >10,000 >10,000
Amoxapina 58 ND 0.5 2.0 (RC) 50 40.21 50 ND ND 16 ND 20.8 21.0 21.0 0.0240 25 1,000 1,000
Aripiprazolo 1,081 5.6 8.7 22.4 642.4 9.97 25.85 74.1 37.63 2,091.5 1,173.5 1.64 5.35 514 5.3 27.93 6,778 4,678
Asenapina[109] ND 2.5 0.06 0.03 0.25 0.13 1.2 1.2 1.2 ND 1.4 1.3 0.42 1.1 0.0462 1.0 8,128 8,128
Blonanserina[110] ND 804 0.812 26.4 41.9 183 26.7 (RB) 530 (RC) ND ND 1,070 0.142 0.494 150 5.72 765 100 ND
DesetilBlonanserina[81] ND ND 1.28 4.50 5.03 206 (RC) ND ND ND ND 1,020 1.38 0.23 ND 0.93 ND ND ND
Clorpromazina 1,296 2,115.5 4.5 15.6 17.0 28.4 0.28 184 46 2,443 76.3 1.40 4.65 5.33 3.21 3.09 32.3 57.0
Clozapina 1,624 123.7 5.35 9.44 13.5 17.95 1.62 37 6.0 3,168 266.3 157 269.1 26.4 0.0341 1.13 6.17 19.25
NorClozapina 316.6 13.9 10.9 11.9 (RC) 11.6 60.1 104.8 137.6 117.7 493.9 14.3 94.5 153 63.94 0.115 3.4 67.6 95.7
Flufenazina 5,950 1,039.9 37.93 982.5 34.67 8.00 6.45 314.1 28.9 3,076 17.33 0.30 1.75 40.0 126.4 14.15 1,095 1,441
Flupentixolo ND 8,028 87.5 (HFC) 102.2 (RC) ND ND ND ND ND ND 3.5 0.35 1.75 66.3 250 0.86 ND ND
Iloperidone ND 93.21 1.94 147 63.09 112 0.3 160 16.2 1,479 129.32 10.86 10.55 13.75 0.179 12 4,898 >10,000
Loxapina >10,000 2,456 6.63 13.25 31.0 87.6 31.0 150.9 80.0 5,698 54 28.1 19.33 7.80 0.236 4.90 119.45 211.33
Lurasidone[110][111] ND 6.8 2.0 415 ND 0.5 48 1.6 10.8 ND 262 1.7 ND ND 1.18 >10,000 >10,000 >10,000
Melperone ND 2,200 (HB) 230 2,100 (HB) 1,254 (RC) 578 (HB) 180 (HB) 150 (HB) ND ND ND 194 8.95 555 1.186 580 >10,000 >10,000
Molindone ND 3,797 3,773 >10,000 1,008 3,053 2,612 1,097 172.6 ND ND 6.0 72.5 2,950 628.83 2,130 ND >10,000
Olanzapina 3,676 2,282 3.73 10.2 8.07 105.2 112 314 28.9 >10,000 70.33 34.23 47.0 14.33 0.109 2.19 2.5 56.33
Paliperidone 3,717 616.6 0.71 48 2,414 2.7 2.5 17.35 7.35 >10,000 41.04 0.7 0.5 54.3 1.104 18.8 >10,000 >10,000
Perfenazina ND 421 5.6 132 17 23 10 810.5 85.2 ND ND 0.14 0.13 17 40 8 1,500 1,848
Pimozide ND 650 48.35 2,112 71 0.5 197.7 1,593 376.5 ND >10,000 1.45 0.25 1.8 33.34 692.2 800 (HB) 1,955
Proclorperazina ND 5,900 (HC) 15 (HC) 122 148 (RC) 196 (RC) 23.8 (HB) 1,694.91 (HB) ND ND ND 0.65 2.90 5.40 23.1 18.86 (HB) 555.55 (HB) ND
Quetiapina >10,000 394.2 912 1,843 948.75 307.6 22 3,630 28.85 >10,000 994.5 379 340 2,019 2.41 6.90 489 1,631.5
NorQuetiapina[112] ND 45 48 107 ND 76 144 237 ND 12 99.8 (RC) 196 ND ND 0.245 3.5 38.3 (RC) ND
Risperidone >10,000 422.88 0.17 12 2,057.17 6.6 5 16.5 1.3 >10,000 243.53 3.57 2.0 4.66 0.0476 20.05 >10,000 >10,000
Sertindolo ND 280 0.39 0.9 5.4 28 1.8 640 450 ND ND 2.35 2.30 4.92 0.166 130 >5,000 2,692
Sulpiride ND >10,000 >10,000 (RC) >10,000 (RC) 5,000 (RC) 4,000 (RC) >10,000 (RB) 4,893 (RB) ND ND >10,000 9.80 8.05 54 >1,000 >10,000 (RB) >10,000 (RB) >10,000 (RB)
