Zenone Benini
Zenone Benini | |
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Ministro dei lavori pubblici | |
Durata mandato | 6 febbraio 1943 – 25 luglio 1943 |
Presidente | Benito Mussolini |
Predecessore | Giuseppe Gorla |
Successore | Domenico Romano |
Sottosegretario di Stato al Ministero degli Affari esteri con delega agli Affari albanesi | |
Durata mandato | 18 aprile 1939 – 31 luglio 1941 |
Presidente | Benito Mussolini |
Deputato del Regno d'Italia | |
Legislatura | XXIX |
Sito istituzionale | |
Consigliere nazionale del Regno d'Italia | |
Legislatura | XXX |
Gruppo parlamentare | Corporazione della Siderurgia e metallurgia |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Nazionale Fascista |
Titolo di studio | laurea |
Professione | Industriale |
Zenone Benini (Campiglia, 19 ottobre 1902 – Firenze, 10 settembre 1976) è stato un politico italiano.
Biografia
Nacque in una famiglia molto ricca: il padre possedeva infatti una villa in campagna, una fabbrica di cappelli di paglia e una fabbrica metallurgica produttrice di armamenti, chiamata Pignone, cui il giovane Zenone sembrava destinato. Benini visse i primi della sua vita a Firenze ma frequentò le scuole superiori a Livorno dove conobbe Galeazzo Ciano, a cui sarà sempre legato da un rapporto d'amicizia. Nel frattempo, con lo scoppio della prima guerra mondiale, l'azienda di famiglia aumenta i capitali ed egli riesce a entrare nelle grazie dell'eroe di guerra Costanzo Ciano, padre del suo nuovo amico.
Nel dopoguerra aderì al Partito Nazionale Fascista e divenne prima vicepresidente della Corporazione Italiana per la Siderurgia, quindi deputato a seguito dell'inaugurazione della Camera dei Fasci e delle Corporazioni e poi, su indicazione di Galeazzo, sottosegretario per gli Affari Albanesi (un incarico che il Regno d'Italia aveva istituito dopo l'Protettorato Italiano del Regno d'Albania dell'aprile 1939). Con lo scoppio del secondo conflitto bellico si dimostrò propenso verso la neutralità e per questo perse progressivamente la fiducia di Mussolini che, nel giugno del 1941, sciolse il Sottosegretariato che occupava.
Sembrò che la carriera politica di Benini fosse finita anche perché egli tornò a Firenze a occuparsi del Pignone e invece, proprio quando il suo mentore Ciano fu esautorato dall'incarico di Ministro degli Esteri, venne richiamato dal Duce nel suo esecutivo come Ministro dei lavori pubblici nel febbraio del 1943: tenne l'incarico fino a quando la seduta del Gran Consiglio del 25 luglio votò la mozione di sfiducia a Mussolini. Benini non era stato invitato alla discussione, tuttavia era considerato vicino alle posizioni di Ciano e Grandi per cui venne sospettato dai fascisti di tradimento.
Rifugiatosi quindi in Maremma, nell'ottobre del 1943 apprese di essere nella lista dei ricercati dal nuovo governo della Repubblica Sociale Italiana, cui naturalmente non aveva aderito. A novembre, temendo vendette trasversali contro i propri familiari, si costituì presso il prefetto di Grosseto Alceo Ercolani: da qui venne trasferito prima nella prigione delle Murate a Firenze e poi al carcere degli Scalzi a Verona, dove reincontrò Galeazzo Ciano che era in attesa del processo di Verona insieme con gli altri "traditori del 25 luglio".
A Benini non venne imputato nessun capo d'accusa in quanto egli non aveva partecipato alla celebre riunione, si era consegnato volontariamente alle autorità repubblichine ed era considerato un "pesce piccolo". Liberato il 29 gennaio 1944, tornò nel capoluogo toscano e in ricordo di quei terribili momenti scrisse un libro di memorie, Vigilia a Verona, con prefazione di Piero Operti: l'opera, che inizialmente circolò solo tra gli amici più fidati dell'autore, venne pubblicata dalla Garzanti nel 1949. Negli anni seguenti si laureò in ingegneria, coltivò l'hobby della gastronomia (scrisse anche un libro di ricette nel 1966) e insegnò matematica in alcune scuole di Castiglione della Pescaia, dove si spense a 74 anni.
Onorificenze
Bibliografia
- Zenone Benini, Vigilia a Verona, Milano, Garzanti, 1949.
