Troesmis

Troesmis
Resti romani a Troesmis.
Periodo di attivitàfortezza legionaria da Traiano al 167/168;
castellum ausiliario;
ancora fortezza legionaria con Diocleziano.
Località modernaBalta Iglita in Romania
Unità presentilegio V Macedonica[1]
vexill. legio I Italica[2]
Ala I Pannoniorum[3]
legio II Herculia[4]
Dimensioni castrum18 ha?
Provincia romanaMesia superiore
Status localitàmunicipium sotto Marco Aurelio.[5]

Troesmis era una città dell'Impero romano, situata nella provincia della Mesia inferiore e dopo la riforma di Diocleziano nella provincia della Scizia, facente parte della diocesi della Tracia.

Il sito si trova sulle colline della Dobrugia, tra il Mar Nero e il delta del Danubio, nei pressi del Trofeo di Traiano ad Adamklissi e corrisponde all'odierna città di Turcoaia (Romania).

La città si originò come oppidum fortificato dei Geto-Traci e viene menzionata come partecipante al conflitto tra Lisimaco e Dromichete e da Ovidio[6]

Traiano vi spostò nel 106 la sede della Legio V Macedonica, con circa 6.000 effettivi, che difendeva la frontiera sul Danubio e favorì la romanizzazione della regione. Presso la fortezza legionaria si sviluppò un insediamento (canabae legionis), che aveva il proprio ordinamento municipale (consiglio cittadino e magistrati)

Dopo il trasferimento della V Macedonica a Potaissa in Dacia (167-170) acquisì il rango di municipio e vi è attestata la presenza dei sacerdoti del culto provinciale (sacerdotes provinciae).[5]

Sotto Diocleziano vi venne trasferita la Legio II Herculia[4] e il municipio prese il nome di Heraclia. Nel sito si conserva un'ampia rete di acquedotti e furono scoperte diverse iscrizioni funerarie.

Note

  1. ^ CIL III, 6166 (p 1008); CIL III, 6168; CIL III, 6169; CIL III, 6184; CIL III, 6187; CIL III, 6190; CIL III, 6198; CIL III, 6240a-c; CIL III, 7503; AE 1972, 547 epoca di Antonino Pio.
  2. ^ CIL III, 6176 (p 1353).
  3. ^ CIL III, 6242.
  4. ^ a b CIL III, 6174 dell'epoca di Costantino I.
  5. ^ a b CIL III, 6172; CIL III, 6173; CIL III, 6177; CIL III, 6188; CIL III, 6199; CIL III, 6200; CIL III, 6235; CIL III, 7504; CIL III, 7509; AE 1980, 820; AE 1960, 338.
  6. ^ Ovidio, Ex Ponto, IV,9,75 ss.

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