Tioridazina 1,259 144.35 27.67 53 57.05 99 3.15 134.15 74.9 842 94.5 2.20 1.50 6.00 12.58 16.5 12.8 29
Tiotixene 3,878 410.2 50 1,355.5 245.47 15.25 11.5 79.95 51.95 >10,000 51 0.12 0.40 203 416.7 8 >10,000 >10,000
Trifluoperazina ND 950 74 378 144 290.8 24 653.7 391.5 ND ND 1.12 ND 38.1 66.07 63 ND 1,001
Ziprasidone 112 54.67 0.73 13 60.95 6.31 18 160 68 44 30 4.35 7.85 52.9 0.1678 62.67 >10,000 >10,000
Zotepina 151 470.5 2.7 3.2 6 12 7 208 106 530 71 25 6.4 18 0.108 3.21 18 73
Legenda:
ND - Nessun dato
RB - Recettore cervello di ratto
RC - Recettore clonato di ratto
HB - Recettore cervello umano
HC - Recettore corteccia cerebrale umana
HFC - Recettore corteccia frontale umana

Farmacocinetica comparata

Farmaco[113][114][115][116] Biodisponibilità Emivita metabolita attivo Legame con le proteine plasmatiche Tempo per concentrazione massima Concentrazione massima Volume di distribuzione Escrezione Via di somministrazione Enzimi responsabili metabolismo[107] Metaboliti attivi
Aloperidolo 60-70% (orale) 10-20 h (singola dose per iniezione IM), 3 sett (depot) 92% 2-6 h (orale), 10-20 min (singola dose per iniezione IM), 6–7 giorni (depot) ? 8-18 L/kg feci (15%), urine (30%) orale, IM, IV CYP3A4 nessuno
Amisulpride 48% 12 h 16% 3-4 h 54 ± 4 ng/mL 5.8 L/kg feci (20%), urine (50%) orale ? nessuno
Aripiprazolo 87% (orale), 100% (IM) 75 h (94 h) 99% 3-5 h ? 4.9 L/kg feci (55%), urine (25%) orale, IM (compreso depot) CYP2D6, CYP3A4 DeidroAripiprazolo
Asenapina 35% (sublinguale) 24 h 95% 0.5-1.5 h 4 ng/mL 20-25 L/kg feci (40%), urine (50%) sublinguale CYP1A2, CYP2D6, UGT1A4 nessuno
Blonanserina[81][82][117] 55% 10.7-16.2 h (singola dose), 67.9 h (trattamento ripetuto) ≥ 99.7% 1.5-2 h 0.14-0.76 ng/mL (singola dose), 0.57 ng/mL (trattamento ripetuto) 8560-9500 L feci (30%), urine (59%) orale CYP3A4 DesetilBlonanserina
Clorpromazina 20% 30 h 92-97% ? ? 20 L/kg urine orale, IM, IV CYP2D6 molti metaboliti attivi
Clozapina 50-60% 12 h 97% 1.5-2.5 h 102-771 ng/mL 4.67 L/kg feci (30%), urine (50%) orale CYP1A2, CYP2D6, CYP3A4 NorClozapina
Droperidolo ? 2 h (8-12 h) ? 60 min (IM) ? 2 L/kg (adulti), 0.58 L/kg (bambini) feci (22%), urine (75%) IM, IV ? nessuno
Flufenazina 2.7% (orale) 14-16 h (orale), 14 giorni (depot) ? 2 h (orale), 8-10 h (depot) ? ? feci, urine orale, IM (compreso depot) ? nessuno
Flupentixolo 40-55% (orale) 35 h ? 7 giorni (depot) ? 12-14 L/kg urine orale, IM (compreso depot) ? nessuno
Iloperidone 96% ? 95% 2-4 h ? 1340-2800 L feci (20-22%), urine (45-58%) orale CYP2D6, CYP3A4 nessuno
Levomepromazina ? 30 h ? 2-3 h ? ? feci, urine IM, IV ? Metotrimeprazina solfossido