- Zenone Benini, La cucina di casa mia, Firenze, Olimpia, 1966 (ristampato dallo stesso editore nel 1975 e nel 1983 e dalla casa editrice G. Tommasi nel 2008).
- Zenone Benini, Carcere degli Scalzi, Firenze, Ponte alle Grazie, 1994.
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Collegamenti esterni
- Zenone Benini, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
Predecessore | Ministro dei lavori pubblici del Regno d'Italia | Successore | |
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Giuseppe Gorla | 6 febbraio - 25 luglio 1943 | Domenico Romano |
V · D · M | ||
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Capo del governo e Duce del Fascismo | Benito Mussolini | |
Ministro dell'aeronautica (dal 1925) | Mussolini · Italo Balbo · Mussolini | |
Ministro degli affari esteri | Mussolini · Dino Grandi · Galeazzo Ciano | |
Ministro dell'agricoltura (soppresso nel 1923) | Giuseppe De Capitani d'Arzago | |
Ministro dell'agricoltura e foreste (dal 1929) | Giacomo Acerbo · Edmondo Rossoni · Giuseppe Tassinari · Carlo Pareschi | |
Ministro delle colonie (soppresso nel 1937) | Luigi Federzoni · Mussolini · Pietro Lanza di Scalea · Emilio De Bono · Alessandro Lessona | |
Ministro dell'Africa Italiana (dal 1937) | Alessandro Lessona · Mussolini · Attilio Teruzzi | |
Ministro delle comunicazioni (dal 1924) | Costanzo Ciano · Umberto Puppini · Antonio Stefano Benni · Giovanni Host-Venturi · Vittorio Cini · Giuseppe Peverelli | |
Ministro delle corporazioni (dal 1926) | Mussolini · Giuseppe Bottai · Ferruccio Lantini · Renato Ricci · Carlo Tiengo · Tullio Cianetti | |
Ministro della cultura popolare (dal 1937) | Dino Alfieri · Alessandro Pavolini · Gaetano Polverelli | |
Ministro dell'interno | Mussolini · Luigi Federzoni | |
Ministro dell'Economia nazionale | Orso Mario Corbino · Cesare Nava · Giuseppe Belluzzo · Alessandro Martelli | |
Ministro dell'Educazione nazionale | Balbino Giuliano · Francesco Ercole · Cesare Maria De Vecchi · Giuseppe Bottai · Carlo Alberto Biggini | |
Ministro delle Finanze | Alberto de' Stefani · Giuseppe Volpi · Antonio Mosconi · Guido Jung · Paolo Thaon di Revel · Giacomo Acerbo | |
Ministro della Giustizia e Affari di culto | Aldo Oviglio · Alfredo Rocco · Pietro De Francisci · Arrigo Solmi · Dino Grandi · Alfredo De Marsico | |
Ministro dell'Industria e commercio | Teofilo Rossi | |
Ministro dei Lavori pubblici | Gabriello Carnazza · Gino Sarrocchi · Giovanni Giuriati · Mussolini · Michele Bianchi · Araldo di Crollalanza · Luigi Razza · Giuseppe Cobolli Gigli · Adelchi Serena · Giuseppe Gorla · Zenone Benini | |
Ministro della Guerra | Armando Diaz · Antonino Di Giorgio · Mussolini · Pietro Gazzera · Mussolini | |
Ministro del Lavoro e Previdenza sociale | Stefano Cavazzoni | |
Ministro delle Poste e telegrafi | Giovanni Antonio Colonna di Cesarò · Costanzo Ciano | |
Ministro della Produzione bellica (dal 6 febbraio 1943) | Carlo Favagrossa | |
Ministro della Pubblica istruzione | Giovanni Gentile · Alessandro Casati · Pietro Fedele · Giuseppe Belluzzo | |
Ministro degli Scambi e valute | Felice Guarneri · Raffaello Riccardi · Oreste Bonomi | |
Ministro della Stampa e propaganda | Galeazzo Ciano · Dino Alfieri | |
Ministro delle Terre liberate dal nemico (soppresso il 5 febbraio 1923) | Giovanni Giuriati | |
Ministro del Tesoro (accorpato alle Finanze il 31 dicembre 1922) | Vincenzo Tangorra · Alberto de' Stefani |
Controllo di autorità | VIAF (EN) 64103625 · ISNI (EN) 0000 0000 4981 2262 · SBN CFIV000074 · LCCN (EN) nr94043607 · BNF (FR) cb124632715 (data) · WorldCat Identities (EN) lccn-nr94043607 |
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