Loxapina ? 6-8 h (inalazione), 4-12 h (orale) 96.6% 2 min (inalazione), 2 h (orale), 5 h (IM) 257 ng/mL (inalazione), 6-13 ng/mL (orale) ? feci, urine (56-70%) inalazione, orale, IM CYP1A2, CYP2D6, CYP3A4 Amoxapina (antidepressivo triciclico), 7-OH Loxapina, 8-OH Loxapina
Lurasidone 9-19% 18 h 99% 1-3 h ? 6173 L feci (80%), urine (9%) orale CYP3A4 due metaboliti attivi
Melperone[118] 65% (orale, compresse), 54% (orale, sciroppo), 87% (IM) 2.1-6.4 h (orale), 6.6 ± 3.7 h (IM) 50% 1.6-2.4 h (orale, compresse), 1 h (orale, sciroppo) 1132 ± 814 ng/mL (25 mg, orale), 2228-3416 ng/mL (50 mg, orale), 89539 ± 37001 ng/mL (100 mg, orale) 9.9 ± 3.7 L/kg (10 mg), 7 ± 1.61 L/kg (20 mg) urine (70% metabolita, 5.5-10.4% farmaco immodificato) orale, IM ? nessuno
Olanzapina 87% (orale) 30 h 93% 6 h (orale), 15-45 min (singola dose per iniezione IM), 7 giorni (depot) 4-20.4 mg/mL[119] 1000 L feci (30%), urine (57%) orale, IM (compreso depot) CYP1A2 nessuno
Paliperidone 28% (orale) 23 h (orale), 25-49 giorni (IM) 74% 24 h (orale), 13 giorni (IM) 8.85-11.7 ng/mL[120] 390-487 L feci (11%), urine (80%) orale, IM (compreso depot) CYP2D6, CYP3A4 nessuno
Perfenazina ? 9-12 h (10-19 h) ? 1-3 h; 2-4 h (metabolita) 0.984 ng/mL; 0.509 ng/mL (metabolita) ? feci, urine orale CYP2D6 7-OH Perfenazina
Periciazina ? 12 h ? 2 h 150 ng/mL ? urine orale ? nessuno
Perospirone[121] ? 1.9-2.5 h 92% 1.5 h 5.7 ng/mL ? urine (0.4% farmaco immodificato) orale ? nessuno
Pimozide 40-50% 55 h ? 6-8 h 4-19 ng/mL (dose dipendente) ? urine orale CYP2D6, CYP3A4 nessuno
Proclorperazina 12.5% 6.8-9 h ? ? ? 12.9-17.7 L/kg urine, bile orale, IM, IV ? DesmetilProclorperazina
Quetiapina 100% 6 h (IR), 7 h (XR); 12 h (metabolita) 83% 1.5 h (IR), 6 h (XR) 778 ng/mL (uomini), 879 ng/mL (donne)[122] 6-14 L/kg feci (20%), urine (73%) orale CYP3A4 NorQuetiapina (inibitore della ricaptazione della noradrenalina e agonista parziale del recettore 5-HT1A)
Risperidone 70% 3-17 h (24 h) 90%; 77% (metabolita) 3-17 h ? 1-2 L/kg feci (14%), urine (70%) orale, IM (compreso depot) CYP2D6 Paliperidone
Sertindolo ? 3 giorni 99.5% 10 h ? 20 L/kg feci (46-56%), urine (4%) orale CYP2D6 nessuno
Sulpiride[123] 27 ± 9% 8 h 40% 3-6 h ? 2.72 ± 0.66 L/kg feci, urine orale ? nessuno
Tioridazina ? 24 h 95% ? ? ? ? orale CYP2D6 nessuno
Tiotixene ? 24 h 90% ? ? ? ? orale CYP1A2 nessuno
Trifluoperazina ? 24 h ? ? ? ? ? orale ? nessuno
Ziprasidone 60% (orale), 100% (IM) 7 h (orale), 2-5 h (IM) 99% 6-8 h (orale), ≤ 60 min (IM) ? 1.5 L/kg feci (66%), urine (20%) orale, IM CYP1A2, CYP3A4 nessuno
Zotepina[124][125] 7-13% 13.7-15.9 h (12 h) 97% 1-4 h 31-240 ng/mL 10 L/kg urine (17%) orale CYP1A2, CYP3A4 NorZotepina (inibitore della ricaptazione della noradrenalina)
Zuclopentixolo 49% 20 h 98% 2-12 h ? 20 L/kg feci, urine (10%) orale, IM (compreso depot) CYP2D6 nessuno

Note

  1. ^ Donatella Marazziti, Federico Mucci e Elisabetta Parra, Cariprazina: dalle affinità recettoriali agli effetti terapeutici. Rassegna nei disturbi dello spettro schizofrenico ed expert opinion, in Rivista di Psichiatria, vol. 56, n. 2, 1º marzo 2021, pp. 10–17. URL consultato l'11 marzo 2024.
  2. ^ Mario Amore e Andrea Aguglia, Esperienze di switch a cariprazina in pazienti schizofrenici con comparsa di effetti collaterali/comorbilità mediche, in Rivista di Psichiatria, vol. 54, n. 6, 1º novembre 2019, pp. 7–10. URL consultato l'11 marzo 2024.
  3. ^ a b Maher AR, Theodore G, Summary of the comparative effectiveness review on off-label use of atypical antipsychotics, in J Manag Care Pharm, giugno 2012, PMID 22784311.
  4. ^ (EN) American Psychiatric Association, Practice Guideline for the Treatment of Patients with Borderline Personality Disorder, American Psychiatric Pub, 2001, ISBN 978-0-89042-319-6. URL consultato l'8 aprile 2019.
  5. ^ a b John M. Eisenberg Center for Clinical Decisions and Communications Science, Comparative Effectiveness Review Summary Guides for Clinicians, collana AHRQ Comparative Effectiveness Reviews, Agency for Healthcare Research and Quality (US), 2007. URL consultato l'8 aprile 2019.
  6. ^ Evidence Lacking to Support Many Off-label Uses of Atypical Antipsychotics, su archive.ahrq.gov. URL consultato l'8 aprile 2019.
  7. ^ R. Romeo, M. Knapp e P. Tyrer, The treatment of challenging behaviour in intellectual disabilities: cost-effectiveness analysis, in Journal of Intellectual Disability Research, vol. 53, n. 7, 21 maggio 2009, pp. 633-643, DOI:10.1111/j.1365-2788.2009.01180.x. URL consultato l'8 aprile 2019.
  8. ^ American Psychiatric Association Five Things Physicians and Patients Should Question, su choosingwisely.org, 23 settembre 2013.
  9. ^ Second generation antipsychotics (SGAs) for non-psychotic disorders in children and adolescents: A review of the randomized controlled studies, DOI:10.1016/j.euroneuro.2011.04.001.
  10. ^ Psychosis and schizophrenia in adults (CG178), su guidance.nice.org.uk.
  11. ^ Miyamoto S, Miyake N, Jarskog LF, Fleischhacker WW, Lieberman JA, Pharmacological treatment of schizophrenia: a critical review of the pharmacology and clinical effects of current and future therapeutic agents, in Mol. Psychiatry, dicembre 2012, DOI:10.1038/mp.2012.47, PMID 22584864.
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Collegamenti esterni

  • (EN) antipsychotic drug, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata
  • Il trattamento antipsicotico con neurolettici classici: l’esperienza del paziente - in psychiatryonline.it
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